tag:blogger.com,1999:blog-16750363564808556592024-03-13T21:21:41.272+01:00Pensieri sProfondiPENSIERI sPROFONDI.Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.comBlogger187125tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-67638332950127548472021-07-15T16:05:00.010+02:002021-07-15T16:55:07.020+02:00Ne è INVALSa la pena?<p>I risultati dei <b>test INVALSI 2021</b> appena pubblicati
mostrano come quasi la metà dei maturati di quest’anno non abbia sufficienti
competenze in lingua italiana, simili drammatici risultati anche nelle materie
scientifiche, con situazioni tragiche nel sud Italia.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Siccome ogni anno scrivo almeno un post antipatico, stavolta
la voglia mi arriva da questa notizia che completa il dato, sempre
sottotraccia, che a leggere almeno 1 libro all’anno è solo il 42% degli
italiani.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ITZ55SxPSD8/YPBAWgxJynI/AAAAAAAACGs/tgAhAK42wHM2HMIjlWqow-7wUlamF6NTACLcBGAsYHQ/s275/inbb2.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://1.bp.blogspot.com/-ITZ55SxPSD8/YPBAWgxJynI/AAAAAAAACGs/tgAhAK42wHM2HMIjlWqow-7wUlamF6NTACLcBGAsYHQ/s0/inbb2.jpg" /></a></div><br />Il tema mi appassiona per una serie di ragioni che vanno dal
mio interessamento per le dinamiche del mercato del lavoro, l’essere docente a
molti corsi per adulti, essere genitore, essere preoccupato per la tenuta
democratica del Paese, al voler raccogliere per mesi i segnali che arrivano
dalle mie reti.<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal">Ammetto di avere un rapporto difficile con i docenti sul
tema dell’INVALSI. Gli insegnanti dei miei figli hanno spesso ‘obiettato’ ai
test non facendoglieli proprio fare <i>(come se si trattasse di una scelta di
coscienza come l’aborto</i>), coperti in questo da presidi che certo non li
hanno bacchettati. Negli anni, ho raccolto ogni tipo di obiezione al valutare la
formazione, come se si trattasse di un’attività esoterica incomprensibile a chi
non entra in classe. Da incontri con sindacalisti della scuola ho poi capito che
l’obiezione non è all’INVALSI ma <b>all’idea stessa che la valutazione sia lecita e possibile</b>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sarà che come docente ad adulti sono costantemente valutato
sia in maniera formale che informale, ma ho sempre trovato puerili queste argomentazioni,
veri alibi che indeboliscono molto la credibilità dell’intera categoria. Viaggiando in Europa come esperto
Cedefop ho visto come in altri Paesi siano normali: la valutazione
esterna, quella tra pari e quella fatta dall’ispettore che entra in classe a
sorpresa una volta l’anno, si siede in ultima fila e per un’ora valuta <b>COME
</b>insegni. Perché la valutazione non ha nulla a che vedere con la libertà di
insegnamento, non si tratta di COSA insegnino i docenti ma interviene nel
COME questo avviene. (Per il PERCHE’ lascio la valutazione alla coscienza di chi sale in cattedra)<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Come risposta a questa tragedia, la ministra annuncia che assumerà 140.000 insegnanti
in 2 anni, senza il dubbio che – visto l’impressionante numero di
bocciati agli esami di abilitazione - forse neppure ci siano oggi così tanti docenti non ancora di ruolo in grado di fare bene quel lavoro. Non accenna purtroppo a come diminuire gli
alunni per classe, neppure a come formare gli insegnanti che già ci sono, magari
con schemi di formazione tra ‘pari’. Non parliamo della formazione dei dirigenti, nati spesso formati per investitura divina.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Se poi vogliamo volare più alti ecco come la divisione Licei/
Istituti tecnici/ Professionali sia sempre meno adatta al reale, come oggi
le competenze digitali siano abilitanti al pari della matematica, italiano e inglese
e i ragazzi sono lontanissimi dal possederle. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><i>(certo, ci stupiscono per come sanno usare
le app, ma è lo stesso tipo di competenze che stupiva i nostri genitori quando
sapevamo usare il videoregistratore: cioè competenze operative che rispondono a
mere necessità)</i>. Rari sono i presidi preparati per il ruolo, nulli sono gli
incentivi ai docenti migliori. Nel dibattito ci si perde nella
visione profetica degli ITS, che sono pochi, poco conosciuti, poco finanziati,
vere chimere, e non si parla mai (ad es.) del vero buco nero rappresentato dalle scuole
medie, dai loro programmi, dalle classi-pollaio, dall’inadatta didattica
frontale a oltranza su quell’età.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non si evidenzia da nessuna parte delle grandi, sterminate, <b>responsabilità
che ha l’Università</b> in merito a questa vera tragedia sociale. Il dramma è
che l’Accademia non ha niente da dire: è afona, senza temi, lontana
dalla società e dall’economia, incapace anche solo di pensare di quali
insegnanti e insegnamenti ci sia bisogno. Ci sono, certo, alcune eccezioni ma ininfluenti
per ruolo e capacità politiche. Se ne è accorto il mercato della consulenza (‘<i>se
vuoi perdere tempo chiama un professore universitario…’</i>) e quello dei
convegni dove sono sempre meno i prof invitati a parlare (<i>specie ora con i
webinar dove le persone ci mettono un attimo a ‘cambiare canale’ se il relatore
pesta acqua nel mortaio</i>). Il paradosso è che il mondo ha enorme necessità
di bravi docenti in grado di abilitare al XXI secolo, con programmi interdisciplinari
sempre più diffusi, avvalendosi con intelligenza delle tecnologie digitali
disponibili, in contesti che premino le competenze e i risultati (dei ragazzi,
dei docenti, dei dirigenti). <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><b>Nuove richieste di competenze </b>si rivolgono soprattutto alle
facoltà umanistiche, artistiche, sociali, che oggi creano migliaia di figure
irrisolte che non riescono a concretizzare i loro talenti e passioni a meno che
non si lancino in master costosissimi e classisti o percorsi di apprendistato
che li portano al prima stipendio non prima dei 30 anni. Con la mortificazione,
il calo di motivazione, lo spreco di cellule neuronali diffuso tra chi non può
permetterseli o non vuole lasciare il Paese.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Lo so, vi ho portato a spasso in un post che pone molti problemi
e propone quasi zero. Mi scuso. Perché da soli, senza la politica attenta al tema,
con resistenze pazzesche dello status quo, senza coraggio amministrativo e
organizzativo, non ce la si può fare.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Se volete aggiungere riflessioni, scrivete qui sul blog, su FB o
su Linkedin dove posterò il testo.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal"><br /></p>Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-46013097308523030402021-06-28T17:43:00.007+02:002021-06-28T20:24:26.362+02:00La fioritura a Castelluccio di Norcia: una cosa bellissima da ripensare completamente.<p>Da tempo desideravo vedere la <b>fioritura della lenticchia
nella Piana Grande a Castelluccio di Norcia.</b></p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-d46tS9IjxKY/YNnxet4fPXI/AAAAAAAACFw/BnXJV6UW4Fcu_9sZOlB7KUOZMaGsTgQEACLcBGAsYHQ/s2048/Cast1.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" src="https://1.bp.blogspot.com/-d46tS9IjxKY/YNnxet4fPXI/AAAAAAAACFw/BnXJV6UW4Fcu_9sZOlB7KUOZMaGsTgQEACLcBGAsYHQ/s320/Cast1.jpg" width="320" /></a></div><br />Ci sono andato sabato scorso ed è stato <b>bellissimo</b>. Siamo
arrivati sul posto alle 9 del mattino, c’erano 17 gradi e un cielo blu. Era un piacere per tutti i sensi. Parcheggiata l'auto, ci siamo incamminati tra i campi seguendo i
sentieri e i segni dei trattori. Dopo un’ora già le persone aumentavano. Noi
eravamo un po’ rialzati sul pendio che sale a Castelluccio. Da lassù abbiamo potuto fare foto spettacolari e,
soprattutto, riempirci gli occhi di quella vista unica che - vi assicuro - batte in varietà,
imponenza e colori quella della lavanda provenzale. <o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal">Da lassù abbiamo anche visto le folle che vagavano disorientate nei
campi, i maleducati che per una foto tra i petali si sdraiavano nei fiori,
l’agricoltore infuriato che è urlava minacciando tutti quelli che
stavano alla sua portata, auto parcheggiate ovunque, droni fotografi che
svolazzavano senza regole, le 5 camionette dei Carabinieri che avrebbero dovuto
far qualcosa per mantenere l’ordine ma preferivano fare MamaNonMama con le margherite,
impotenti davanti a bus gran turismo che scaricavano folle e non avevano lo
spazio per girare e rimanevano lì, bloccati come plantigradi in una fossa.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Siamo venuti via alle 11, per paura che la situazione
degenerasse, come infatti è stato. Abbiamo notizia </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ARBceBj85Hg/YNnxquSRivI/AAAAAAAACF0/Oh5Qo4mDFtQMhmtFAap4fTwLFnZVb6a0QCLcBGAsYHQ/s2048/Cast2.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2048" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-ARBceBj85Hg/YNnxquSRivI/AAAAAAAACF0/Oh5Qo4mDFtQMhmtFAap4fTwLFnZVb6a0QCLcBGAsYHQ/w200-h200/Cast2.jpg" width="200" /></a></div>di famiglie bloccate per ore
nei tornanti, dei vigili sul versante umbro che hanno bloccato le auto a
Norcia, e di quelli sul versante marchigiano che hanno fatto passare chiunque.
<b>Follia organizzativa e incomprensione del presente, che mi dicono si ripeta ogni finesettimana del periodo di fioritura. </b><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal">Insomma: <b>si tratta di una opportunità economica, turistica,
occupazionale, ambientale, gestita in modo approssimativo senza nessuna
strategia o visione</b>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Sono stupito da come non sia ancora chiaro come il <b>turismo
sia diventato prima di tutto un’esperienza</b>. E tra le esperienze, <b>le più
gettonate sono quelle instagrammabili</b>, e la Fioritura a Castelluccio è in <b>classifica mondiale</b>. (Se avete dei dubbi fate una scappata in Francia per la lavanda, in Olanda per i tulipani o in Giappone per i ciliegi.)</p><p class="MsoNormal">Si tratta solo di lenticchia? Assolutamente no. E' un legume insulso ma lì tornerei ogni anno, come molti altri, e passerei giorni in quella zona bellissima dell'Italia, creando legami e spendendo soldi. A fronte di un minimo di
servizio, in molti sarebbero disposti a <b>pagare</b> anche per
vedere i campi, avere il parcheggio, magari una guida, un cesso, una storia.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Potrei scriverne a lungo, chi vuole ragionarci può scrivermi qui o in privato. È evidente
che serva:<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"></p><ol style="text-align: left;"><li>una <b>visione etica e collaborativa</b> dello sviluppo del
territorio che consideri: la necessità di dare nuove <b>ragioni di sviluppo</b> alle
aree terremotate, attivi energie, apra gli occhi su una zona dell’Italia che
sta morendo nell’indifferenza di tutti, metta al tavolo chi porta interessi,
chi porta valore e chi può investire;</li><li>un accordo tra i soggetti <b>responsabili dei terreni</b>
per disporre di: regole (inesistenti), percorsi (oggi non chiari), segnaletica (scarsa), informazioni, punti di osservazione, selfie point, bagni pubblici, aree di parcheggio, spazi per pittori;</li><li>un accordo tra i soggetti <b>responsabili della viabilità</b>
per disporre: controllo dei flussi, navette, percorsi di accesso per ciclisti,
per camminatori (slow turism)</li><li>un accordo per <b>l'ospitalità</b>, oggi scarsissima, anche con i paesi vicini</li><li>un approccio <b>imprenditoriale</b> per (ad es.): fornire
visite guidate di carattere naturalistico e botanico, corsi di pittura o di yoga, merchandising e vendita di
prodotti del territorio, servizi in più lingue.</li><li>Probabilmente, almeno per i weekend di giugno/luglio si
dovrà <b>ammettere solo chi è dotato di prenotazione</b>. Ciò per mantenere
l’equilibrio ambientale e consentire una giusta fruizione del luogo.</li></ol><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-UE5H7kuB_IQ/YNnx8uaGuzI/AAAAAAAACF8/4zVlftBQ1oQcOPRaEjv2SnZW-VbRsceNQCLcBGAsYHQ/s2048/Cast%2B3.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="150" src="https://1.bp.blogspot.com/-UE5H7kuB_IQ/YNnx8uaGuzI/AAAAAAAACF8/4zVlftBQ1oQcOPRaEjv2SnZW-VbRsceNQCLcBGAsYHQ/w200-h150/Cast%2B3.jpg" width="200" /></a></div><br />Questo solo per dare uno spunto, per attivare progettulità e non continuare a gestire così malamente il nostro paesaggio e il nostro Paese.<p></p>Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-1735577644274752012021-03-07T17:02:00.006+01:002021-03-20T15:28:59.493+01:00Se la pandemia fosse un film.<p><span style="font-size: 12pt;">Non si può continuare
a dire che l’emergenza giustifica la disattenzione al </span><b style="font-size: 12pt;">Fattore Umano</b><span style="font-size: 12pt;">
in questa pandemia. Si riconduce la perdita di lavoro, le morti, l'anafettività, la mancanza di libertà personali a <b>fattori tecnici</b>. Da mesi, tutti gli interventi si concentrano su fondi,
ristori, vaccini, mascherine, sussidi, banchi: tutte dimensioni economiche,
logistiche e sanitarie legittime ma insufficienti a sostenere la </span><b style="font-size: 12pt;">coesione
sociale</b><span style="font-size: 12pt;">.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-XPC7wCzbqsA/YET5jqaMyyI/AAAAAAAACAQ/NAJiBKeWVKA6jTNX9fQXCZ3boMYzgzV-wCLcBGAsYHQ/s1440/empa.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1029" data-original-width="1440" src="https://1.bp.blogspot.com/-XPC7wCzbqsA/YET5jqaMyyI/AAAAAAAACAQ/NAJiBKeWVKA6jTNX9fQXCZ3boMYzgzV-wCLcBGAsYHQ/s320/empa.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br />Già, la <b>coesione sociale</b> è la forza che ci unisce nelle avversità, che mantiene i più
sfortunati in relazione con la comunità e con le opportunità, che non spegne la
speranza, che alimenta sogni e motivazioni. È il motore che muove a risolvere i
problemi e non solo a competere per il proprio pezzo di pane.<o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">Occorre una
politica che riconsideri il ruolo della <b>compassione, dell'empatia, i</b>l sostegno morale e
psicologico, il corpo inteso non solo come oggetto da salvare dal virus ma
patrimonio, protagonista, luogo della psiche.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal">Mi pare di vivere in un brutto film tutto muscoli e scazzottate, dove la regia non presta nessuna attenzione alle emozioni, e s<b>e non cambia la trama non prevedo lieti fine</b>. Nella migliore delle ipotesi: saremo <b>tutti vaccinati e arrabbiati perchè impauriti e soli</b>. </p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">A volte mi sembra un film dove ciascuno decide quale genere debba avere la trama.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"></p><ol style="text-align: left;"><li><b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">Se amate il film d’Azione</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">, vi
consiglio di trovarvi a Roma ogni sabato verso le 18. In Piazza del Popolo va
in scena la rissa tra bande adolescenti ben vestite e gioiosamente desiderose
di far qualcosa di fisico, fico, instagrammabile e raccontabile nei fuori onda
della didattica a distanza. Sono ragazzi isolati, impauriti, assenti dal discorso politico. Sembra quasi che nei talk show vi sia un dictat che imponga di non parlare mai di loro, del fallimento del sistema educativo, della solitudine. L’intero fondo <i>Next</i> <i>Generation EU</i> da noi è stato
ribattezzato <i>Recovery Fund</i>, perché la parola ‘Generazione Futura’ suona forse scandalosa. Sono lì, senza scuola, palestre, serate,
spazi propri, scoperte, sessualità. Stanno cambiando, come noi adulti ma senza la memoria sul passato: alcuni si interrogano sul futuro e attivano strategie di resilienza;
altri scelgono l’isolamento, alcolico e virtuale; c’è chi viola le regole; chi
si organizza per dire no; chi vuole solo essere ascoltato.</span></li><li><b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">Se amate
il genere Paradossale</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">
invece fate finta di essere un alieno messo di fronte alla DAD in una scuola
impreparata, abbandonata, non formata, non tecnologica, isolata da anni di
politiche scellerate, corporazioni antistoriche, dove tutto è scaricato su alcuni
professori volenterosi avviluppati da regole folli. Un mondo incapace di
organizzarsi, che ha buttato l’estate a comprare banchi monoposto invece di
dotarsi di infrastrutture e competenze digitali, che ha blaterato di uso di
musei, parchi, cinema e teatri per far lezione e poi si è arresa e lascia
cadere gli ultimi nel baratro dell’abbandono scolastico.<o:p></o:p></span></li><li><b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">Se comprendete il Surrealismo</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">
osservate da vicino quei musei e teatri e cinema che sono stati chiusi
nonostante si fossero ben attrezzati per garantire servizi in maniera conforme,
a differenza di autobus, negozi e centri commerciali insicuri e affollati. In
Canada e in Inghilterra i medici possono prescrivere arte e musei per curare ansia
e solitudine con la bellezza; da noi è stato avvilente sentire che senza turisti
non serve tenerli aperti, offendendo la Storia dell’Arte, le migliaia di
persone che lavorano nel settore e i milioni di italiani che credono che la
cultura serva a trovare risposte, a godere, e non solo a fatturare tramezzini e
cartoline made in China.<o:p></o:p></span></li><li><b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">Se sbavate per l’Horror</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"> invece
provate a pensare cosa potrà succedere alla fine del blocco dei licenziamenti e
alla fine della cassa integrazione: misure di certo doverose che hanno sospeso
in una bolla centinaia di migliaia di persone e non si sono poste il problema
di mantenerne accesi i cervelli, formarli alla transizione digitale, ai temi
della sostenibilità. Migliaia di negozi chiudono e noi vediamo solo le merci
spostarsi su Amazon, perdendo di vista chi le vendeva, chi presidiava il
territorio, chi ha ceduto il progetto di una vita alle offerte delle mafie e
degli usurai. <o:p></o:p></span></li><li><b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">Se amate
la Distopia</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 107%;">, buttate un occhio critico alla diffusione dello smart working senza
regole. Con la fine dell’orario di lavoro, il controllo a distanza, la distanza
dal senso delle proprie attività, l’assenza dello scambio, la mortificazione
dell’innovazione, la ricerca delle scuse per andare ogni tanto in ufficio. Un
mondo muore e mille micromondi cercano di trovare un equilibrio. Il sindacato
boccheggia perché la perdita della relazione annulla la corporazione, e l’immaginazione
è stata anestetizzata da decenni. <o:p></o:p></span></li><li><b><span face=""Calibri","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Se non disdegnate il genere Romantico</span></b><span face=""Calibri","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">, infine, immaginate come la fine del contatto stia
influendo sulle nostre capacità affettive. Ovviamente è l’ambito in cui le
regole sono meno rispettate e quello di cui non si parla, per pudore e
ipocrisia. In Austria e Francia il governo ha proprio detto: se siete soli
individuate due persone che decidete di frequentare, la vostra ‘bolla’. In tre
per parlare, sostenersi, ridere, litigare e fare l’amore: perché siamo umani e
non bisogna dimenticarlo.</span></li></ol><div><span style="font-size: 16px;">Tanto è impossibile cambiare canale.</span></div><div><br /></div><p></p>
Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-70033018640032136862020-08-22T12:14:00.002+02:002020-08-22T12:21:02.940+02:00Evidenze utili dal pianeta Austria<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-uHS58QKVjOg/X0DxYHhFKFI/AAAAAAAAB0o/9N8Ryhi-LHEY9t7l2H2e-JQ-W0t6xz_nQCLcBGAsYHQ/s636/austria-636.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="433" data-original-width="636" height="277" src="https://1.bp.blogspot.com/-uHS58QKVjOg/X0DxYHhFKFI/AAAAAAAAB0o/9N8Ryhi-LHEY9t7l2H2e-JQ-W0t6xz_nQCLcBGAsYHQ/w407-h277/austria-636.jpg" width="407" /></a></div>Le mie vacanze in Austria, all’apparenza pigre e paciose,
portano sempre a considerazioni che sono utili per capire l’Italia. <p></p><p>Gli highlight
del 2020 sono stati:</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"></p><ul style="text-align: left;"><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Ricchezza</b>: la
vedi, la percepisci, traspare da gesti, abbigliamento, negozi, status simbol,
superfluo che diventa necessario. È diffusa, al punto che qui la sinistra non
esiste quasi perché non saprebbe davvero cosa rivendicare di più; il massimo
che si possono permettere sono i Verdi. Il welfare è incredibile, così come i
contributi alle famiglie. L’occupazione è quasi piena e la povertà la vedi quasi
solo in relazione al disagio esistenziale (solitudine, separazioni, alcool e
simili). La corsa al bio, all’organic, al tofu, al naturale è spasmodica e
quasi ridicola; circolano bici elettriche da 4000 euro ovunque; Porche e Tesla
come taxi in città; sensazione massima di sicurezza e tranquillità sempre. Nessuno
però metterebbe un vestito di seconda mano, accetterebbe un prodotto usato (a
meno che non sia una borsa fighissima, fatta con teloni di camion riusati e
costi almeno 250 euro). L’evasione fiscale è quasi inesistente. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Certo, hanno i loro scandali finanziari,
sessuali, aziendali ma ancora se ne vergognano se vengono beccati, come accadeva
da noi prima di Berlusconi. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Arredo urbano</b>: le
città sono facili, comode. Le persone sono rispettose del bene comune e questo consente
arredi urbani bellissimi, panchine in legno, fontane di acqua fredda, nebulizzatori
dall’alto nelle piazze più frequentate e più calde, un’infinità di spazi pubblici
per il gioco e lo sport ad ogni età. Ci sono talmente tante ciclabili che immagini
che qui Cappuccetto Rosso avrebbe attraversato il bosco in monopattino.</li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Croci</b>: a bordo
strada, sulle statali, ogni tanto trovi piantata una smagliante croce bianca. Ho pensato fosse qualcosa di analogo a quanto (abusivamente) si fa in Italia per ricordare qualcuno
che in quel tratto è morto. No. È invece una nuova campagna per la sicurezza
stradale che parla visivamente e sembra dirti “Ricordati che devi morire… e se
non rallenti potrebbe capitare proprio qui”. Creatività e potere di
condizionamento. </li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Semafori LGBT</b>: a
Vienna, in centro, alcune decine di semafori pedonali sono stati modificati e
al posto dell’omino stilizzato abituale in questi casi si trovano: donne,
coppie etero, coppie omo nelle versioni uomo-uomo e donna-donna. Mi è stato
detto che fu fatto in occasione della finale Eurovision di alcuni anni fa. Poi,
gradito dalla popolazione, è rimasto. Simpatico e simbolico.</li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Comunicazione</b>:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>vivono abbastanza in una bolla a cui sono
stati abituati negli anni della Cortina di Ferro e che gli viene ancora bene
per tenere fuori ogni elemento sgradito e dialogare solo con chi vogliono, con
chi reputano pari o con chi pagano per i suoi servizi. L’altro giorno tra le 3
notizie date da un canale radio nazionale c’era “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">La famiglia Fritz ha trovato in cantina un serpente non velenoso lungo
20 centimetri</i>”. Credo si colleghi direttamente al loro benessere: stanno
benissimo e non vogliono sapere perché. </li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Covid19</b>: sono
disinteressati al tema. È quasi imbarazzante. Annunci roboanti su esercito alla
frontiera col mondo e poi i loro numeri sono peggiori degli altri. La cosa
interessante è che (a differenza dell’Italia) la comunicazione è tutta
schierata a sottovalutare la cosa. Ad esempio: il numero dei casi oggi a Vienna
è il triplo di Milano ma non li mettono mai in relazione; sono molto meno
attenti a mascherine e simili appena si esce dalle città; da noi ogni giorno si
pubblicano i dati per regione, per ASL, per tipologia… qui niente, solo un dato
generale in un occhiello a pagina 6 senza confronti.</li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Psicofarmaci e
Mastiti:</b> le statistiche ufficiali legate al Covid19 riportano che nelle
case di riposo è stato ridotto del 30% l’uso degli psicofarmaci da quando sono
vietate le visite dei parenti; le stesse statistiche dicono che è andato a 0 il
numero delle mastiti nei reparti ospedalieri da quando è stato vietato la
visita alle donne che hanno appena partorito da parte di parenti e amici. Dati
su cui riflettere. </li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Red Bull</b>: cosa c’entra?
Vi dico una cosa che non sapete: Mateschitz, il padrone della Red Bull è anche
padrone di mezza Stiria e di tanta Austria e Germania. Un personaggio da
profilo basso. Oltre all’azienda del toro rosso possiede montagne, laghi, autodromi,
riviste nazionali, squadre di calcio in mezzo mondo, isole ai Caraibi, ristoranti
di lusso. Un plurimiliardario ritenuto illuminato che proietta su un paio di
generazioni austriache l’immagine Red Bull di una vita energizzata, edonsta, spensierata
e facile. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Se glielo faccio notare, dai
loro sguardi capisci che non si rendono conto di come i Mateschitz siano
pericolosi, in un paese così piccolo hai la sensazione che possa diventare un
vero ‘governo-ombra’. </li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Italia</b>: ci
vogliono bene, molti imparano la nostra lingua. È sempre un calore bello che mi
fa anche sentire un po’ in colpa perché dopo tanti anni il mio tedesco è ancora
piuttosto basico. In questi giorni, sono passati da “Vacanza in Croazia!” a “Tutti
in Italia perché la Croazia ci ha raccontato bugie sul virus!”.</li><li><b>Alpeggi</b>: anche qui però in molti sono rimasti a far vacanza in zona. Cosa c'è di meglio che andare in montagna e dormire in alpeggio? Uno dei temi caldissimi è stato quello delel famigliole con i completi firmati da 2000 euro, le bici da 4000 e i bastoncini da passeggio in carbonio che hanno invaso le valli sfraccicanden i cabbasisen a malgari e montanari che si sono assai arrabbiati: le mucche non gradiscono, i cani di città fanno casino nei pascoli, ... tornate a casa vostra insomma! </li><li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Qualità della vita
altissima</b>: oltre la metà delle persone incontrate a Vienna non possiede auto di proprietà perchè in città non serve; una coppia di amici che si è
trasferita lì 3 anni fa dopo 27 anni a Roma conferma “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">La qualità della vita è altissima, tutto funziona, tutto è semplice</i>.”
Passo e chiudo.</li></ul><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-70224480747772281412020-08-10T14:35:00.018+02:002021-06-28T17:26:12.282+02:00Potevo essere un guru<p>Sono tempi difficili dove non mancano le domande importanti:
<i>che lavoro faremo tra sei mesi? Come
riusciremo a studiare? Come si comporteranno i miei clienti? Come superare la paura? Come posso ottenere il successo che
merito se devo rimanere chiuso nella mia cameretta inflebato in una fibra
ottica? Quali sono le chiavi di accesso ai pensieri di mio figlio teenager? Come
faccio a pubblicare il mio nuovo successo? Cosa manca al mio CV? </i>E così via…</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-yQQICzqIcJ0/XzFAIZReEMI/AAAAAAAAB0A/ltPZGZQjhs0EiKJIhjm6TPK_TdEa3vthgCLcBGAsYHQ/s450/Guru.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="450" height="360" src="https://1.bp.blogspot.com/-yQQICzqIcJ0/XzFAIZReEMI/AAAAAAAAB0A/ltPZGZQjhs0EiKJIhjm6TPK_TdEa3vthgCLcBGAsYHQ/w360-h360/Guru.png" width="360" /></a></div>Quando il mercato è saturo di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">domande</b> quello che non manca mai sono i <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">risponditori</b>. Non tutti sono allo stesso livello. Tra loro, per
selezione naturale emergono i nuovi <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">guru.</b><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal">Operano via Zoom, via ebook, su Youtube. Alcuni esistono da tempo, facevano conferenze costosissime a manager e disorientati vari, altri
sfornavano libri sulle aquile che non vogliono essere polli, sul pensiero
divergente, sulla seduzione comportamentale, sulla pranoterapesi
neurostilistica applicata al team building, sull’intelligenza emotiva della danza
sufi. Tra di loro monta una coorte sempre più affollata di personaggi sorridenti che si assegnano
etichette di motivatori, mentori, coach, spinn doctor, evangelisti digitali, montemagni, ispiratori,
tutti con le <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">risposte
giuste</b>. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Meno male che
esistono</b>. Alcuni di questi <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">guru</b> sono
bravissimi, li ammiro e li osservo in azione per ore come faccio con gli stand
up comedians, i predicatori e i fenicotteri rosa. Danno risposte chiare e confortanti.
Puoi quasi sceglierle da un catalogo: eccoti serviti “5 modi per chiedere un
aumento”, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“4 cose da fare per affrontare
il lunedì”, “Fare un superbusiness plan in 10 passi”, “I 3 segreti del funnel
marketing che ti cambieranno la vita”, “Lo Yoga della risata per dare il meglio
di te”, “Il vero te che è in te anche se”, “Vendere è come respirare”. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sono ansiolitici per vocazione</b> e già
per questo fanno un grande servizio all’umanità. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Eccoli in azione: prendono la scena con un bel “Sarà
capitato anche a voi…”, ci ficcano un aneddoto che riguarda la loro vita
passata “…anche io quando ero ancora un pirla…” che li avvicina a tutti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>noi, poi ecco “però quella volta è stato
diverso perché …” e arriva la folgorazione di come hanno superato l’ostacolo, “e
dunque…” sono lì per rendervi edotti dell’illuminazione toccata proprio a loro
e che cambierà la vostra vita perché ha cambiato anche la loro. “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Perché voi valete</b>”. Grazie. Applausi. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Non si può fare troppa ironia sui guru. Loro hanno il
senso dell’umorismo, meno però i loro seguaci. Senti subito il gelo, come capita a
volte quando tocchi in pubblico stravaganze come la religione o gli oroscopi. Quando
ci ho provato in aula ho capito che metà dei presenti aveva sborsato il prezzo
di un volo aereo per Parigi solo per ascoltarli in una grande sala sulla Via
Nomentana e senza buffet all’uscita.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Questi guru moderni sanno dare <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">le risposte giuste per lunghezza e complessità</b>, genericamente vere e
comode, motivanti e poco responsabilizzanti, che suonano come perle di saggezza
e pregne di vision, ponendoti nel giusto e non lontano dalla meta.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sono dei fuoriclasse
nell’elencare Cosa fare e Come farlo, e svicolare dai Perché. <o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNormal"><i>(Quasi ogni anno mi capita di scrivere un pezzo 'intimo' in
agosto. Una valvola di sfogo. Lo vorrei evitare ma ecco che arriva da qui in poi.)</i><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Confesso che il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">perché</b>
è l’unica cosa che mi interessa davvero in quello che faccio (e in quello che fanno
o non fanno gli altri). E mi stupisco ancora l’interesse di pochi sui perché. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>I Perché sono scomodi e spesso non pagano. Però
avere chiarezza sui Perché azzera i rimpianti; non averne, genera i rimorsi. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Potevo essere un guro. Io lo so. Ho una buona favella, una
vasta cultura generale, se lo desidero so pure ascoltare, riesco a produrre una
visione laterale di qualsiasi cosa, so stupire con poco, avrei anche i giusti
tempi scenici. Però.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Però mi annoierei a morte a dare risposte di buon senso. Preferisco
stare dalla parte delle domande. Rinuncio ai consigli per vite che non comprenderei
mai a fondo perché non ho i loro occhi e quello che coglierei non è dunque reale.
<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Saprei dire a 1000 persone cosa dovrebbero fare per avere
successo e per 800 almeno suonerà sensato e applicabile, però mi vergognerei
per aver servito una pietanza da fast food; se tentassi di sciogliere per loro
il nodo del perché debbano aver successo servirebbero ore per ciascuno,
prenderei molti vaffa’ e mi mancherebbe almeno una laurea in Psicologia. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Lo ammetto, quando insegno per alleggerire la pressione e
prendere fiato a volte ci infilo anche io i “7 passi per…” e mentre li elenco
mi annoio come se contassi le formiche in fila sul muro. Però quello su cui mi
incaponisco è dare spazio a “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Perché
qualcuno dovrebbe sceglierti? Farti lavorare? Passare del tempo con te?
Acquistare un tuo servizio?</i>” Domande che pongo anche a me stesso, diverse
volte la settimana, e le cui risposte, sempre approssimative, si formano
costruendo la strada da percorrere.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">La guraggine funziona se riesci a spacciare per vero belle
parole come “Tutti ce la possono fare”, “Se ti impegni, i risultati verranno”,
“E’ ovvio che ti meriti l’aumento!”, “Gli ostacoli sono grandi opportunità” e
altre sciocchezze simili che agli occhi di una persona razionale cessano di
essere vere già durante le scuole elementari. Però è bello ascoltarle da anche
adulti, circondati da altri adulti e poter così credere ancora alle favole. Per
il guru è facile dirle specchiandosi nelle aspettative di chi ha davanti, serve
solo un po’ di esercizio, preparazione, un grande ego e la capacità di non dire
nulla di indigesto. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Io li riconosco subito quelli che non si meritano nessun aumento, che
stanno per andare a sbattere perché neppure vedono gli ostacoli, o quelli che della vita vorrebbero solo la panna
e che tu manovrassi pure il loro cucchiaino, quelli che sono finiti sul binario
sbagliato, quelli che non hanno avuto fortuna, e non ho né la forza né la
capacità per influire davvero nelle loro vite, soprattutto se non si chiedono perché
questo dovrebbero farlo accadere.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Io li vedo come li vede qualsiasi guru. A dare però rispostine
ansiolitiche non ci sto. A dirgli che va tutto bene lascio che siano i film
americani e gli hashtag pandemici.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-22251917488998250022020-06-15T16:25:00.000+02:002020-06-17T09:50:21.442+02:007 Consigli ai formatori ‘tradizionali’ che vanno online<br />
<div class="MsoNormal">
L’anno scorso ho fatto almeno 60 giornate d’aula con adulti in
presenza. A febbraio ero già a quota 15. Poi ecco il Covid e la mia agenda si
svuota da marzo a settembre in un colpo solo. Quelli sono stati i giorni più difficili
da interpretare, stratificati di paure e incertezze.<br />
Ecco che alcuni corsi
si piantano dove sono. Molti sono cancellati. Alcuni - i primi - osano lo sbarco online. Mi
si propone da subito lo IED di Venezia, il Master della Link, il Living Lab del
Comune di Sassari, ad esempio.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-qOW9gB4Y798/XueD3iZ_T6I/AAAAAAAABvc/mFmqZB1YZvw0toZ5V26ldRu5p3Z8X-3YACLcBGAsYHQ/s1600/FAD.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-qOW9gB4Y798/XueD3iZ_T6I/AAAAAAAABvc/mFmqZB1YZvw0toZ5V26ldRu5p3Z8X-3YACLcBGAsYHQ/s1600/FAD.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Poi, in aprile, la pressione dell’utenza e degli enti di formazione fa
saltare la regola che obbliga la formazione finanziata dal Fondo Sociale
Europeo alla presenza. Tutto riparte in pochi giorni solo in webinar. È urgente
formare storyteller digitali, progettisti, agenti di sviluppo, manager.
Ovunque. Le telefonate tipiche che ricevo sono “<i>Vorremmo chiederle uno dei suoi
moduli formativi sul tema XY. Mi spiace dirlo ma senza il virus non avremmo mai
potuto permetterci un docente da Roma.</i>” <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Di colpo ecco Bolzano, Udine, Perugia, Cagliari, Reggio
Calabria, Trieste. Un ottovolante in una stanza. Per settimane è stato un intenso mettere a punto, argomentare, tentare,
sbagliare, ascoltare, ritentare, raccogliere. Dopo due mesi mi
lancio nel razionalizzare quello che ho fin qui imparato:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<ol>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Ripensare l’obiettivo
formativo: </b>è stata la mia bussola. Mi sono chiesto ogni giorno “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Perché qualcuno deve rinunciare a ore della
sua vita per seguirmi davanti a uno schermo nella sua camera mentre intorno il mondo cade a pezzi?</i>”. Che le prime studentesse, a marzo, mi
perdonino, gli insegnavo a progettare la promozione di un territorio quando –
impauriti - neppure potevamo uscire di casa. Imparavo facendo, evadevo
insegnando. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mi seguiranno solo <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>se gli servo, nel breve, oggi</i>”, ho deciso
che dovesse essere. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">L’utilità</b> è la
motivazione più forte on line, la teoria viene dopo, la suspense lì è difficile
da creare, la teatralità vacilla. Occorrono praticità, esempi, scorciatoie sinaptiche che spazzino come fulmini nel
buio. E dunque tante storie che spingano all’azione, smontino pregiudizi, attivino e
educhino.</li>
<li><b>Progettare l'Empatia</b>: il
primo mese è stata una prova per docenti e studenti. Dopo un po’ è stato chiaro
a tutti che non poter stare assieme portava a dover costruire empatia <i>dentro </i>il
webinar però n<b>essuno è a suo agio a dichiarare il propri obiettivi a una webcam, quasi tutti lo
fanno volentieri al coffe break.</b> Ecco allora come il fare domande, raccontare e dar spazio a
racconti, talvolta alla battuta, serviva a tutti. Anche se i presenti erano tanti, chiedere e stimolare risposte in chat diventava il filo che ci rendeva
reali. Ho notato poi un cambiamento anche nei corsisti e da inizio maggio qualsiasi cosa chiedessi, in breve la
ricevevo. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mandatemi un progetto per la
prossima volta”, “Girate un video di un minuto</i>” o altro tutto era fatto con
slancio nel minore del tempo. I ‘compiti’ diventavano necessari <b>testimoni </b>del
contatto. </li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sincrono e asincrono</b>:
siamo partiti col sincrono. È la cosa che noi vecchi formatori sappiamo fare meglio
e <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>quella che presuppone meno
preparazione, anche perché c’era fretta e nessuno ci pagava il ripensamento dei
modelli. Piano piano abbiamo adattato le slide. Poi creato i quiz. Girato
piccoli video. Poi gestito piccoli word café in sottogruppi. Oggi la video
chiamata comincia ad andarmi stretta. Voglio dare di più perché gli studenti
vogliono di più. Dobbiamo studiare (indovina cosa sperimenterò quest’estate?) perché
– ad esempio- la vera FAD con l’integrazione a Moodle o simili diventi la
regola. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Organizzare un Backoffice</b>: è importantissimo
quando vi rivolgere a tante persone. Diciamo se sono più di una dozzina non
puoi avere il polso del gruppo tramite un video. Serve un assistente attento che
raccolga le domande, lanci i quiz, suggerisca dei link, ti faccia presente se
le slide non si vedono o l’audio saltella. Un buon backoffice consente al
docente di rimanere concentrato e diventa il suo sesto senso. È l’equivalente funzionale
del tutor d’aula (che però nelle aule vere è spesso inesistente)</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Curare la posizione</b>. Non voglio parlare di sfondi e scenografie, ciascuno la pensa differentemente e penso solo che devono 'vestirti' come desideri. Mi fa piacere però raccontare come con
i webinar di Digital Generation abbia iniziato a intervenire da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in piedi</b>. All’inizio non ero sicuro poi l’ho trovato ovvio! Il pc posizionato in cima al portaCD e
tutta <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la libertà di muovermi, usare al
meglio il diaframma, far cadere le spalle per liberare il respiro, ossigenare
tutto e moltiplicare le sinapsi accese. D’altronde in aula sto sempre in piedi.
Ormai quando devo insegnare per non più di 2-3 ore on line, sto in piedi. Tutto
(soprattutto il cervello) funziona meglio.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Battere il tempo:</b> Ogni
15-20 minuti occorre cercare e creare il contatto. (anche solo per verificare
che la linea non sia caduta ). Sono pochi quelli che si lanciano e interrompono, spesso anche le chat sono
poco frequentate per cui occorre tirare fuori le osservazioni, anche col gioco.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">To be continued…: </b>il
momento peggiore per me è la fine, quando ritorni nella tua cameretta con la funzione
inversa al teletrasporto che interrompe il collegamento. Mai come online mi
viene naturale dire “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">ritroviamoci su
Linkedin, scrivetemi nel gruppo, questa è la mia mail,”</i> diventano tutti
prolungamenti basati sulla conoscenza e la fiducia che nascono in lezione e
misurano la tua capacità di essere stato utile e dunque la reputazione di cui
potrai godere. Non vedo l’ora di incontravi di persona.</li>
</ol>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-44930838064796289142020-05-08T16:24:00.001+02:002020-05-09T19:29:49.002+02:00Le ragioni (degli altri) per tornare presto in Italia<br />
<div class="MsoNormal">
<o:p> </o:p>Il giornalista Tim Jepson su <b>The Telegraph</b> ci ha dedicato pochi giorni fa un lungo articolo su: “<a href="https://www.telegraph.co.uk/travel/destinations/europe/italy/articles/italy-reasons-to-go-back/?fbclid=IwAR1eDWcrSGMlXjt3upa4jbUDcNzLoXhcJIecjzp9N6ezB8IdOoRY5MWjowo">20
Ragioni per tornare in Italia quando sarà finalmente finita</a>”.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
L’articolo è molto ricco di spunti, con sprazzi di humor, e interessantissima è la classifica del
giornalista che – a mio avviso – stravolge molti dei luoghi comuni sull’idea che
abbiamo di noi stessi e su quella che hanno gli altri, gli inglesi nel caso, ma si
potrebbe estendere per cuginanza anche a americani e scandinavi). <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Vzv23aNYTew/XrVrYIo-2NI/AAAAAAAABrc/82IxpAZ9KaUnb9rAOvc7IyPqqzgBBaTyACLcBGAsYHQ/s1600/toscan.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="480" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-Vzv23aNYTew/XrVrYIo-2NI/AAAAAAAABrc/82IxpAZ9KaUnb9rAOvc7IyPqqzgBBaTyACLcBGAsYHQ/s320/toscan.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Alcune testate italiane lo hanno ripreso e, per classica pigrizia,
si sono fermate alle prime posizioni. Senza commento. Io penso che <b>le ultime </b>siano
anche più importanti. <o:p></o:p><br />
Va preso come il punto di vista di un attento osservatore che ha vissuto a lungo in Italia. Un utile confronto, anche sfacciato, per chi si occupa di sviluppo e cerca di capire in quale direzione andare.<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Mi permetto dunque di <b>ribaltare l’articolo partendo dal
20-esimo posto in classifica. </b><br />
<b>Dopo ogni ragione, riporto tradotte alcune parole di accompagnamento dall’articolo
originale. Segue poi un mio breve <i>commento in corsivo</i>:</b><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">20. Toscana<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Tutto ciò che serve a fare una bella vita è qui: città eleganti
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e città piene di arte e cultura -
Firenze, Siena e Lucca e gemme più piccole come Pienza, Sovana e Cortona; cibo delizioso;
ottimo vino; e panorami incantevoli.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Sì, la Toscana rimane un cliché che ricorda il fiasco di vimini i
filari di cipressi, la bellezza e l’eleganza. L'inglese Chiantishire. È l’unica regione italiana con un
vero Brand internazionale costruito in un altro secolo su bisogni però evidentemente ancora
attuali come l'eleganza, il silenzio, il panorama. Altre ci provano molto <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>distanziate, gettando soldi, perché si muovono con strategie <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alla rinfusa con progetti deboli e
campanilistici. <o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b>
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">19. Le antichità<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Altri paesi possono rivendicare rovine romane - un
anfiteatro qui, le mura di Adriano lì - e la Grecia non ha carenza di monumenti
per il suo antico passato. Ma l'Italia ha le rovine greche - in particolare i
templi e i teatri siciliani di 2000 anni fa – e i resti di 1.000 anni di storia
romana. <o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Niente da dire, tranne che il mondo antico finito è al 19-esimo posto…
forse non siamo tanto bravi a renderle più interessanti?<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b>
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">18. Arte diffusa<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
In Italia, più di qualsiasi altro paese europeo, l'arte straordinaria
si trova ancora nei suoi luoghi originali. La Cappella Sistina e l'Ultima Cena
di Leonardo sono gli esempi più famosi, ma che dire della Basilica di San
Francesco ad Assisi, dove Giotto, Cimabue e Simone Martini hanno cambiato la
direzione dell'arte occidentale? <o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Niente da dire anche qui, le città d’arte sono al 18-esimo posto tra le ragioni… Non diciamo sempre che gli stranieri amano le
città d’arte? O forse lì ci vanno perché nelle città d’arte c’è altro di interessante,
come spazi alla qualità della vita, al sogno? Si parla di Turismo Culturale a scatola chiusa, cosa c'è dentro? Forse poca cultura classicamente intesa e tanta voglia di essere protagonisti della propria fiaba a cui trovare scenografie ideali e iconiche. </i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b>
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">17. Molti Musei<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
L'Italia ha molte gallerie d'arte di livello mondiale -
Uffizi a Firenze, Accademia a Venezia, Brera a Milano e collezioni Vaticane a
Roma. In città apparentemente modeste ci sono opere che sarebbero delle stelle
altrove. La Galleria Nazionale di Perugia, ad esempio, è ricca di opere umbre;
o Carrara a Bergamo; Palazzo Ducale di Urbino; Galleria Regionale di Palermo,
Pinacoteca di Siena; Museo Civico di Vicenza e altro.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Finiti sono al 17-esimo posto… questo ultimi tre suonano come
campanelli d’allarme nella mia testa. Arte, musei, belli sì, ma sullo sfondo
delle vere ragioni per venire in Italia. Perché il signore inglese è ignorante?
O disattento? O perché è solo umano e contemporaneo e non si vergogna a scrivere
quello che gli italiani si vergognano a dire? <o:p></o:p></i><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Negli ultimi due anni, a Roma, ho sempre camminato in musei vuoti ad ogni giorno (tolti Colosseo e Vaticani dove ti tocca andare per timbrare il cartellino di turista)</i><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: start;">
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b>
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">16. Gemme costiere<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
L'Italia non è ovunque superlativa. Le spiagge, ad esempio -
tranne in Sardegna - non sono tra le migliori. Ma c'è una bellissima costa.
Amalfi e le Cinque Terre sono le più conosciute ma ci sono alternative più
tranquille ma quasi altrettanto belle, specialmente al sud. In Puglia, fai del
Gargano e del Salento, e in Campania, nel Cilento, sacchi selvaggi e rocciosi
disseminati di splendidi villaggi.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Un’altra discreta freccia all’italico orgoglio. Mentre tra di noi ci beiamo
piantando ovunque tronfie bandiere blu come a Risiko non capiamo che la
competizione è internazionale, le nostre offerte sono spesso mediocri per
pulizia, acqua, servizi. Surclassate da Grecia, Turchia e Croazia – solo per
star vicini. Portogallo, Tunisia, per dire altri. Che le Canarie straccino la
Sicilia non è un gran onore. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">15. Le isole minori <o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
La terraferma italiana è un mosaico di paesaggi che rende
facile trascurare le isole. Non ovvie come Capri, più come le Isole Tremiti
della Puglia, poco note. E Ponza, o Capraia ed Elba; e le isole Eolie ed Egadi
- Lipari e Marettimo in particolare - al largo della costa siciliana.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Un patrimonio da valorizzare, misconosciuto anche agli italiani, che gli
stranieri apprezzano. Più dei Musei e l'arte, per dire…<o:p></o:p></i><br />
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">14. Venezia<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Il mondo sarebbe un posto molto più povero senza Roma o
Firenze, ma un mondo senza Venezia? È <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una città problematica, ma puoi sfuggire agli
elementi più disturbanti. Venezia usa incantesimi tutto l'anno, visitala in
inverno; cammina fino alla periferia, lontano da San Marco, e trascorri qui una
settimana, più se puoi, per scoprire la sensazione di una città che vive al di
là delle cartoline.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Una Venezia luci e ombre. Vi dico già che è l’unica città citata in
classifica, no Roma, né Firenze. Che occorra forse puntare più sulle risposte
che un luogo è in grado di dare invece che sul catalogo di monumenti, palazzi e
musei?<o:p></o:p></i><br />
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Quello che cerchiamo a venezia è il silenzio, spesso incubatore dell'amore, il resto è turismo di massa.</i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">13. Architettura<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Hai bisogno di più vite per godere lo straordinario
patrimonio dell'architettura italiana. Ogni città in Italia ha tesori: chiese
romane, gotiche o barocche; un monastero; Monumenti romani o etruschi; piazze
medievali; un palazzo rinascimentale. <o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Grazie, verrebbe da dire. Architettura in quanto tale. Una parola chiara e semplice. Potremmo magari
provare a raccontarla come luogo del lavoro, della vita, dell’anima, dei
ricordi. Ci aiuterebbe forse anche a migliorarla e a sentirla come uno strumento che genera felicità.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">12. La Moda<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Come tutti, gli italiani indossano <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>abbigliamento per il tempo libero a buon
mercato e gli standard di moda non sono come quelli di Armani, Valentino,
Prada, Versace, Schiaparelli, Pucci, Gucci, Fendi, Ferragamo e molti altri. Puoi
acquistare i grandi nomi a Milano, Firenze e altre grandi città, senza <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>trascurare i centri più piccoli come Como per
la seta, Biella per il cashmere e Cogne per il pizzo.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Bello che il Made in Italy irrompa, quasi come arte pop contemporanea
tra le ragioni per venire da noi. Valorizziamolo portandolo a sistema! Un buon
esempio è la Motor Valley dell’Emilia Romagna<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">1</b><b>1. Le Montagne</b></div>
<div class="MsoNormal">
Molti paesi hanno montagne, ma solo l'Italia ha le Dolomiti,
le più incredibili <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>d'Europa. E solo
l'Italia ha l'Etna, il vulcano più alto e più attivo d'Europa, e non una ma due
grandi catene montuose: le Alpi e la lunga spina dorsale centrale
dell'Appennino, con lupi e orsi e vedute che spaziano dalle Alpi Apuane
seghettate in Toscana nella vasta regione selvaggia dell'Abruzzo.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Quindi montagne citate, mare e spiagge no. Forse l’autore è la classica
mozzarella che preferisce le vette però, in tempo di postCovid la solitudine dei
sentieri batte la caciara delle spiagge tre a zero. Facciamoci magari una
pensata su…<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">10. La setta del
caffè<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Oggi possiamo comprare lattes, caffè espresso, macchiato e
cappuccino ovunque nel mondo. Sono parole e bevande che vengono
dall'Italia. In ogni bar italiano trovi un caffè incredibile, da sempre, da molto prima dell'arrivo di Starbucks. Lasciati coccolare dal rituale dell’esperienza
italiana - in piedi al bar, non seduto, per esempio; o al vetro; e non bere mai
il cappuccino dopo mezzogiorno ...<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Bologna è da poco entrata in alcuni itinerari sull’asse
Venezia-Firenze-Roma. Quando chiedo ai turisti americani che città abbiano
preferito si illuminano “Bologna! </i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">It’s the best. You can walk easily,
sit for a coffe watching people and having a wonderful aperitivo in the evening”. </span>Ecco,
giusto per dare un’occhiata più vicino alla piramide dei bisogni di Maslow.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">9. Buon bere<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Nessuno pretende che il vino italiano sia il migliore al
mondo, anche se negli ultimi anni sono emersi nuovi produttori e
numerosi vini innovativi. I vecchi nomi sono stati rivitalizzati (Chianti,
Valpolicella, Soave) e si sono uniti a vino molto rispettati (Barolo,
Barbaresco, Brunello). La Sicilia è una potenza emergente, così come la
Franciacorte in Lombardia e Bolgheri sulla costa toscana. Se il vino non è
piacevole, ci sono bevande alcoliche come grappa, Cinzano,
Campari, limoncello, Sambuca - e alcuni famosi cocktail (Negroni, Bellini).<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Equilibrato quadro che evita stupidi confronti con i fantastici
francesi e i magnifici cileni o australiani ma va dritto alla nostra infinita varietà. Poi, rispetto a casa loro, qui da noi il rapporto qualità/prezzo non ha eguali.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">8. Cucina di classe
mondiale<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Non francese, non elegante, ma in qualche modo perfetto: il
cibo italiano è salutare; gli ingredienti - carne, pesce, frutta, verdura -
freschi; la qualità è di prima classe; ci sono grandi variazioni regionali e la
cottura è veloce e semplice. <o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Chiaro? Anche qui lasciamo perdere panzane non misurabili come “La migliore
del mondo”. Piacciamo per salubrità, ingredienti, facilità. Siamo grandi, un
ottomila, assieme a una manciata di altri.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">7. Opera<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
L’Opera è italiana, così come la maggior parte dei grandi
compositori: Verdi, Rossini, Puccini, Monteverdi, Bellini, Donizetti. L'Italia
ha anche due dei teatri lirici più famosi al mondo - La Scala e La Fenice - e
bellissimi teatri si trovano anche a Bologna, Palermo, Treviso, Prato e
Ferrara.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Settima ragione per tornare da noi, magari una ragione in più per farla
ripartire e portarci pure gli italiani in questa estate post-Covid<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">6. Attrazione sui
laghi <o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Poeti e pittori hanno celebrato il Lago italiano per secoli,
e non c'è da meravigliarsi, perché rappresentano alcuni dei panorami più belli
d'Europa. Giardini lussuosi e splendidi villaggi adornano le loro spiagge con
clima mite, con pendii boscosi e Alpi innevate sullo sfondo. Maggiore e Garda
sono i più visitati, i più belli di Como; Iseo e Orta sono i più calmi.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Gli inglesi amano molto i laghi, non dimentichiamolo. Forse noi li amiamo ancora troppo poco. <o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">5. Una bellissima
lingua <o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Tutto suona meglio in Italiano. È <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il linguaggio dell'amore, della musica e nulla
si avvicina se vuoi sapere qualcosa. Anche se capisci a malapena una parola, le
chiacchiere in qualsiasi contesto sono un altro promemoria che ti trovi in un
paese piacevole. E a differenza di altri paesi – come la Francia - gli italiani
sono contenti che tu abbia provato, per quanto in modo terribile, a parlare la
loro lingua.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Un asset fantastico e polveroso. Poche iniziative davvero contemporanee che escano dal coro e diano valore (e creino fatturato) a partire da cosa abbiamo sulla punta della lingua.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">4. Attività all'aperto<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Comprensori sciistici di livello mondiale. Puoi andare in canoa, vela, kayak e immersioni. O coccolarsi a piedi, e andare in bicicletta in Toscana e in Umbria
o trekking e circuiti di più giorni su percorsi a lunga distanza nelle Alpi e
nelle aree circostanti. E che dire del parapendio in Umbria, del rafting in
Calabria o del monitoraggio dei lupi in Abruzzo?<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Eccoci con le Esperienze. Ben piazzate. Non tradizionali. All'aperto e dunque perfette per il distanziamento e per l'ossigenazione. Da sviluppare ORA e vendere per un turismo destagionalizzato, lento e sostenibile. <o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">3. Borghi storici<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
La Toscana e l'Umbria ce l'hanno in abbondanza, ma ogni
regione ha le sue: i miei favoriti includono Sulmona in Italia Abruzzo; Enna,
Erice e Noto in Sicilia; Matera in Basilicata; Tropea di Calabria; Ostuni in
Puglia; Ascoli Piceni nelle Marche; Ravenna di Emilia-Romagna; Camogli in
Liguria. L'elenco è lungo ...<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Siamo al podio! E con una bella carta da giocare. Moltissimo potenziale
per soddisfare i bisogni dei clienti e dei territori. Far rivivere i borghi
significa sviluppo, stop all’emigrazione, attrazione di talenti (soprattutto se
anche lì fai arrivare la fibra ottica) <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">2. Giardini gloriosi<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
I giardini sono ovunque in Italia, dalle ville venete e del
lago Italia a nord agli uliveti ombreggiati in Toscana e al cortile siciliano
profumato al limone a sud. I favoriti personali includono Ninf, a sud di Roma;
Hanbury vicino a Ventimiglia; Villa Carlotta sul lago di Como; La Mortella ad
Ischia; e i pittoreschi e bellissimi Giardini dei Tarocchi nel nord del Lazio. <o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Con un bel colpo di scena i giardini prendono l'argento! E' una scelta molto british e poco considerata quando ci immaginiamo attrattivi e memorabili. I giardini storici hanno un gran potenziale dopo 3 mesi di lockdown con la vista ridotta ai gerani sul davanzale.<o:p></o:p></i><br />
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Giardini da agire dunque, per imparare, per godere di spazi e luce. Per piacere.</i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">1. Gli Italiani<o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
Non puoi amare un paese se non ami la sua gente. Sappiamo
anche che gli italiani spesso si vedono principalmente come toscani o
siciliani, diciamo, o veneziani o napoletani, piuttosto che italiani. Ma sono
sempre gli stessi: realisti, cinici; passionali e rumorosi, ma anche formali e
conservatori; pragmatici e indipendenti; spontanei e socievoli, e con sensuale
apprezzamento per le cose migliori nella vita - e non c'è da meravigliarsi in
un paese in cui le cose sono migliori nella vita in modo così ampio.<o:p></o:p></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">“Le Persone sono la destinazione” lo sottolineo sempre nei miei corsi
di progettazione culturale. Prendo in prestito spesso il piano strategico <a href="http://localhood.wonderfulcopenhagen.dk/wonderful-copenhagen-strategy-2020.pdf">Wondeful
Copenaghen</a> che ha scalato il concetto a politica per la città. Non siamo
meglio degli altri. Siamo diversi. E piacciamo così. A partire da questo
possiamo candidarci a essere la destinazione preferita di chiunque. Perché chiunque
è umano qui può trovare quello che cerca.<o:p></o:p></i></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Occorre esserne consapevoli e far diventare un dono di natura la
principale leva della nostra relazione col mercato <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></i></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-31625828298338146252020-04-15T14:18:00.001+02:002020-05-08T12:06:43.517+02:00Ipotesi di lavoro per il Turismo Culturale nell’immediato dopo Covid-19<br />
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">‘Mantenere le distanze’</span></b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> è il mantra che condizionerà i
nostri comportamenti sociali dell’immediato futuro, specie quelli legati al
turismo, al tempo libero e alla fruizione culturale. Per il 2020, significherà
scegliere <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">destinazioni meno affollate</b>,
prediligere contesti in cui la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">qualità
dell’esperienza abbia più valore della quantità della relazione</b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-ySehdhtfVzk/Xpb7c5Hin-I/AAAAAAAABpI/A3nGZMAMtMo15G66uWv0h5kGsdzsb47cwCLcBGAsYHQ/s1600/Vatic.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-ySehdhtfVzk/Xpb7c5Hin-I/AAAAAAAABpI/A3nGZMAMtMo15G66uWv0h5kGsdzsb47cwCLcBGAsYHQ/s1600/Vatic.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sarà una <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">catastrofe</b> per i parchi divertimenti,
hotel, villaggi turistici centrati sull’animazione e le attività a bordo piscina.
Sarà una opportunità per le <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">destinazioni
minori, i borghi e le aree interne</b>, meno affollate, comunque ricche, che
dovranno <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">esaltare la propria differenza
con un’offerta e una narrazione adeguate</b>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il turismo
marino patirà molto; è prevedibile invece un <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">rafforzamento del turismo montano</b>, con le sue passeggiate in
solitaria, i grandi spazi e il recupero di quel rapporto con la natura che ci è
tanto mancato in queste settimane. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">La lunga
inattività di questi mesi farà sì che anche le abituali due settimane di
chiusura ad agosto si frammentino, sfumino anche nel loro senso di ‘interruzione’.
È dunque il momento di favorire con forza un’offerta con la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">destagionalizzazione dei flussi turistici,</b>
anche garanzia di minor affollamento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">rapporto con gli operatori del settore </b>cambierà.
È probabile una diminuzione di viaggi in gruppo a vantaggio di forme di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><a href="http://pensierisprofondi.blogspot.com/2018/04/cosa-sono-e-come-cambieranno-il-turismo.html">turismo
esperienziale</a></b> disegnate su misura. Già il fenomeno era in forte
crescita, favorito dalla disintermediazione <a href="http://pensierisprofondi.blogspot.com/2018/07/how-to-be-italian-per-portare-nuove.html">delle
piattaforme digitali</a>, ora sarà la scelta prioritaria per chi desidera
sostanza, sicurezza e personalizzazione. In questo settore <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">cicloturismo, cavallo</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> camperismo</b> e simili vinceranno.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Per
tranquillizzare le ansie degli appassionati di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">destinazioni culturali e artistiche</b>, sarà utile <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">contingentare le visite</b> negli
attrattori, anche con sistemi di prenotazione più sofisticati degli attuali.
Occorrerà allungare gli orari di apertura, sia per diradare i visitatori che
per sviluppare nuovi format serali, notturni magari, per piccoli gruppi,
famiglie, coppie. Occorrerà far iniziare l’esperienza già prima del viaggio e
farla continuare dopo, trasformando i pochi che la faranno in ambasciatori
verso molti. Sarà <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">un disastro sul piano
della sostenibilità economica</b> però sarà di gran lunga meglio <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">usare i soldi pubblici perché le persone
lavorino tenendo aperte strutture, altrimenti in perdita, piuttosto
che tenerle a casa in cassa integrazione</b>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il 2020 sarà
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">l’anno zero per il turismo
internazionale</b>. Saranno quasi solo gli italiani a muoversi in Italia. È
molto probabile che – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">un po’ per timore
di contagio e un po’ per tasche molto vuote</b> – l’estate di molti si svolga <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">nella propria area di residenza</b> con
qualche weekend nel <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>raggio di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">una o due ore di viaggio</b>. Diventerà
vincente la proposta di una riscoperta dei luoghi che guardi anche al
riappropriazione di cultura, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>memorie e
spazi, soprattutto all’aperto, delle proprie città.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Per
operatori e enti territoriali sarà categorico capire quanto quelle <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">facce pseudoconosciute abbiano però bisogni
nuovi</b>. Le persone vorranno <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">proposte
in linea con i tempi</b>. La sfida sarà portarli oltre l’idea del semplice ‘fuori
porta’ in <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">un viaggio reale in inediti
termini spaziali</b>, comunque un’esperienza di crescita e trasformazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">I pochi <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">stranieri che arriveranno saranno degli avventurieri o saranno già innamorati</b> dell’Italia. I primi cauti, curiosi e da
affascinare fuori dagli stereotipi del Belpaese. I secondi magari già
proprietari di seconde case in Toscana, Liguria o Sicilia, da coccolare,
festeggiare e trasformare nei nostri <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">ambasciatori</b>
verso il flusso di loro connazionali auspicabile nel 2021 e oltre. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Questo sarà
possibile solo con la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">capacità di fare
rete</b> nelle proposte, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">ascoltando e coinvolgendo
l’utenza</b> e con un’efficace <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">infrastruttura
comunicativa e informativa</b> dei luoghi e dell’offerta di servizi, solo ciò sancirà
il successo, prima reputazionale e poi economico delle destinazioni. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">In materia di cultura prodotta, molti autori
stanno approfittando di queste settimane per produrre <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">cultura e nuovi format</b>. Tra loro artisti affermati e non, individualità
collegate in/dalla rete, che <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">nella
creazione e nell’innovazione trovano salvezza esistenziale ed economica</b>.
Tutto questo dovrà <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">trovare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>palcoscenici degni</b>, luoghi di confronto e
dibattito, utili anche a selezionare ciò che esprima valore estetico, politico
e artistico. In tal senso credo che i luoghi della cultura abbiano la
responsabilità e l’opportunità di dare asilo a un contemporaneo finalmente non
dettato solo dal mercato fatto da pochi ma <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">espressione
di bisogni e domande collettive</b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-kZDQCh9AW8s/Xpb6lXZlTxI/AAAAAAAABo8/gVty0wdayrw7u0Fo6QubqWe22H20e7c4ACLcBGAsYHQ/s1600/Art.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="625" data-original-width="1349" height="148" src="https://1.bp.blogspot.com/-kZDQCh9AW8s/Xpb6lXZlTxI/AAAAAAAABo8/gVty0wdayrw7u0Fo6QubqWe22H20e7c4ACLcBGAsYHQ/s320/Art.png" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">In questo contesto
emergenziale la cultura e l’arte stanno definendo e prototipando <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">nuovi format e contenuti</b>. Impazzano le visite
virtuali, le challenge, videotrailer, curatori e direttori che raccontano,
musicisti che suonano in diretta, aste di opere su Instagram. Strepitoso, su
tutti, il format di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">TussenKunstenQuarantine</b>
ripreso dal Getty Museum come dal Mibact in cui le opere d’arte sono trasformate
in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tableux vivants</i> da persone
diventate <i style="mso-bidi-font-style: normal;">cosplayer</i> pop. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Di tutto ciò,
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">quello che funziona e piace rimarrà</b>.
È un punto di non ritorno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">In tal senso
il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">potenziamento dei servizi digitali</b>
che molti territori e strutture museali e culturali stanno realizzando in
questi giorni è inedito. A volte ancora confuso. Spesso realizzato con coraggio
e inventiva, bassi budget e molte idee, su canali e strumenti finora poco o per
nulla frequentati. In diversi si buttano e hanno capito che, per sopravvivere domani,
oggi è ‘<i style="mso-bidi-font-style: normal;">meglio chiedere scusa che
chiedere il permess</i>o’. Ciò sta portando a un <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">ripensamento del ruolo stesso delle istituzioni</b> e dei visitatori
che sempre più spesso diventano generatori di contenuti e veri partner.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Nella logica
empatica del <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">marketing esperienziale</b>,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il pubblico si sta a abituando a questi nuovi
linguaggi e modalità di relazione e fruizione. Dai prototipi di queste
settimane nasceranno quelli saranno vincenti in termini <i style="mso-bidi-font-style: normal;">audience</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">engagement</i> e
quindi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">development</i>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Oggi però,
in tempo di quarantena, tutto ciò ha un <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">costo
non misurabile </b>in quanto è il tempo di professionisti altrimenti inattivi che
non godono di ammortizzatori sociali, o di figure già pagate per altre attività
che non oggi possono svolgere. Domani gli andrà assegnato un <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">valore e un budget</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">trovato uno spazio in organizzazione, inquadrati
gli obiettivi in una strategia</b>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sono molte le
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">competenze</b> alla ribalta in questi
giorni. Varie le figure che stanno tenendo in vita la relazione tra cittadini e
Beni Culturali e Arti: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">creatori di
contenuti, community manager, esperti di SEO e comportamenti dell’utenza, data
analyst, esperti di e-commerce in prodotti e servizi, organizzatori di
crowdfunding e parecchi altri</b> ormai da considerare imprescindibili nei
futuri organici di una Sovrintendenza, di un Consorzio di Comuni, di una città d’arte,
dei musei maggiori o reti tra musei minori, di qualsiasi ‘attrattore culturale’
che abbia domani l’ambizione di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">attrarre
davvero qualcuno</b>.<o:p></o:p></span></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-40340365345276173072020-03-16T20:55:00.001+01:002020-03-17T10:07:02.669+01:00Voi, io, noi: le persone che incontro nella città sospesa dal virus<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-C630IZgIvPc/Xm_ZihPlTrI/AAAAAAAABlw/aqGzWseEEzMoCwkM7xCWO6sPvG13AnCYACLcBGAsYHQ/s1600/ped.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="417" data-original-width="626" height="133" src="https://1.bp.blogspot.com/-C630IZgIvPc/Xm_ZihPlTrI/AAAAAAAABlw/aqGzWseEEzMoCwkM7xCWO6sPvG13AnCYACLcBGAsYHQ/s200/ped.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
La quarantena ha esaltato le caratteristiche dei tipi umani che
si vedono in giro.<br />
Le loro storie riempiono lo spazio, e l'assenza di rumori di fondo li fa emergere con forza dall’anonimato che li accompagna in tempi di normalità.<br />
A passeggio nel quartiere spiccano:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<ul>
<li>L<b>’uomo di 60 anni</b> a cui hanno chiuso sia il bar che la
ricevitoria, le sue <i style="mso-bidi-font-style: normal;">lochescion</i>. È
incazzato, doppiamente perché <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la moglie
manda a fare la spesa. Lui le telefona davanti a ogni barattolo di yogurt (ma
quanti cazzo di tipi ce ne sono!), di confezione di pasta (ma quanto cazzo di
tipi ce ne sono?), di forma di pane (ma quanti cazzo di pani esistono??)</li>
<li>La <b>matrona 78enne</b> che ogni mattina vara la sua stazza
oltre l’uscio di casa e va a fare la spesa, rompe i maroni a tutti per passare
avanti perché lei 'non può stare in piedi' e compra solo 50 gr di prosciutto
senza grasso, 1 panino, 1 litro di latte, 2 mele o 1 banana. E ‘Ci vediamo
domani’.</li>
<li>La <b>negoziante separata </b>con i lunghi capelli sciolti e le
dita nervose che porta i figli piccoli in negozio perché non ci sono
babysitter disponibili a domicilio. Non sa dove metterli. Loro giocano sul
pavimento mentre negli occhi della madre saetta apprensione per ogni cliente
sconosciuto che entra.</li>
<li>I <b>neogenitori</b>, molto giovani, che spingono la carrozzina per
le vie perché ritengono sia l’unico modo in cui è possibile addormentare il
pupo. Lei è disinvolta, so fa sempre; lui, accanto, indossa goffe sneacker
tardoadolescenziali e dagli sguardi dei passanti assorbe nuove abitudini e
ansie inedite.</li>
<li>I <b>due operai rumeni</b> che dentro un negozio a piano strada
stanno ristrutturando l’ennesimo estetista che se non si riconverte al volo in
una sartoria per mascherine aromatizzate al timo dubito che abbia presto la
gioia di una inaugurazione con le piante infiocchettate.</li>
<li>La <b>ragazza con i capelli biondi e gli occhi seri</b>, incinta al
quinto mese a cui le minacce del virus hanno turbato la gioia di una nuova
bambina in famiglia. Ogni suo pensiero oscilla tra un futuro radioso e il
timore dei controlli in ospedali pieni di possibili pericoli immateriali <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></li>
<li>Il <b>giornalaio con la barba</b>, con un aspetto a metà tra il
senzatetto e il brigatista che, ogni mattina, camminando per i 3 chilometri che
lo separano dal suo chiosco teme che la polizia non creda che sta andando a
lavorare per un servizio essenziale.</li>
<li>Il <b>signore col cane e il passo veloce</b>. Il botolo ha già
pisciato e defecato in abbondanza, vorrebbe rientrare, ha la lingua fuori, ma
deve seguire questo 50-enne che con la scusa del cane sta fuori due ore e
scopre ogni giorno marciapiedi sconosciuti.</li>
<li>La <b>trentenne aspirante qualcosa</b>, col tailleur
giacca-pantalone che nonostante sia ormai semidisoccupata è ugualmente agitata,
ugualmente concentrata su un lavoro che si sfalda, con apericene cancellate, ugualmente
severa con se stessa e con qualche stagista che alle 8.30 ha già al telefono e
si prende cazziatoni per inadempienze impalpabili come lacrime nella pioggia.</li>
<li>Il <b>gabbiano</b> che al centro della carreggiata a due corsie sta
eviscerando un piccione. È tranquillo, banchetta in totale assenza di traffico.
Osservato da due pedoni in mascherina che ai lati opposti della strada
riprendono la scena col telefonino per farne la loro prossima storia social.</li>
<li>Il <b>giovane autista</b> dell’87 vuoto come un carico di
appuntamenti mancati che percorre i 20 chilometri del suo percorso nel centro
di Roma in meno di mezz’ora e poi segna sul suo taccuino personale la
performance, da raccontare ai suoi bambini se mai ne avrà.</li>
<li>Il <b>cantante di piano bar</b>, brizzolato e piacente 60enni che
vive al primo piano e che per preparare a scaletta dell’ormai abituale concerto
delle 18 a finestre spalancate, prova le canzoni già dalle 10 del mattino. Lui
sa essere per noi Renato Zero, Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Celentano, e mette
del suo nel combattere il virus.</li>
<li>Il <b>ciclista del food delivery</b> laureato in scienze politiche
con una tesi su “<i>Dipendenza e sviluppo nei paesi del G8</i>” che porta un carico
precotto a chi sceglie equo e sostenibile, ogm free, chilometro zero e intanto riabilita
la para schiavitù di questi ciclisti a cui il futuro era negato già prima del
virus </li>
<li>La <b>coppia </b>che tutte le sere appare sul terrazzo condominiale
con un baloon di vino o di cognac in mano e osserva il paesaggio, baciandosi e
parlando sottovoce di posizioni estreme o di serie televisive da vedere sul
lettone stasera.</li>
<li><b>L’addetto alla raccolta dei rifiuti</b> che col suo camion
affianca il bidone d’acciaio, lo aggancia, lo travasa nel pancione del suo
mezzo. Provo invano a agganciarne lo sguardo. Non ci riesco. Lo ringrazio con
pensiero.</li>
<li>Poi ci sono <b>io</b>, col mio trolley usato come coperta di Linus,
che ogni volta che decido di uscire per la spesa percorro un chilometro più del
necessario per stradine vuote e secondarie, riscoprendo gli odori e i colori
del mio quartiere.</li>
</ul>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-57839172870119421182020-03-14T13:28:00.000+01:002020-03-14T13:28:48.108+01:00Working from home in Coronavirus times: tips for foreign friends by an Italian veteran.<br />
<div class="MsoNormal">
In Rome we
have been in self-isolation for over two weeks. A few days ago I wrote a post
for Italians that has had a great diffusion online. </div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">I have been
working at home for over ten years. Before, I was a company manager, with a
large office, a round meeting table and a nice picture behind me. I enjoyed
breaks at the coffee machine and dozens of mostly nice colleagues.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-gt79Qa__fcI/XmzComNQ1sI/AAAAAAAABlg/1Fi1te6SsR8176sJ8Q7-1KPQG9AX5_9bACLcBGAsYHQ/s1600/Dista.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="189" data-original-width="267" height="141" src="https://1.bp.blogspot.com/-gt79Qa__fcI/XmzComNQ1sI/AAAAAAAABlg/1Fi1te6SsR8176sJ8Q7-1KPQG9AX5_9bACLcBGAsYHQ/s200/Dista.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">Then I
chose the freelance consultancy also to enjoy the children. So I chose it. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">Millions
of people around the world discover it these days as a consequence of the
coronavirus. It is not an easy situation, there is tension and concern.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">I assure
you that in the end it's not bad: with a few tricks your productivity and
quality of life will skyrocket.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">Since I
have got a few years of advantage, I hope to do something useful in making
suggestions on how to deal with this unusual situation:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<ol>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Never in
pajamas</b>. You are working and therefore use clothing to mentally separate the
moment from the flannel and slipper activities. Dress comfortable and
dignified. Also because you must always be ready for a videoconference that
must see you prepared at least from the waist up.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Physical
movement</b>. Before you start working, do some physical movement: you have spared
the journey by car or public transport but something must tell your body that
it must change gear. The walk with the dog is ok, shopping in the shops near
the house also, excellent pilates in front of the brightest window.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Use a work place</b>. Decisive to have a dedicated space, a little thought you can create one. Your position can
NEVER be the bed or sofa: the body goes haywire and does not understand what to
do. There are those who can afford a room; I have a small table in the room;
excellent also the living room. The important thing that you have a space of your own.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Do not
bring food to the desk</b>. The house knows you and tempts you: food
reserves abound, often better than in the company's canteen. Keep away, especially if you
do not want repercussions on fat, blood sugar, cholesterol and stains on
folders.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>The family</b>.
All those who live with you, family, roommates, pets, must stay clear when you
are working. Say it without misunderstanding, maybe put a signpost outside the
door. You are not there for them. Be categorical.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Don't care
about the house</b>. There are those who do not start working before the bed is not
made, the dishes washed, the plants watered. That's enough! You are there
because you have commitments: set yourself a timetable and totally ignore the context that - I assure you - can do without you.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Have breaks</b>: Take
at least a ten minute break every two hours. It serves to remain human. And
then there is pee, coffee and snacks to pay homage to. And maybe a chat with
the other bipedal or animal housemates. It is also useful to widen your gaze by
focusing on something far away like clouds, passersby, the tree in front, the
policeman who fines the car in double row.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Use of
social media</b>: At home you have no filter or obstacle and therefore social
media risk making you waste a lot of time in unbridled messing aroung. It is also
clear that in this moment of emotional stress and organizational solitude you
want to feel part of a community. Then use it sparingly by giving yourself
rules.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Isolation</b>:
you are isolated, you are not alone, always remember it. Take care of human
relationships, call someone, write to each other.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>E-Commerce</b>.
Worse than social media because it empties your account. Keep away from Amazon
and other compulsive buying platforms. Trust me: you don't need a drill or a
moccasin. </span>At least not during working hours.</li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Technologies</b>.
For normal office activities, in addition to a PC and a reasonable bandwidth,
an effective backup system (in the cloud or on an external hard disk),and a b/w
laser printer are recommended. A pair of headsets is also useful to better
manage video calls without echoes and distortions</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Video
calls.</b> If your company does not have its own platform, Skype, webex, Microsoft
Team, Zoom or - on the ground - Whatsapp or Facetime can do the job.</span></li>
<li><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"><b>Mobile Phone</b>. The
mobile phone greatly distracts those who work. Use it as strictly as necessary.
I advise not to keep it handy. And if it rings, getting up to respond is
already physical movement. If you use a lot of whatsapp for work, install the
pc version, otherwise forget it.</span></li>
</ol>
<br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">If you
usually stay 7-8 hours in the office, you will soon discover that at home the
same tasks are done in 4-5 hours. So all these tips become easier to manage. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">You then saved at least an hour of travel. It is important that part of the
freed time is focused to learn, to discover the web, to use distance learning
modules, to update you, to build communities. For the rest, many cuddles and
kindnesses to those who share the apartment with you.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">-----------------<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">If you
think these tips can be useful to someone, share them on your channels.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">If you have
comments, points to add or your experiences to describe, leave me a comment below.<o:p></o:p></span></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-83331292484060293722020-03-08T19:48:00.001+01:002020-03-14T13:37:16.545+01:00Lavorare da casa: i consigli di un veterano.<br />
<div class="MsoNormal">
<b>Lavoro a casa da oltre dieci anni</b>. Prima ero un direttore d’azienda,
con l’ampio ufficio, il tavolo riunioni tondo e un bel quadro dietro di me. Mi godevo le
pause alla macchinetta del caffè e decine di colleghi in gran parte simpatici.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-q7Fk5IeBNfk/XmU9r2e8PqI/AAAAAAAABk8/W6xrxFbJ12YBV1Xqqtf5PifXGajq6VK0QCLcBGAsYHQ/s1600/casalavoro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="607" data-original-width="910" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-q7Fk5IeBNfk/XmU9r2e8PqI/AAAAAAAABk8/W6xrxFbJ12YBV1Xqqtf5PifXGajq6VK0QCLcBGAsYHQ/s320/casalavoro.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Poi ho scelto la libera professione anche per vivere la
crescita dei figli. L’ho scelto dunque. Milioni di persone lo scoprono in
questi giorni come conseguenza del coronavirus. Non è facile. È diverso. Vi
assicuro che non è male e che con <b>qualche accorgimento</b> la vostra produttività e
la qualità della vita scattano alle stelle. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Visto che ho qualche anno di vantaggio, spero di far cosa
utile a qualcuno nel riportare suggerimenti su come affrontare questa
situazione:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
</div>
<ol>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mai in pigiama.</b> State lavorando e dunque usate l’abbigliamento per separare
anche mentalmente il momento dalle attività in flanella e babbucce.
Vestitevi comodi e dignitosi. Anche perché occorre sempre essere pronti a una
videoconferenza che vi deve vedere preparati almeno dalla vita in su. </li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Movimento fisico</b>. Prima di iniziare fate del movimento fisico:
avete risparmiato il viaggio in auto o con i mezzi pubblici ma qualcosa deve pur
dire al vostro corpo che deve cambiare marcia. La passeggiata col cane è ok, la
spesa anche, ottimo anche il pilates davanti alla finestra più luminosa.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Spazio dedicato</b>. Decisivo avere uno spazio dedicato, un po’ pensato.
La vostra postazione non può MAI essere il letto o il sofà: il corpo va in tilt
e non capisce cosa deve fare. C’è chi si può permettere una stanza; io ho un
tavolino in camera; ottimo il soggiorno. L’importante che sia il vostro spazio.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Non portate cibo o bevande alla scrivania</b>. La casa vi conosce e vi
tenta: le riserve di cibo abbondano, migliore e più buono che alle macchinette.
Tenetevi lontani, specie se non volete contraccolpi su adipe, glicemia,
colesterolo e macchie sui faldoni. </li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">La famiglia</b>. Tutti quelli che vivono con voi, famiglia,
coinquilini, animali di compagnia, devono aver ben chiaro quando state
lavorando. Ditelo senza equivoci, magari mettete una targa fuori dalla porta. Voi per loro non
ci siete. Siate categorici.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Fregatevene della casa</b>. C’è chi non inizia a lavorare se il letto
non è fatto, i piatti lavati, le piante innaffiate. Basta! Siete lì perché avete
degli impegni: imponetevi un orario e fregatevene totalmente del contesto che –
vi assicuro- può fare a meno di voi.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Pause</b>: Fate almeno una pausa di dieci minuti ogni due ore. Serve a
rimanere umani. Lo prescrive la legge. E poi c'è pipì, caffè e snack da
ossequiare. E magari due chiacchiere con gli altri coinquilini bipedi o animali. Utile anche allargare lo sguardo mettendo a fuoco qualcosa lontano come nuvole, passanti, l'albero di fronte, il vigile che fa la multa all'auto in doppia fila. </li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Uso dei social</b>: In casa non avete nessun filtro o ostacolo e dunque i social media rischiano di farvi perdere un mucchio di tempo nel cazzeggio sfrenato. È chiaro anche che
in questo momento di stress emotivo e solitudine organizzativa vogliate
sentirvi parte di una community. Allora usatelo con parsimonia dandovi delle
regole. </li>
<li><b>Isolamento</b>. Siamo isolati, non soli: ricordatelo sempre. Curate le relazioni umane, chiamate le persone, scrivetevi. Fate domande. Chiedete aiuto se serve.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">E-Commerce</b>. Peggio dei social perché ti svuota il conto. Tenetevi
lontani da Amazon e altre piattaforme d’acquisto compulsivo. Fidatevi: non vi serve né il
trapano né il mocassino. Almeno non in orario di lavoro. E la spesa fatela al
mercato rionale: è tutta salute.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Strumentazione</b>. Per normali attività d’ufficio, oltre a un PC e una larghezza di banda ragionevole, sono consigliati un sistema di backup efficace (in cloud
o su un hard disk esterno), una stampante laser b/n. E’ utile poi un paio di
cuffiette per gestire al meglio, senza echi e distorsioni, le videochiamate</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Videochiamate</b>. Se la vostra azienda non ha una sua piattaforma, vanno benissimo Skype, webex, Microsoft Team, Zoom o – terra terra – anche Whatsapp
o Facetime possono fare il lavoro.</li>
<li><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Telefonino</b>. Il telefono distrae parecchio chi lavora. Usatelo lo stretto
necessario. Consiglio di non tenerlo a portata di mano. E se suona, alzarsi a
rispondere è già movimento. Se usate tanto whatsapp per lavoro installate la
versione pc, altrimenti lasciate perdere.</li>
</ol>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
Se in ufficio fate di solito 7-8
ore scoprirete presto che a casa le stesse cose si fanno in 4-5. Quindi tutti
questi suggerimenti diventano più facili da gestire. Avete poi risparmiato
almeno un’ora di spostamenti. È importante che parte del <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">tempo liberato</b> sia destinato a imparare, a scoprire il web, moduli
di formazione a distanza, ad aggiornarvi, a fare community. Per il resto, tante
coccole e gentilezze a chi divide l’appartamento con voi. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
-----------------<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
Se pensate che queste riflessioni
possano essere utili a qualcuno, condividetele.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
Se avete commenti, punti da
aggiungere o vostre esperienze da raccontare, lasciatemi un commento qualche riga sotto.<o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-2714008726084642952020-01-25T16:18:00.003+01:002020-01-25T17:28:51.171+01:00"La società signorile di massa", di Luca Ricolfi - recensione e qualche dubbio.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-mo-LoMRKf-A/Xixcyk2KczI/AAAAAAAABhw/iXivHoylJ5EYa8-EbK_NOnBDejUFKqsfQCLcBGAsYHQ/s1600/Rcolfi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="303" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-mo-LoMRKf-A/Xixcyk2KczI/AAAAAAAABhw/iXivHoylJ5EYa8-EbK_NOnBDejUFKqsfQCLcBGAsYHQ/s320/Rcolfi.jpg" width="217" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
“<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">La società signorile
di massa</b>” di Luca Ricolfi è il libro del momento. Lo leggono è discutono amici
e colleghi. Molti di loro me ne hanno parlato con punte inedite di
ammirazione per le riflessioni che presenta sull’Italia. Per tutti, me compreso, si tratta di un punto di vista originale sull'economia e sui comportamenti che da essa discendono.<br />
Tutto questo ha
giustificato in me la scelta di investire i 18 euro del prezzo di copertina.<br />
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Letto e masticato per bene. Appunti, post-it, scritte a
margine per fissare le idee. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-spacerun: yes;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<b>L’assunto </b>del libro è che: siamo in una società dove la
maggioranza non lavora; tra quelli che lavorano c’è una bella
fetta di para-schiavi che consentono agli altri (la maggioranza) di fare i signori vivendo poco di lavoro e molto di rendita; l’accesso a
consumi opulenti e non necessari è diventato di massa. E la cosa non può durare più di una generazione o due, poi ci sarà il
<b>tracollo</b>.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
I <b>giovani </b>fotografati da Ricolfi – spesso figli unici - sono destinatari
del patrimonio delle famiglie e se scelgono di non fare niente di produttivo è perché si sono fatti bene i loro conti: "fino a trent'anni traccheggio e poi eredito il bottino."<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
L’alluvione di dati del libro si sposa spesso con opinioni personali
da nonno davanti al caminetto. Che diventa autoindulgente verso la ‘vera’
elite, la società signorile e non di massa, che lui vede (senza portare dati) come
quasi ascetica e fuori dal coro e non cafona e sbulaccona come appare davanti al mio caminetto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il fondamento che in Italia lavori meno del 50% delle
persone abili è un po' buttato lì (e contraddice il 58% di molte statistiche, comunque basso) e dimentica la stima che il lavoro nero pesi tra i 2<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e i 3 milioni di teste (tra 7 e 10 %).<br />
L'analisi su come stiamo messi male di Ricolfi tralascia del tutto che la condizione italiana ci porta ad avere
un livello di aspettativa di vita tra i più alti del mondo e un tasso di
suicidi tra i più bassi; che tutti i reati solo in calo da molto tempo; sussurra solo che abbiamo una bilancia commerciale in forte attivo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ricolfi considera la <b>velocità di cambiamento</b> del contesto
una questione accessoria, non una concausa. Molti altri ritengono sia una delle
variabili che maggiormente condizionano la crisi della scuola, dell’università, del sindacato e del mondo del
lavoro in genere.<br />
Lui elude ogni considerazione sulle <b>piattaforme</b> digitali che hanno stravolto dinamiche di relazione, di reputazione, di partenariato, di organizzazione. </div>
<div class="MsoNormal">
Arriva fin a criticare duramente la scelta di alcuni farsi un ‘<b>anno sabatico</b>’
dopo le superiori per capire il mondo e scegliere con più criterio la propria
via (consuetudine anglosassone che lui ignora pur esaltando le doti pragmatiche
e protestanti).</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Imbarazzante la sua leggerezza e lontananza dal reale quando afferma, chissà con quali dati che “<i>Ieri si leggevano i libri,
oggi si va alle fiere per veder parlare l’autore. Assai più gratificante che
stare a casa da soli, a leggere</i>”. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Mi trova sul pezzo quando si incaponisce sulla follia che le spese in
gioco d’azzardo valgano quanto la spesa sanitaria (circa 110 miliardi annui), è però un po' colpevole di leggerezza quando non dice che oltre 80 miliardi rientrano in vincite ai giocatori stessi. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Forse il passaggio dove manifesta maggiore <b>pigrizia
intellettuale</b> è dove arriva a criticare la recente propensione all’uso piuttosto che al
possesso quasi essa sia un limite e non una risorsa, sia in termini di reddito che
di relazione. Quasi non sia un modello di crescita culturale responsabile e
auspicabile. La variabile ambientale la evita e canzona alquanto chi magari sceglie
il bio, la riduzione del superfluo, la sostenibilità. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Non sopporta proprio che
molti italiani facciano movimento, vadano in palestra e simili, vedendo ciò
solo come spesa superflua e non come un vantaggio per il corpo, per lo spirito e per le casse della sanità pubblica.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<div class="MsoNormal">
L’impressione generale è che il Ricolfi sia partito da una<b> sua teoria</b> sull’Italia e abbia scelto con cura dati e percorsi utili a dimostrarne la validità. Questa manipolazione è ben fatta e spesso contiene anche guizzi originali. Non ci sono tuttavia elementi sufficienti a confermare che quello che afferma sia vero, inquadri il reale, soprattutto vada in profondità nel cogliere i bisogni su cui progettare soluzioni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
Riprende molti dei concetti già trattati da Bauman con ben
altro spessore, e riconduce la vita senza progetti, l’immediatezza del vivere a
questo suo concetto di società signorile di massa, senza nulla concedere a temi
più profondi come l’incertezza, la paura.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Tocca, ma sempre di striscio, quasi non voglia sporcarsi la
penna, il tema del <b>cattolicesimo</b> come limite all’ambizione personale, alla
meritocrazia, come la confessione e l’assoluzione siano una bella comodità in
caso di evasione fiscale o altre cosette del genere.<br />
Non si pone la questione
di un paese per un terzo in mano alla <b>criminalità</b> e del suo impatto reale sul
sistema complessivo e sulla politica. La sua analisi delle relazioni Nord – Sud del paese è
ipersemplicistica e datata: sud fannullone e dove si regalano i voti a scuola, nord operoso. 'ndrangheta e mafie non pervenute. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-spacerun: yes;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
L’impressione forte è che i 70 anni dell’autore lo portino
già in una dimensione nostalgica di chi guarda al passato autoassolvedo la propria
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>generazione. Un passato dove studiavano in pochissimi, si viveva meno e male, le donne e le minoranza stavano al palo della vita, l'elite passeggiava in alpeggio, la fame spigeva all'azione e il ricordo della guerra determinava le decisioni. Mi ricorda in molti passaggi l’abbaglio di un altro libro discutibile, “Gli sdraiati” di Michele Serra di qualche anno fa, che ufficialmente raccontava
di un giovane <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>demotivato e quasi alieno, nel
concreto, parlava di un padre che aveva fallito in pieno la sua missione
genitoriale.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Insomma, Ricolfi dice che siamo una società signorile di
massa e la prima cosa che mi viene in mente alla fine della lettura è : “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mbè? Dimmi qualcosa di utile o ridammi i
miei 18 euro.”</b><o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-39441184958048260022019-12-24T17:24:00.000+01:002019-12-24T17:35:18.608+01:00Di povertà vorrei parlare…Oltre venticinque anni fa ho iniziato ad occuparmi di
progetti e strumenti per la lotta alla disoccupazione. Una dozzina di anni fa
mi sono allargato al tema della creazione di lavoro e alle nuove professioni,
al recupero spazi e alle nuove economie. Poi mi sono concentrato sul
lavoro le competenze in ambito culturale,
anche con progetti specifici di sviluppo territoriale.<br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Poi nuovi percorsi, forse logici ma anche inaspettati, da
quasi un anno <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mi hanno portato ad un
impegno professionale nel campo della <b>lotta alla povertà</b>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-vEfzpFjk5_s/XgI7PO6uilI/AAAAAAAABhA/whTUIY7o2bss5Ewbh5UV7LtdXTcBFaR3wCLcBGAsYHQ/s1600/famiglia_povera_italia_N.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="338" data-original-width="483" height="222" src="https://1.bp.blogspot.com/-vEfzpFjk5_s/XgI7PO6uilI/AAAAAAAABhA/whTUIY7o2bss5Ewbh5UV7LtdXTcBFaR3wCLcBGAsYHQ/s320/famiglia_povera_italia_N.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Ne parlo poco, pochissimo. È la prima volta che lo faccio
sul web e sui social media. Il Natale<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e
la voglia di condividere le opinioni con chi mi segue su questo blog, mi spinge
a fare qualche considerazione.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Dopo un anno di lavoro, nella testa si mischiano visi, statistiche impietose,
storie di vita, la disperazione delle famiglie, i raggi di speranza per alcuni,
e lo scoramento di operatori bravissimi chiamati sempre a svuotare l’oceano con
un cucchiaio. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Se contabilizzo con la mente i miliardi spesi per lo scopo e
provo a coglierne gli impatti scarto la retorica, scelgo la <b>pragmaticità</b>. Perchè se ne parla e scrive troppo poco.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il 2019 è stato l’anno del <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Reddito di Cittadinanza</b>, l’affermazione di un <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">nuovo diritto</b> e del concetto che in una comunità <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">la fratellanza è pilastro di democrazia</b>
e include il <b>sostegno</b> nelle situazioni più disperate. La svolta legislativa
è stata <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">epocale</b>. <o:p></o:p><br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Sì, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">il sistema era
impreparato a uno strumento così ampio e complesso</b>: servizi non all’altezza,
software inesistenti, procedure da progettare, leggi e decreti da scrivere, scollamento
tra le amministrazioni, operatori travolti dall’incertezza e dall’utenza. Una
politica più saggia avrebbe dovuto immaginare 12-18 mesi per organizzarsi. La situazione è in evoluzione, tanto è stato costruito e tanto si sta facendo. Occorre<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> guardare al futuro e
apprezzare una base giuridica che non c’era e le opportunità che stanno
sviluppandosi</b>. Eccoci allora qua, impegnati a trasformare un magma di casi ed
eccezioni in un sistema di supporto ai cittadini, dando del nostro meglio. Tra un
anno, ci rivedremo qui per i primi veri bilanci. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Alcune cose le ho imparate velocemente.<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Lavorando sulla povertà e sull’esclusione sociale ho
compreso come la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">povertà
educativa</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">sia la radice da estirpare</b>.
Ragazzi e ragazze che non studiano non hanno chance contro l’esclusione. Quando
incontro ventenni inchiodati al dialetto e a solo duemila parole in italiano vedo
i loro percorsi in caduta libera. Comprendi subito come la licenza superiore sia
il minimo per galleggiare, e a essa andrebbe accompagnata da forme di
educazione non formale che passino attraverso lo sport, i gruppi giovanili, la
possibilità di viaggiare e magari padroneggiare un’altra lingua. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Miliardi di euro e nuovi approcci vanno calati sul sistema
scolastico e sui servizi di supporto alle famiglie.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
La seconda componente maligna della povertà è la solitudine.
La <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">povertà relazionale</b> è
estremizzata nei cittadini senza dimora ma è trasversale a tante categorie,
accentuata dopo i 50 anni. È la dimensione in cui ci si arrende, non si ha nessuno
per cui impegnarsi, con cui condividere sforzi, sconfitte e successi, e allora,
tanto vale, lasciarsi andare. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Lo so, non
puoi obbligare a nessuno di socializzare, a curarsi, però puoi agevolarlo. Possono
farlo architetti e urbanisti a cui si dia tale mandato nei loro progetti per
città, quartieri e aree interne, possono aiutare animatori e artisti sociali.
Anche la banda larga e l’educazione digitale sono utili allo scopo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il fantasma che ogni tanto intravedo è quello della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">povertà provocata</b> e dunque evitabile.
La percepisci nelle regioni in mano alla criminalità, dove il povero è utile, è
manovalanza, è docile, è la piattaforma su cui accumulare ricchezza. Dove le componenti
di ignoranza, lavoro nero e solitudine sono al servizio di un disegno più
grande che giustifica a ricchezza di pochi sulle spalle dei molti. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In quest’anno ho imparato che la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">povertà è un fattore</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">complesso</b>
(‘multidimensionale’ dicono i tecnici) e la lotta al fenomeno soffre di semplificazione.
È pilatesco affermare ‘basta dare un lavoro’, così come è una semplificazione l’idea
che esistano soluzioni valide per tutti. I percorsi hanno senso quando sono
individuali, sono lunghi, passano per il recupero della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">legalità</b>, della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">speranza</b>,
dei fondamentali del vivere civile. <o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-55237558378883636382019-08-01T10:06:00.001+02:002019-08-01T11:47:02.324+02:00Formarsi per trasformarsi. Riflessioni di un docente alla vigilia delle ferie.<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Nell’ultimo
anno ho fatto almeno 80 giornate di formazione (<i>sono un’enormità e prometto a
me stesso che non lo farò mai più</i>). La bellezza della formazione è che consente
di entrare in relazione con le persone in un momento cruciale della vita:
quello dello <b>sviluppo professionale</b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sono tutti corsi per
adulti. Possono essere partecipanti a master, occupati e disoccupati di ogni
età in corsi finanziati dalla UE, manager privati, direttori di musei o
biblioteche. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-3vc__6t3IWM/XUKdh6_XBzI/AAAAAAAABbQ/zPenu7PtFqgbp1NzsVY8FkIRB2DeHqAjQCLcBGAs/s1600/train.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="150" data-original-width="335" height="143" src="https://1.bp.blogspot.com/-3vc__6t3IWM/XUKdh6_XBzI/AAAAAAAABbQ/zPenu7PtFqgbp1NzsVY8FkIRB2DeHqAjQCLcBGAs/s320/train.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Quello che
accomuna gran parte di loro è il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">disorientamento</b>.
Come se la velocità a cui si muove il contesto paralizzi la capacità di
muoversi senza punti di riferimento; l’assenza di certezze impedisca di
tracciare rotte; l’ansia che vedono negli occhi dei genitori o dei partner
diventi il fantasma che li impantana se stanno per accelerare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Incontro
spesso <b>talenti formidabili</b> che non hanno mai potuto verificare nel concreto
l’utilità di ciò che saprebbero fare. Da parte dei più giovani osservo una
profonda critica ai programmi universitari ritenuti obsoleti se non proprio
campati in aria. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Io non sono
un accademico. Adoro l’aula ma ho bisogno di ‘<b>fare cose</b>’, impastarmi col reale, confrontarle con
l’ottimo e i mediocre, elaborarne l’efficacia. Poi, se ho imparato qualcosa,
trasformo tutto ciò in un’attività d’aula. Mi appassiona e diverte anche e spero che ciò mi renda un apprezzabile formatore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Ogni tanto
ecco quello/quella (più spesso è donna) che si incaponisce su un’idea e vuole
fortemente realizzarla. Spunta il ‘<b>progettino</b>’ che sgomita per prendere forma e
perdere il diminutivo. Quando ci riesce, <b>lo sguardo di chi immagina il futuro è diverso: chiede e
libera energie</b>. Ci sono casi in cui questo miracolo avviene addirittura durante
il corso e allora nasce una contaminazione positiva con gli altri partecipanti,
i talentuosi e indecisi che scoprono come si possa osare. Il progetto allora
diventa più di uno, alcuni si fondono, si scontrano, si arricchiscono a vicenda.
Tutti imparano e si <b>trasformano</b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sullo sfondo, gli
enti di formazione: tolte brllanti eccezioni, soffrono la pesantezza burocratica, la
difficoltà a interpretare il contesto, faticano a dare senso ai loro
corsi, anche perchè quasi mai conoscono davvero i corsisti, raramente interagiscono con i
docenti, tantomeno li coordinano. Fanno un lavoro per cui occorre una
vocazione ma raramente riescono a vedersi come tali. Anche se formare gli enti formatori è un po' come spingere gli spingitori di guzzantiana memoria, dovrebbe essere fatto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">So che molti
dei partecipanti alle mie aule leggeranno questo post e non mi spiacerebbe
confrontarmi ancora con loro su questi temi. <o:p></o:p></span></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-43545812130035701692019-05-15T22:54:00.001+02:002019-05-16T09:04:56.692+02:00Il Salone del Libro di Torino per chi non c’era: dalla A alla Z<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-xHXybwgpDrw/XNx8YVYvnFI/AAAAAAAABVQ/GCj56Ho5oucUakYc9k7Uk1A6DyaVvtDqQCLcBGAs/s1600/salo2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="178" data-original-width="283" height="125" src="https://3.bp.blogspot.com/-xHXybwgpDrw/XNx8YVYvnFI/AAAAAAAABVQ/GCj56Ho5oucUakYc9k7Uk1A6DyaVvtDqQCLcBGAs/s200/salo2.png" width="200" /></a></div>
<ul>
<li> A – <b>Alberto Angela</b>,
presidente del consiglio dei saggi per acclamazione, atteso da una fila immensa. Evocato già dai perquisitori (quelli che all’ingresso
ti tolgono le bottiglie d’acqua perché tu possa comprare l’acqua nei bar
interni). Sbrilluccicante negli occhi glitterati delle signore phonate. Santo subito.</li>
<li>B – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Bella Ciao</b>,
password popolare che apriva l’accesso alle teste altrimenti rinchiuse nella
paura di un forte fascismo percepito. Era scritta sulle spilline indossate
dagli editori, appesa agli stand, fischiettata nei bagni e nei corridoi. Mi son svegliato.</li>
<li>C – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Code</b>, una
costante nel paesaggio. Migliaia di bipedi disposti a aspettare per ore in coda
la presentazione di Salinger Jr., la dichiarazione di Saviano, la battuta di
Pannofino. Code per mangiare, pisciare, pagare. Code.</li>
<li>D – <b>Disegnetto</b>, è
il miglior modo di vendere libri se fai l’illustratore. Vati del gesto creativo seriale sono
Zerocalcare, per avere il di cui disegno su un di cui libro occorreva prendere
il numero e attendere qualche ora peggio che allo sportello Equitalia, e Leo Ortolani che invece amava veder la fila
davanti a sé; fila così lunga da favorire la nascita di amicizie e amori. </li>
<li>E – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Ebook</b>,
scomparsi dai radar, schifati dal mercato, hackerati come avenger, sopportati da pochi editori,
espulsi da altri. Nessuna traccia, nessuna convenienza. Fino ad alcune case editrici
serie che, se proprio lo scrittore vuole, gli fanno l’ebook se se lo paga lui.</li>
<li>F – <b>Fascismo</b>, respinto, rimbalzato, esorcizzato, schiacciato
da pile di libri e da suole inarrestabili, soprattutto da idee e buon senso che
nel salone esondavano fluenti. Chi aveva pubblicato anche solo la biografia del
nonno nato in quel periodo la esponeva come feticcio e parafulmine. La forza
delle idee vs. la forza <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>contro le idee.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-kvHjHFM6oaw/XNx8AsropdI/AAAAAAAABVI/EF5slNmGH94xQXeWsej4uEq9DmOyiIfiACEwYBhgL/s1600/salone.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1280" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-kvHjHFM6oaw/XNx8AsropdI/AAAAAAAABVI/EF5slNmGH94xQXeWsej4uEq9DmOyiIfiACEwYBhgL/s200/salone.JPG" width="200" /></a></div>
</li>
<li>G – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Giovani</b>.
Tanti, ovunque, in parte scarrozzati da professori, in parte impegnati in
progetti di alternanza scuola/lavoro centrati sull’intervistare, scrivere,
creare, gestire. Tanta curiosità esibita. Alla ricerca di voci sintonizzate
sulle loro orecchie, e di orecchie sintonizzate sulle loro voci, che sono
poche.</li>
<li>H – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Haiaiai</b> a chi
pensava di trovare un posto comodo e democratico dove ricaricare il telefonino… </li>
<li>I – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Ipocrisia</b>. Un
mare di editori a pagamento che nel Salone esibiscono verginità e serietà a
danno degli allocchi. Stand enormi di sigle neppure distribuite in libreria.
Robe così.</li>
<li>L – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Libraccio</b>. Un
enorme stand del Libraccio che stravende testi scontati di un po’ tutti, di
molti marchi presenti. Code alle casse. Migliaia in cerca dello sconto con gli
editori lì accanto che fanno la fame con gli stessi volumi a prezzo pieno. Toglietelo di mezzo! È concorrenza scorretta, non
vi pare? E abbassa di molto la percezione del valore dei testi. Un brutto spettacolo. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></li>
<li>M – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mangiare</b>,
code infinite e qualità da luna park di provincia. Hot dog, hamburger, pizza
molliccia. Al Salone è meglio nutrire l’anima.</li>
<li>N – Novità, tante e varie. </li>
<li>O – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Ohhh</b>,
facevano tutti davanti all’enorme cilindro di libri altro oltre 10 metri</li>
<li>P – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Podcast</b>,
diversi gli stand interessanti che cercano di trovare la via italiana al
podcast. Da Amazon a Storielibere.fm, in diversi fanno capolino in un mercato
che trova molte delle sue ragioni nell’invecchiamento della popolazione, nella
pigrizia dei lettori, nella diffusione dell’uso degli auricolari, nella qualità
dei nuovi prodotti, nei nuovi home assistant (“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Alexa leggimi 50 Sfumature di</i>”). Da tenere sott’occhio. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></li>
<li>Q – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Quando</b> non ne
potevo più di stare in piedi mi sono infilato in uno stuzzicante confronto sul
western italiano da Tex a Red Redemption 2, da trame elementari a narrative non
lineari. Per nerd della scrittura.</li>
<li>R – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Regioni</b>,
hanno fatto i loro stand, molti grandi e grossi, e costosi. Luoghi senz’anima
con l’attrattività di una bancarella bulgara di merce contraffatta nella
periferia di Stoccarda. Puglia, Marche, Calabria, Sardegna, con libri dal
valore dubbio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e la qualità risibile appoggiati
su banconi, oscuri funzionari leggenti al massimo gruppi su whatsapp. Da
evitare.</li>
<li>S – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Spritz</b>. Lo
stand dello spritz molto pop e gettonato a tutte le ore. 5 euro per gradire.
Intellettuali alticci, inebriati dall’arancione. Poco ‘<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hare Krishna’</i>, molto ‘... e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">dove
ceniamo stasera</i>?’</li>
<li>T – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Torino</b>,
splendente ed efficiente, che ci ha stupito con la nuova passerella che collega
Stazione Lingotto direttamente col Salone. Così si fa.</li>
<li>U – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Undici </b>i
libri che mi sono comprato con la complicità del POS presente in ogni stand, tra cui: “Viviamo in acqua” di J. Walter e “Doppler –
la vita con l’alce” di E. Loe di cui non sapevo nulla e contino a non sapere
nulla, acquistati solo perché passavo di lì e gli editori sono stati convincenti</li>
<li>V – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Visitatori</b>. Tanti
tantissimi, eterogenei, hipster e nonne, sognatori e fan, aspiranti
qualsiasicosa, lettori incalliti e perdigiorno. Continuiamo così, facciamoci
del bene. </li>
<li>Y – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Youtuber</b>, editori
di grandi dimensioni che raddrizzano i bilanci con improbabili biografie di
sedicenni spettinati che raccontano l’ombelico a una generazione che non ha
occhi per vedere la luna. Giovani creature figlie di un’altra generazione che li ha convinti
che mai andranno sulla luna, perché neppure esiste ed è stata messa lassù da Photoshop.
</li>
<li>Z – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Zero scuse</b>:
leggere fa bene a tutto.</li>
</ul>
<br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-84216382118850271142019-05-01T14:55:00.002+02:002019-05-01T14:55:49.277+02:00Il Lavoro e il Non Lavoro.<br />
<div class="MsoNormal">
La prendo da lontano… non mi faccio mai consegnare cibo a
casa quindi mi sfilo dal dibattito sulle mance ai fattorini di
pizze-sushi-hamburger e simili. Non lo faccio perché <b>quei ragazzi mi fanno pena</b>
quando li vedo pedalare, e perché in casa amo cucinare. Fanno un lavoro che non
può essere sostenibile, gli toglie energia e <b>svuota di senso il lavoro stesso</b>:
il valore della merce in ogni viaggio è troppo basso per giustificare il valore
aggiunto dal costo della consegna. È una presa in giro, come i tirocini
infiniti, i periodi di prova senza termine, il ricatto del ‘fai un lavoro che
ti piace… vuoi pure essere pagato il giusto?’ </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-8k6jx-EEOlM/XMmWZgfS4ZI/AAAAAAAABUY/VDJSB_p0oXkdHU9WLXOlZ7Si3sD1uTBEgCLcBGAs/s1600/maggio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="234" data-original-width="216" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-8k6jx-EEOlM/XMmWZgfS4ZI/AAAAAAAABUY/VDJSB_p0oXkdHU9WLXOlZ7Si3sD1uTBEgCLcBGAs/s200/maggio.jpg" width="184" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Conosco abbastanza quei ragazzi, il labirinto in cui si
trovano, la disillusione e la rabbia di alcuni. Li incontro <span style="mso-spacerun: yes;"> in molti </span>corsi dove insegno. Tra loro non mancano i talenti, parlano tre o più lingue, sono persone quadrate e motivate a
cui <b>non viene data la fiducia, l’occasione, la possibilità di sbagliare</b>. In tanti, tantissimi, lavoricchiano spesso in nero,
mixano passioni e necessità nel disorientamento complessivo. Molti rischiano di
arrendersi ad un eterna attesa coltivata nel rancore, di macerarsi nell’irrilevanza,
di rassegnarsi a pedalare come criceti nella ruota, a non strutturare le loro
conoscenze in competenze reali e spendibili sul mercato.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Io vivo del mio lavoro – sempre da immaginare,
trovare, svolgere, mese dopo mese, nell’incertezza del presente e nella visione
di futuri utili e probabili – e gran parte del mio è sviluppare lavoro e opportunità per altri. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Nei miei progetti col pubblico e il privato vedo l<b>e
potenzialità dei singoli e la disorganizzazione del sistema complessivo </b>che non
crea occasioni, benessere e occupabilità.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Mancano servizi adeguati, banche dati di riferimento, marketing
territoriale, conoscenza dei bisogni e <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>visone generale. Mancano perchè non interessano. Nessuno è pagato e motivato a raggiungere obiettivi reali. I tempi degli interventi rispondono
a tempi anni ’80 in cui il contesto consentiva piani quinquennali, incongrui
con la velocità dell’oggi. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Manca il
coraggio di sperimentare soluzioni, valutare gli impatti delle politiche, misurare
l’efficacia </b>della Pubblica Amministrazione. </div>
<div class="MsoNormal">
<b>Si crede che il lavoro nero sia
inevitabile</b>, che l’illegalità sia congenita e necessaria, che in fondo aiuti gli
ultimi a metterci una pezza, quando invece non fa altro che irrobustire la
gabbia in cui sono rinchiusi e <b>annullare in partenza il percorso degli
imprenditori che vorrebbero operare in regola, creare valore collettivo, assumere e formare.</b><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Credo che <b>l’Europa</b>, come luogo politico e geografico, ci possa aiutare molto nel cammino necessario per
dare forma e efficacia al nostro mercato del lavoro. Non parlo di Fondi, quelli
già presenti abbondanti e spesso spesi male in molte regioni, ma nella forma
mentis, <b>nella creazione di opportunità, nel lavoro per obiettivi, nella dotazione tecnologica, nella riduzione del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">digital gap</i> e dell'analfabetismo funzionale che sta rallentando ogni reale ipotesi di sviluppo</b>. Anche questa è una ragione profonda per andare a votare a fine mese. <o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-7836014143546781832019-03-27T19:25:00.000+01:002019-03-27T19:25:28.551+01:00Lettera a Verona: Gay-friendlyness e mercato del lavoro.<br />
<div class="MsoNormal">
Uno dei momenti più divertenti dei miei interventi alle
platee di giovani (e meno giovani) in cerca di lavoro o che provano a riflettere
sullo sviluppo del loro brand personale è quando si arriva a discutere l’impatto
dell’uso dei <b>social media</b> nei percorsi lavorativi e della <b>trasparenza</b> che questi concedono ai selezionatori sugli <b>orientamenti religiosi, politici, sessuali </b>dei
candidati.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-XO8u_tApcXw/XJu_-udSq5I/AAAAAAAABTA/ekXUD3oozeMBdMA003w6162ulhtcy7pOACEwYBhgL/s1600/gossip.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="368" data-original-width="748" height="156" src="https://3.bp.blogspot.com/-XO8u_tApcXw/XJu_-udSq5I/AAAAAAAABTA/ekXUD3oozeMBdMA003w6162ulhtcy7pOACEwYBhgL/s320/gossip.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">La vostra bacheca Facebook,
le foto che postate su Instagram, dicono tutto di voi anche se non volete. I
film che vedete, i libri che leggete e la musica che preferite tratteggiano
tutto i voi con una minima possibilità di errore</i>.” Normalmente qui ci
scappa il brusio e l’attesa per quello che viene. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Non è di per sé positivo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>o
negativo dare al mondo queste informazioni: lasciar sapere che siete buddisti,
o gay, vegetariani, di destra o sinistra. C’è un mercato per tutti, anche nel
mondo del lavoro. A volte mettere certe carte in tavola dal principio è anche
un modo per evitare poi mobbing e fenomeni simili</i>.” <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
So che è quella dell’orientamento sessuale la questione che
incuriosisce di più e la domanda viene spesso dai ragazzi (la politica e la religione
non hanno lo stesso appeal). Io vado dritto, “ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima nell’8% i non etero nel
mondo, distribuiti ovunque, concentrati nelle grandi città dove l’apertura alle
diversità è maggiore, così come l’anonimato</i>.” <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Lì li ho presi, perché cominciano a moltiplicare questo
parametro con il numero dei compagni di classe, i condomini, quelli con cui si
schiacciano sui bus all’ora di punta, con i presenti nell’aula dove siamo
riuniti. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le aziende capaci di
trasformare le diversità in ricchezza misurano la vostra ‘<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">gay friendlyness’</b> durante i colloqui, che poi significa capire come
reagite davanti a due uomini o donne che si tengono per mano entrando in
negozio, che provano le molle di un letto, che discutono dell’abbigliamento per
il figlio. E vogliono capire se vi girate, arrossite, vi disturba, siete
spiritosi. Vogliono capire se sapete arrivare alla sostanza delle persone.</i>”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
E i presenti lì si sciolgono. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Se avessero un fumetto dei loro pensieri quello di molti direbbe
‘<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sono proprio uno scemo ad avere dei
pregiudizi: io sto bene in questa città, sull’autobus, in classe, con i miei
vicini di casa</b>.’ Alcuni direbbero, “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Allora
non sono così solo!”,</b> qualcuno “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Chi
non mi ama allora non mi merita, neppure sul lavoro.</b>” <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
I pochi rimasti che scappino pure a Verona, inseguiti da se
stessi e dall’8% di umanità che gli è rimasto dentro, <b>perdenti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>davanti alla potenza della logica e alla
forza del libero arbitrio</b>. <o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-5899908077860678392019-03-03T16:57:00.002+01:002019-03-27T19:26:55.917+01:00L'Italia e i suoi Stati.<br />
<div class="MsoNormal">
Per lavoro ho l’opportunità di viaggiare parecchio per l’<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Italia</b>. Dove mi chiamano, quasi sempre mi
occupo di lavoro, disoccupazione, sviluppo locale, cultura, e dunque entro per
quanto possibile in temi che caratterizzano la costruzione di una democrazia e
l’affermazione della felicità dei singoli e delle comunità. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Quello che vedo è un Paese che non è per niente un solo Paese.
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Ogni volta, scendendo dal treno,</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">mi sembra di essere all’estero</b>. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Esiste una diversità che è ricchezza se sviluppata dentro un
progetto unificante e una diversità che è zavorra individualista se non tiene
conto né della realtà né del proprio vicino: mi trovo molto più spesso nel
secondo caso.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-ibx6bPpGUd0/XHv2bbMUKxI/AAAAAAAABR8/Ywfhgg7B0DAQXPNpaZFuUqZVgfrvmHr6QCLcBGAs/s1600/Mila.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="179" src="https://4.bp.blogspot.com/-ibx6bPpGUd0/XHv2bbMUKxI/AAAAAAAABR8/Ywfhgg7B0DAQXPNpaZFuUqZVgfrvmHr6QCLcBGAs/s320/Mila.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Arrivare a<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> Milano</b>
è recarsi uno Stato a parte. Va ad una velocità tutta sua, con pensieri e
azioni che riguardano solo se stessa, in gran parte luminosi e visionari e in
altra parte profondamente egoistici. In pratica batte moneta, detta la linea,
non si guarda indietro, macina novità in maniera bulimica scommettendo che
nella quantità si produca la qualità. Esprimerà presto la classe dirigente e
politica del resto d’Italia. È nel XXI secolo, da sola. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Bologna</b> non riesce invece a fare i conti con se stessa, decidere se
essere una città o un’idea, stenta a capire come e perché è cambiata e dove
vuole/rischia di essere tra dieci o quindici anni. Ha anime che cooperano perché
credono nel valore della condivisione, e interessi che ne minano l’anima; in
una tensione che percepisci lama sottile e dagli effetti imprevedibili. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Napoli</b> ti salta addosso e tutto lì ti
pare eccessivo, nel bello e nel brutto, impedendo di pensare. Perde qualsiasi
treno antecedendo a qualsiasi progettualità la frase “Non si può fare perché a
Napoli le cose sono diverse…” e per ‘cose’ intendono leggi, sogni, idee, regole
civili. Bella per le foto con Pulcinella tristi come il paesaggio devastato che
la circonda da ogni lato e le voragini sociali che ne assorbono le energie. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Reggio
Calabria</b> annienta ogni speranza, di chi ci vive e di chi ci passa. Lei e la
sua regione paiono il buco nero del resto d’Italia, un luogo che non ha l’attenzione
di nessun altro, inclusi i suoi abitanti. Quando la frequenti la ami come si fa
al capezzale di un’amica sofferente e ti chiedi perché nessun altro sia lì a
immaginare prognosi e cure in grado di cambiarle il destino. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Genova</b> invecchia con i suoi abitanti,
avvizzendo idee e slanci in una lotta impari contro le scempiaggini che gli
uomini che la abitano hanno fatto a se stessi martoriandone territorio e ideali.
Non si ama e non ama. Lì essere giovani pare quasi una colpa e la cosa migliore
per espiarla è il non dare fastidio o andarsene. A <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Cagliari</b> e in Sardegna sei in un altrove da sempre, in un Paese
bellissimo e enigmatico dove la differenza culturale si erige a barriera e non
a valore, che ammette di esistere quando scopre di non poter essere isola fino
in fondo e di dover esportare latte senza importare mercato; in una regione
felice perché la retrocessione economica le farà prendere più fondi europei
destinati ai territori non sviluppati. C’è la sosta a <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Torino</b> che per un po’ ha creduto di esistere anche fuori dai propri
confini, di poter fare e cambiare, di poter uscire dall’isolamento un po’
vezzoso grazie alla laboriosità innata dei suoi abitanti e anche grazie alle
Olimpiadi e alla TAV. L’asfissia delle idee e la pressapochezza della politica
l’hanno invece molto rallentata.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Anche il posto dove vivo, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Roma</b>, è a suo modo all’estero. Lo è rispetto all’Europa che
funziona, che traina pensiero ed economia, che reputo l’unica casa possibile per tutti. Una Capitale di serie B arenata nelle opportunità non colte, senza un’idea di futuro e neppure di presente. Dove la domanda inespressa da tutti è “<i>Che ffamo?</i>” e la responsabilità individuale
segnata dagli “<i>’Sti cazzi.</i>” </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-klzpgDv2rBw/XHv40St1RpI/AAAAAAAABSM/PS59P77bWFoK4EWr7yxLICAcwaDue0LjwCEwYBhgL/s1600/Rom.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="148" data-original-width="341" height="138" src="https://1.bp.blogspot.com/-klzpgDv2rBw/XHv40St1RpI/AAAAAAAABSM/PS59P77bWFoK4EWr7yxLICAcwaDue0LjwCEwYBhgL/s320/Rom.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Dove ogni
riflessione politica si arena presto in chiacchiere da stadio o in vaffa’ generici
che tengono al sicuro le proprie rendite di posizione. Un posto dove la
risposta non è neppure dentro di sé perché lì non albergano neanche le domande.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Ovunque non manca energia, migliaia di persone provano per
bisogno o per missione a <b>risolvere
problemi</b> rimboccandosi le maniche. Quasi tutti pensano di farlo <b>senza la pubblica amministrazione</b>
considerata essa stessa un problema e mai una soluzione, spesso disdegnando
anche il denaro pubblico per la sua inefficienza e ottusità di obiettivi.<br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Eccolo, il post politicamente scorretto, per dire anche a me
stesso che così non può funzionare, che non si può continuare a procedere con occhi e orecchie chiuse, e che <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">gli
spazi per ricostruire sono infiniti</b>, basta volerli abitare con l’intelligenza
prima che altri li occupino con la brutalità.<o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-5448432471879085922019-01-14T15:39:00.002+01:002019-01-22T11:30:53.199+01:00Nessuna scusa: andateci!<br />
<div class="MsoNormal">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-FIioSN8LOjs/XDyff_RNfQI/AAAAAAAABPs/nVkCxyS3JnYpyHLndv8Wu6xsrMgX2oLCACLcBGAs/s1600/IMG_8608.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="1280" height="150" src="https://2.bp.blogspot.com/-FIioSN8LOjs/XDyff_RNfQI/AAAAAAAABPs/nVkCxyS3JnYpyHLndv8Wu6xsrMgX2oLCACLcBGAs/s200/IMG_8608.JPG" width="200" /></a></div>
Mi sono concesso quattro ore per un’infilata di mostre al
Maxxi di Roma culminate con: “<b>Zerocalcare
– Scavare fossati, Nutrire coccodrilli</b>” e “<b>La Strada – Dove si crea il mondo</b>”.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Andateci</b>, è la
parola definitiva. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Perché “<a href="https://www.maxxi.art/events/zerocalcare/"><b>Zerocalcare</b></a>”
vi terrà incollati per ore sul senso, le domande, la rabbia di un autore che è quella
di tutti noi. Erede di Andrea Pazienza, integro e ironico assieme,
modesto e sognatore, di un’intelligenza citazionista riscontrabile solo in
Caparezza. L’allestimento poi è magnifico, luminoso e avvolgente. Ricco di centinaia
di tavole/poster/striscioni e – soprattutto – con una lettura per storie degli
ultimi 20 anni dell’Italia che nessun altro si è permesso di fare. Da tutto si
sente il bisogno che Michele ha di comunicare e la sua fede per la sincerità;
tutto è così personale da risultare universale. Erano anni che non vedevo tanto
interesse del pubblico per le didascalie e le introduzioni, veri pezzi d’arte
letteraria anch’essi.<o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-oxE2zeSCVpQ/XDyeOlz3u2I/AAAAAAAABPM/mwQ_Y4iWyBAnlJyCtF3SSiJHjbOoAyvTACLcBGAs/s1600/IMG_8607.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="586" data-original-width="1600" height="146" src="https://2.bp.blogspot.com/-oxE2zeSCVpQ/XDyeOlz3u2I/AAAAAAAABPM/mwQ_Y4iWyBAnlJyCtF3SSiJHjbOoAyvTACLcBGAs/s400/IMG_8607.JPG" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Poi c’è “<a href="https://www.maxxi.art/events/la-strada-dove-si-crea-il-mondo/"><b>La Strada</b></a>”,
una mostra che ti sembra di essere all’estero. Finalmente una mostra prodotta a
Roma con la dignità di un pubblico internazionale dove Hou Hanru e il team
curatoriale del MAXXI hanno fatto un capolavoro. C’è un’idea forte e
semplice assieme (La strada, appunto, come luogo dove il contemporaneo nasce e
muore) poi opere d’arte, progetti di architettura, fotografie, performance,
interventi site specific e video che ti accolgono in un allestimento sontuoso
esaltato dall’architettura del MAXXI con una successione di gallerie che
formano una strada lunga centinaia di metri. Ridi, pensi, ti turbi, ti
stupisci, ti poni domande: cosa volere di più.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/--u2N0lzuXNw/XDyeowCumTI/AAAAAAAABPc/lmWE3zI3D_cOXG9OOH9D17re6e53c0G5wCLcBGAs/s1600/IMG_8622.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="150" src="https://3.bp.blogspot.com/--u2N0lzuXNw/XDyeowCumTI/AAAAAAAABPc/lmWE3zI3D_cOXG9OOH9D17re6e53c0G5wCLcBGAs/s200/IMG_8622.JPG" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Entrambe <b>le mostre
dovrebbero essere rese obbligatorie</b> alle scuole superiori e agli universitari perchè si abituino alla complessità; ai politici perchè scendano dal seggiolone e si confrontino con analisi concrete e soluzioni possibili; alle elite vere e presunte e agli intellettuali perchè smettano di raccontare l'ombelico e guardino alla luna; ai
curiosi che gongoleranno; ai dubbiosi che ne usciranno ribaltati; ai coraggiosi che ne verranno esaltati; agli innamorati che cementeranno i loro progetti per il futuro di tutti. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Quattro ore sono il minimo per godere più
volte. <o:p></o:p></div>
<span style="font-family: "calibri" , "sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;">Mi è capitato di rado di pensare subito ‘<b>Qui ci devo tornare! E lo devo raccontare a tutti.</b>’</span>Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-69526227191034200212018-12-21T13:32:00.000+01:002018-12-21T13:32:06.591+01:00Nel 2018, la Prima Volta che…<br />
<div class="MsoNormal">
Esistono snodi rilevanti nel percorso professionale di un
consulente. </div>
<div class="MsoNormal">
Tra tutti, <b>le ‘Prime Volte’</b>
rappresentano punti di svolta che spesso segnano un nuovo filone di attività,
l’emersione di un bisogno di mercato, l’intuizione di cosa succeda sul
territorio, <i>e che hai una certa età, e che
‘senior’ significa anche che devi essere utile altrimenti quello che fai è
tempo perso</i>.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-NXE0isNxHfc/XBzdGvqV1eI/AAAAAAAABO4/YT6c1e8SwioPEHsXViUsSt8GAuRwMhGgACLcBGAs/s1600/la-prima-volta-che.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="165" data-original-width="236" src="https://3.bp.blogspot.com/-NXE0isNxHfc/XBzdGvqV1eI/AAAAAAAABO4/YT6c1e8SwioPEHsXViUsSt8GAuRwMhGgACLcBGAs/s1600/la-prima-volta-che.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Più di altri, il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">2018
</b>è stato per me un anno ricco di<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">
Prime Volte professionali. </b></div>
<div class="MsoNormal">
Credo abbia senso raccontarle, sia per confrontare gli input di mercato che colgo, sia per sentirmi magari proporre “<b>Anche io mi muovo
in quella direzione, facciamo qualcosa assieme?</b>” <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Nelle molte cose fatte e pensate spiccano per novità:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<ul>
<li>Sviluppo e realizzazione di un percorso formativo nuovissimo
su “<b>Politiche e strumenti collaborativi
per lo sviluppo sostenibile del territorio</b>.” In verità, non credevo che
avesse un mercato: quando mi sono trovato l’aula piena di funzionari entusiasti
ho pensato a come il mondo sia molto meno peggio di quello che ci immaginiamo. <i>Peace and codesign.</i></li>
<li>La scrittura di <b>un’intera
campagna</b> di videospot, 12, per raccontare in una storia la filosofia di un
marchio, la sua differenza, i vantaggi che crea, la forza dei suoi dipendenti.
E pure scrivere un <b>cortometraggio di 12
minuti</b> per una multinazionale che lo userà per formare i propri dipendenti in
tutto il mondo ai rischi sul lavoro. <i>Storie
che diventano immagini che creano azioni</i></li>
<li>È stata la prima volta anche per un <b>webinar</b> in diretta streaming a oltre 600 funzionari pubblici sullo
sviluppo di servizi per l’impiego adatti alle necessità di lavoratori e aziende
nel XXI° secolo. <i>Parlare ad uno schermo sperando di mantenerli svegli…</i></li>
<li>Per la prima volta ho insegnato in un singolo corso per
adulti (di storytelling digitale) per oltre 30 giornate. <b>Tantissime </b>per i normali standard. Ho però così la rara fortuna di
partecipare all’intero percorso di scoperta, consapevolezza, azione da parte di
donne e uomini fantastici in cammino verso la propria autorealizzazione. <i>(… e non è finita ancora…)</i></li>
<li>Ho poi progettato e messo in pratica una piccola offerta di <b>Turismo Esperienziale</b> a Roma per capire
come funziona, come si inserisce nei flussi, come contribuisce allo sviluppo,
cosa vuole il turista, quali competenze include, cosa significa erogare
esperienze e conversazioni. <i>Vorrei che a
questo seguisse un libro…</i></li>
<li>Per la prima volta mi hanno scelto come <b>Valutatore</b> di progetti in diversi posti in Italia. È un’esperienza segnata
dall’età, occasione preziosa per contribuire alla crescita del sistema e per
capire cosa manca sul piano della visione, della capacità di analisi, di
progettazione, di lettura dei bisogni. <i>C’è
tanto da fare, credetemi. Il livello medio è ancora troppo basso.</i></li>
<li>Ho partecipato assieme a molti pischelli a <b>hackathon</b> dove i cervelli si nutrono
uno dell’altro e le cose accadono meglio di come te le saresti mai immaginate <i>(ok, qui non era la prima volta, lo ammetto,
ma ogni volta è come se fosse la prima)</i></li>
<li>Ho concluso la scrittura due <b>biografie personali</b>. Quella di Nino (78) e quella di Pina (92),
eroi a prescindere, ormai zii acquisiti, capace di aprirmi la mente sul futuro
concedendomi l’accesso al loro passato. <i>La
scrittura portata a un livello di utilità mai provato prima.</i></li>
<li>Un giorno di novembre, mi sono ritrovato in una assolata
città del sud a fare il fratello maggiore a quindici <b>ragazzi in lotta</b>, che vorrebbero un mondo diverso per avere una
vita e una famiglia normale. Sono diventato per un attimo il loro specchio, la
loro voce e la loro penna. <i>Da allora li
ho con me e ascolto attonito la rappresentazione fiabesca che la politica vuol
dare della realtà</i>.</li>
<li>Sono sbarcato su <b>Instagram</b>.
Non un passo memorabile forse, piuttosto un avamposto che diventa una sfida
riempire di senso. <i>Portarvi contenuto vitale
è come seminare nel deserto.</i></li>
<li>Infine è stato l’anno in cui all’improvviso in molti mi
chiedono di essere <b>relatore alle tesi</b>
dei master dove insegno, anche là dove faccio una sola lezione. <i>Mi hanno detto che porto ossigeno, forse è
un complimento. Forse ho più domande che risposte, e questo serve sempre tanto.</i></li>
</ul>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ora è Natale, sono un po’ stanco e bisognoso di letargo, stupore,
cioccolato, coccole e formazione.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ci leggiamo nel 2019. <b>Auguri a tutti!</b><o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-30673102233878005702018-12-15T15:42:00.000+01:002018-12-15T17:49:21.512+01:00La famiglia Italia, in Viale Europa 27.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
Nel condominio di Viale <b>Europa</b>, la famiglia <b>Italia </b>abita al
primo piano. E' un grande edificio, bellissimo, abitato da tante persone, ricco e povero, con i suoi problemi e le sue grandi forze. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-toe3NXi3VMc/XBUU7ddx8VI/AAAAAAAABOU/lK7iqd37yzwwgRFMifmovO7lP03rFgDZQCLcBGAs/s1600/Eur2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" src="https://2.bp.blogspot.com/-toe3NXi3VMc/XBUU7ddx8VI/AAAAAAAABOU/lK7iqd37yzwwgRFMifmovO7lP03rFgDZQCLcBGAs/s1600/Eur2.jpg" /></a></div>
Gli Italia hanno un ampio appartamento che vale almeno il<b> 12%</b> dei millesimi dell’intero palazzo: <b>sarebbero
in grado di orientare tutte le scelte, di aiutare a risolvere i problemi, peccato che alle riunioni non vadano quasi mai</b>
e se sono presenti passino tutto il tempo al telefonino o deleghino a votare per loro comparse prezzolate che non hanno idea di dove siano, e pensino solo a
chiedere il numero di telefono alle studentesse dell’Erasmus del terzo piano.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Gli Italia escono poco, quindi capiscono anche meno. Sono però iperattivi.
Per <b>distrarre i figli</b> che hanno intuito quanto sarebbe meglio conoscere gli
altri abitanti il condominio, e <b>tranquillizzare i nonni</b> che si annoiano e parlano
solo a quant’era bello quando avevano trent’anni, i denti, i capelli e la
pensione regalata, si sono messi a fare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lavori inutili e di grande effetto, come
capita nelle migliori gabbie di criceti e negli imperi egizi. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
“<b>Alza quel muro!</b>” è stato il primo imperativo “Dobbiamo impedire
l’ingresso dei gatti randagi dal cortile!” e “Così bocchiamo le correnti d’aria
fredda!” e “Impediamo l’ingresso di cibi senza carboidrati!” Poi è venuto <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“<b>Installiamo un nostro videocitofono</b>!” un bel
gadget tecnologico per divertire i bimbi che possano vedere l’esatta posizione
dei fattorini prima di lanciare i gavettoni, utile anche a scegliere le badanti
in base allo zigomo e i raccoglitori di pomodori in base all’apertura
pollice-indice. Ecco poi “<b>Stampiamo i soldi finti</b> come a Monopoli e facciamo
finta che siano veri! Siamo ricchi!” cosa che ha divertito un po’ tutti e aumentato per due
giorni gli scambi economici nell’appartamento. Ecco allora “<b>Pitturiamo le
serrande color cachi!</b>” è stata poi una proposta utile a dare un lavoro inutile
ai ragazzi di casa e a lanciare l’hashtag <i>#cachisenzavergogna</i>, per sentirsi
trasgressivi e divertire sui social. Infine è arrivato il ferale “<b>Non rispettiamo
le regole condominiali!</b> Non ci piegheremo alla dittatura dello zerovirgola!” <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Gli Italia sono rumorosi e inaffidabili, si sa, e usano
spesso paradossi pensando che grazie alla loro simpatia nessuno li ascolti davvero,
però quest’ultima affermazione ha stranito <b>gli altri condomini che hanno
cominciato a chiederne ragione</b>, anche perché il cattivo esempio non
stigmatizzato è in grado di condizionare anche altre menti semplici nel grande palazzo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Gli Italia, a cui non manca la fantasia, hanno subito
trovato motivazioni fanfaroniche e d’impatto: “Perché in Viale Europa il tempo
atmosferico è sempre deciso dagli ultimi piani! Perché non possiamo neppure più
russare in casa nostra! Perché siamo belli, furbi e veniamo da lombi nobili e
dunque i diritti e i doveri degli Italia sono diversi geneticamente da quelli
degli altri! Perché quello che facciamo coi muri in casa nostra, sono solo mattoni
nostri, e non ci interessa se siano portanti! Cosa? Dite che c’era un accordo
scritto? Di certo a nostra insaputa! Avete ancora da ridire? Noi allora ci
infiliamo le dita nelle orecchie e urliamo democraticamente <i style="mso-bidi-font-style: normal;">blablabla</i>! <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><b>Non vi va bene? Siete fascioidi, antidemocrastici
e xanadufobi!</b>”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ecco <b>una montagna di parole sparate a casaccio, </b>scoregge false,
rutti utili solo a sollevare polveroni di saliva portatrice di contagio. Con l’obiettivo
di convincere i giovani e gli anziani in famiglia che in Viale Europa non li
vuole nessuno, che per loro non c’è posto, non c’è aria, non c’è libertà. Per
convincerli che sarebbe meglio trasferirsi altrove, in un posto libero dove gli
altri non ci saranno, nessuno gli ruba il diritto di piangersi addosso, e non avranno
pressioni per guardare al futuro, risolvere i problemi, combattere le mafie, far
amicizia e business col vicino di casa, rispettare le leggi ambientali e
fiscali. In un posto dove potranno vivere degli ortaggi dell’orto piantato su
bei terreni contaminati, ruminare prodotti bioillogici fatti dagli Italia, da maestri del telecomando, orgogliosi della loro bella lingua, anzi liberi
di usare un dialetto in cucina, uno in bagno e uno in salotto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Itala, la più giovane, che è poco interessata a quelle
fregnacce e ha già capito che gli adulti alzano il tono quando devono coprire
le loro colpe, e parlano di libertà quando sanno di togliertela, chiede “Com’è
‘sta storia di Zerovirgola? L’avete ritrovato? È diventato dittatore di che?”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ovviamente lei si riferisce al gattino sparito da qualche
settimana, in realtà annegato nello sciacquone dallo zio che non ne sopportava
i miagolii notturni e per la cui dipartita ha accusato ad arte lo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">chat</i> del vicino di pianerottolo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
“Grazie per la domanda, piccola Itala, e non farne mai più.
Ciò mi consente di parlare d’altro,” i capifamiglia lo spiegano bene alla
famiglia riunita sotto l’albero, “Loro, quelli qui di Viale Europa… Loro i
gatti li mangiano. Loro non ci vogliono e neppure capiscono che siamo diversi.
Ad esempio, noi volevamo indebitarci verso di Loro spendendo il 2,40% di quello
che non abbiamo, ma Loro ci hanno guardato male, allora abbiamo detto subito che
sarà solo il 2,04% - che poi è la stessa cosa perché sia sa che qualunque
numero moltiplicato per zero dà sempre lo stesso risultato . Ma Loro non sono
contenti, mai. Loro sono cattivi e non amano la matematica. E noi siamo buoni e.
Semplice, chiaro.” Molti annuiscono. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
“E <b>Zerovigola dov’è finito?</b>” la bimba è interdetta dai
funambolismi illogici dei capifamiglia.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
La doppia sberla biguanciale le arriva da entrambe i
capifamiglia mentre il terzo riprende<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la
scena col telefonino e la posta con <i>#cachisenzavergogna #eallorazerovirgola #unatroiettapresuntuosa
#vialeeuropacovodiserpi #primagliitaliaepoiildiluvio #ridebenechihaancoraidenti</i><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Con le mani fumanti in bella vista, i capifamiglia
riprendono, “Il regalo che vi chiediamo a Natale è consentirci d’abbattere il condominio
in primavera, quando si voterà per il nuovo amministratore.”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b>“Con noi dentro? Siete scemi?” </b>chiede il cugino Italicchio che gli altri
trattano come un animale da cortile perché ha preso addirittura la licenza da geometra.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
“<b>I dettagli non sono importanti: noi siamo gli Italia!</b> Noi i
dettagli ce li pippiamo come farina taragna!" e lo mettono a quota 100, gradi nel forno. "Autorizzateci a imbottire i pilastri di casa con bombe! A
cambiare tutto! A mettere la realtà aumentata nell’ascensore sociale! A chiudere
la bacheca degli avvisi che spreca carta! A accorciare le divise delle stagiste
e a impedirgli di abortire! A malmenare chi vuole rimanere in Viale Europa! A
abolire la logica, l’università, la cucina fusion, i rapporti tra condomini
consenzienti! <b>Fateci rendere obbligatorio l’uso dell’esclamativo al termine di
ogni frase! Autorizzateci a tutto, visto che non ci capiamo niente! E sarete sempre più felici di appartenere a questa famiglia!</b>”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">(continua?)<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p><br /></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Dedicato a Antonio Megalizzi. <o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b>R.I.P. <o:p></o:p></b></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-89006628997183445342018-12-10T12:08:00.000+01:002018-12-10T12:35:13.811+01:00Sullo scrivere e sul leggere ai tempi dell’emoticon<br />
<div class="MsoNormal">
Caso 1) Un amico funzionario
in Commissione Europea mi racconta che in un comitato impegnato a
trasferire norme di sicurezza e igiene ai parrucchieri di tutta Europa si è
sentito dire: “No, non possiamo presentare questi contenuti con una brochure
perché i parrucchieri non leggono mai!” Era chiaro come il <b>problema non fosse ‘quella’ brochure ma l’uso di testi</b> in generale.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-eyzT9wrpr1U/XA5H0ZSCdLI/AAAAAAAABN4/XG18JXxiu7Ih4JiftkjWFk3WZ2NOG8zOgCLcBGAs/s1600/snoopy-650x311.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="311" data-original-width="650" height="153" src="https://4.bp.blogspot.com/-eyzT9wrpr1U/XA5H0ZSCdLI/AAAAAAAABN4/XG18JXxiu7Ih4JiftkjWFk3WZ2NOG8zOgCLcBGAs/s320/snoopy-650x311.png" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Caso 2) In uno dei miei corsi di storytelling applicato ai
beni culturali abbiamo visitato diversi musei. Abbiamo provato a <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">ragionare sulle didascalie</b> alle opere.
Mi sono subito reso conto come l’esercizio non destasse entusiasmo. Il perché
mi si è chiarito quando, con schiettezza, un partecipante è sbottato: “<i>Vabbè,
Andrea, il fatto è che io non leggo mai le didascalie, per me si potrebbero
proprio togliere. Dobbiamo inventarci altro…</i>” In molti annuivano.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Caso 3) Non c’è bisogno di un semiologo per notare come lo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">spostamento verso Instagram</b> dell’uso
dei social non coincida affatto con la capacità di fare belle foto<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>quanto piuttosto con la voglia di senso immediato dato dall'imagine ritoccata, fasulla, patinata. Traspare il totale disinteresse per l’approfondimento, e si nasconde una scarsa capacità di approfondire, quasi che la consapevolezza
di non avere gli istrumenti per comprendere la complessità <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">travasi l’attenzione e la dedizione dove non c’è nulla da capire</b>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Caso 4) Il diluvio di whatsapp vocali e la loro illogica serialità che trasforma ogni affermazione in provvisoria. Svuotato dal contesto di un processo di apprendimento, parlare
a Siri, Alexa e Hal9000 diventa più dannoso che spiegare l’Iliade a un cane o conversare
con gli alberi (perlomeno questi non danno problemi di privacy). L'Intelligenza Artificiale avrà in futuro decine di fantastiche applicazione ma il suo distaccarci dalla parola scritta ci allontanerà anche dalla necessità di capire concetti complessi e al <b>gusto di considerare alternative meno efficienti ma più costruttive alla soluzione dei problemi</b>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Vivo scrivendo, scrivo per vivere. Mi ricarico leggendo.</b><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Parte delle mie parole esce in forma di libro edito; quando
scrivo biografie personali queste diventano un libro privato in edizione
limitata; le mie sceneggiature diventano spot o plot; progetto esperienze che
fanno ridere, imparare, piangere, scoprire, in musei, negozi, spazi; poi c’è il
blog, il sito, i post, le lettere a chi amo, gli appunti lasciati a macerare
nei notes per anni che al momento giusto sanno prendere vita. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Nello scrivere trovo manifesto il coraggio di affermare la
propria esistenza, è un continuo mettersi in discussione, affrontare la vita
adulta, serve a mediare e a comprendere, lascia inermi, muove energie.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Per quello che scrivo vengo anche contestato, talvolta in
modo acceso. E sono tra i momenti migliori, quelli che ti fanno capire come
scrivere serva, come io di strada ne debba fare ancora tanta, quanto debba
imparare, e di nuovi compagni di strada incontrarne molti. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Spesso chi mi contesta non è in grado di argomentare le sue ragioni
e la butta in caciara, in quei casi mi spiace. Vorrei sapesse argomentare
meglio, contestarmi meglio, usare delle fonti, separare fatti da opinioni. Perché
altrimenti il nostro incontro non serve a nessuno dei due.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Perchè scriversi e leggersi è la migliore via conosciuta per moltiplicare le vite che ci sono concesse.</b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-33901712900613193002018-11-10T17:06:00.000+01:002018-11-10T17:41:07.916+01:00"Paganini Rockstar" - Il racconto di una mostra con ambizioni fuori dal comune.<br />
<div class="MsoNormal">
Con la classe del corso di <a href="http://www.focusonline.it/?tag=digital-storytelling" target="_blank">digtal storytelling che tengo a Genova</a>, sono stato pochi giorni fa alla tanto attesa mostra <a href="http://www.paganinirockstar.it/" target="_blank"><b>Paganini Rockstar</b>, al Palazzo Ducale</a>. Megaproduzione locale di ambizioni almeno europee. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Od5tfVkrDDE/W-cASMEByJI/AAAAAAAABNA/zG4r8qotJvASzQ--qIATxg5t0IERILqXQCEwYBhgL/s1600/Paga%2B3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="375" height="133" src="https://3.bp.blogspot.com/-Od5tfVkrDDE/W-cASMEByJI/AAAAAAAABNA/zG4r8qotJvASzQ--qIATxg5t0IERILqXQCEwYBhgL/s200/Paga%2B3.jpg" width="200" /></a></div>
Annunciata per mesi con una
comunicazione poppissima e intelligente, la possibilità di poterla
finalmente visitare elettrizzava tutti noi. <b>L’idea di base è che Paganini ai suoi
tempi fosse una star, un virtuoso, un dannato, un marziano della musica come
Hendrix.</b><br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Il primo, grande, calo di tensione è arrivato già all’ingresso
quando la signorina in tailleur – consapevole della eresia che stava dicendo –
ci ha invitato a “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">non fare foto e video, per favore</i></b>.” <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le ragioni erano di copyright<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e dintorni: posso anche capire ma non devono diventare un mio problema e sono tutte cose
risolvibili volendo e pagando. Sono anche <b>le ragioni per cui sui social si
parla poco e niente</b> della mostra (e forse anche perchè per 2 ore siamo stati quasi gli unici visitatori).<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Di colpo siamo tornati in Italia, in periferia, in mano a chi
non ha capito nulla del pubblico e di quello che cerca. <b>La partecipazione
attiva è la prima cosa che determina il successo</b> e scattare foto per raccontare
è il top (anche perchè poi poco è arrivato in tal senso) …. Con molti corsisti rassegnati <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>entriamo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il primo exibit è il più bello di tutti: su uno schermo parole
vanno alla velocità delle battute dei “Capricci” di Paganini. Siamo davvero senza
parole.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Approcciando poi i testi sui muri invece ne troviamo troppe:
migliaia di parole, verbose e adatte a altri scopi, sicuramente s<b>critte da
esperti di musica ma da inesperti di allestimenti e incuranti dei livelli di attenzione
e di diottrie di noi umani paganti. </b><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-AmebaDFHxmk/W-cAR_yCz8I/AAAAAAAABNI/ENpPt2zFbFwKo9J2AybQWjWjtGs8UEYKACEwYBhgL/s1600/Pagani2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="480" height="200" src="https://2.bp.blogspot.com/-AmebaDFHxmk/W-cAR_yCz8I/AAAAAAAABNI/ENpPt2zFbFwKo9J2AybQWjWjtGs8UEYKACEwYBhgL/s200/Pagani2.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Poco oltre la cosa più malriuscita, che purtroppo si ripete
per tutta la mostra. Lungo il percorso ci sono numerose ampie pareti specchiate.
Vi sono attaccate, come lavoretti scolastici, centinaia di testi, foto,
talvolta con finestrelle video che hanno tutte la stessa caratteristiche:
caratteri piccolissimissimi, testi lunghissimi, in contesti buissimi. Poi sarebbero davvero la cosa più interessante perché costruiscono la relazione tra Paganini e Jimi
Hendrix. (Quei pochi che sono riuscito a leggere hanno confermato quest’ipotesi)<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ho scritto ‘come lavoretti scolastici’ perché diversi dopo meno di un mese di mostra si stavano staccando per colpa di un biadesivo acquistato
in saldo, sotto gli occhi del molto personale che forse è più preoccupato di
chi fa le foto piuttosto di che cosa fanno le foto della mostra.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Meglio riuscite le proiezioni su grande schermo</b>: magnifico
Bolle che balla su musiche di Paganini, interessante Morgan che ne analizza la
musica, e simpatica la Nannini che racconta il suo rapporto col palco. Noiose e
ripetute nei format le interviste-testimonianza a una serie di esperti paludatissimi
che dicono la loro in un set statico, statici loro e monocorde le loro
narrazioni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Progettate <b>malissimo le postazioni touch</b> dove puoi sfogliare
centinaia di pagine digitali di testi e diari che dovrebbero
essere interessanti ma sono illeggibili: sarebbe bastato evidenziare o animare
delle parti per moltiplicare il nostro interesse.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Il calo della libido
da mostra è totale</b> nella sala dove sono mostrati sotto vetro un violino e
una chitarra elettrica smembrati in parti (niente di prezioso, kit acquistabili
su Amazon). Sono in legno. Vorresti toccarli, sniffarli fare esperienza emotiva
del rapporto con tutto ciò ma niente. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Lì accanto, una delle poche cose che ha animato gli
studenti: una chitarra elettrica e un violino elettrico a disposizione di
tutti. Ovviamente molto graditi a chi suonicchia
qualcosa, zero agli altri che magari avrebbero invece apprezzato un tutorial o
qualcosa del genere. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In chiusura c’è una piccola parte dedicata a Jimi Hendrix
che è quello che ti aspetti: un fantastico videowall dove suona, qualche bell’abito
di scena e un’intervista a Ivano Fossati che ne giustifica l’accostamento con
Paganini e gli toglie un po’ la scena.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Molte cuffie per ascoltare interviste e musica, tutte di bassa qualità. Dopo la
mostra dei Pink Floyd dove avevamo tutti una cuffia Sennheiser da 70 euro, lo
standard deve essere posto a un livello decisamente più alto<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">merchandising…
penoso</b> come quasi sempre in Italia: la tazza, il catalogo e il magnete da
frigo, nient’altro. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Insomma, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">una mostra
con ambizioni pop ma senza il coraggio di osare davvero</b>. Con di certo alto
budget ma con poca attenzione a noi visitatori. Con idee ancora poco chiare di
come si storicizzi e racconti la musica, la fama, la fatica. Allestita in modo
discontinuo e disomogeneo. In bilico tra varie idee di fondo, con forse troppe
mani e teste che hanno detto la loro senza mai voler litigare e dunque <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">senza accordarsi su un tono che mettesse al
centro le nostre orecchie, i nostri cuori, i nostri sogni</b>. Un discreto punto di partenza per porsi mete più ambiziose.<o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-20478892805291215692018-10-06T15:28:00.002+02:002018-10-07T10:31:08.605+02:00Un aborto di civiltà.<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "calibri" , sans-serif; font-size: 11pt;">Quando
le mie due amiche sposate tra loro si sono chieste chi avrebbe portato avanti
la gravidanza il tema mi si è presentato diversamente: </span><b style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt;">cosa accadrebbe se in una coppia etero ci
si potesse porre la stessa domanda</b><span style="font-family: "calibri" , sans-serif; font-size: 11pt;">.</span> Io?
Te? Ne facciamo uno per uno? Fosse così l’uomo di certo avrebbe opinioni molto più sensate
sull’aborto, o semplicemente avrebbe dimostrato scientificamente che comunque è
meglio che partorisca la donna. Perché a noi uomini piace governare le vite
degli altri.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-_SwZ86_U28U/W7i22lDaknI/AAAAAAAABMY/VHG3LRWLpk0QzM8DPAncDKPet4x8EjFZACLcBGAs/s1600/verona-ancelle.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="765" data-original-width="1200" height="204" src="https://2.bp.blogspot.com/-_SwZ86_U28U/W7i22lDaknI/AAAAAAAABMY/VHG3LRWLpk0QzM8DPAncDKPet4x8EjFZACLcBGAs/s320/verona-ancelle.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
È davvero forte l’immagine delle donne ancelle in consiglio
comunale a Verona. (<i>Consiglio a tutti la lettura del libro o almeno la visione
della serie televisiva a cui si ispirano “Il Racconto dell’ancella”di M. Atwood</i>”). Nella storia sono donne costrette alla riproduzione controllata dall’autorità, senza
identità ma solo con uno scopo, accudite e mantenute sane anche contro la loro
volontà, corpi come contenitori.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ricordo al corso prematrimoniale l’anziana coppia che ci ha
fatto una tirata sull’innaturalità dei procedimenti della fecondazione in
vitro. E poi di quando si è ricreduta visto che l'amato figlio ha avuto problemi a renderli nonni ed è ricorso a ogni trovata della scienza, legale in Italia e oltre.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ricordo la dottoressa di un grande ospedale pubblico che non dava il proprio nome ai pazienti e fissava appuntamento per un ricovero
“a mezzanotte” a chi chiedeva di poter esercitare il diritto di aborto nei
termine previsti dalla legge.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ricordo quel pratico ginecologo che spiegava “A Roma… non
saprei. Le mie pazienti vanno tutte a Londra, due giorni, servizio impeccabile,
vicino all’aeroporto, 1500 euro volo incluso. Tutto pulito e legale, si
intende.” <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ricordo anche lo psicoterapeuta che spiegava come - da protocollo - la visita alla donna sia prevista solo prima dell'intervento e che "sarebbe interessante fare qualche studio su come le donne stanno dopo. Forse l'hanno fatto in Svizzera..." Lui, per stare sicuro, prescriveva sia i calmanti che gli antidepressivi.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ricordo la coppia che usava l'aborto come metodo anticoncezionale,
e la ragazza che ha dovuto farlo come unica via d’uscita da una situazione impossibile e dopo 30 anni ancora elabora il lutto. </div>
<div class="MsoNormal">
Il tema è di una complessità comprensibile solo con l’amore per le donne.
Invece a parlare d’aborto è sempre una gamma di uomini aspiranti alfa col cervello in versione beta, non testato sul mondo reale ma governato solo
sull’algoritmo dei loro desideri. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
E l’idea di una “Città a favore della vita” mi ricorda il
ridicolo pronunciamento ormai fuori moda di “Comune denuclearizzato”. Li
ricordo i cartelli in paesini insignificanti: Melegnate, Cuzzolo sul Lento,
Acquastretta, Grullo Superiore tutti ‘denuclearizzati’ perché - si sa - la
radioattività rispetta le delibere, i confini catastali e il voto della maggioranza. E quando le Giuliette e i Romei dei consiglieri comunali avranno bisogno di una interruzione
di gravidanza cercheranno un Comune che si dichiari a 'sfavore della vita' motivando con “la mia situazione è speciale…”, “dipende…”, “è
per il bene della madre…”, "Sono giovani, hanno fatto uno sbaglio," aggiungendo "Posso avere il nome di quella clinica di Londra?"<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
“I <a href="https://www.lapresse.it/politica/pontida_centinaio_diritti_civili_non_un_tema_del_contratto_di_governo_-562941/video/2018-07-01/" target="_blank">diritti civili non sono nel contratto di Governo</a>” ha
detto giorni fa uno di questi sfascisti, chissà se su quello straccio di carta velina hanno messo la Libertà. <o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1675036356480855659.post-20738678517401532652018-09-03T15:43:00.001+02:002018-09-03T21:47:07.913+02:00Tu avresti chiuso il ponte? Non ci credo.<br />
<div class="MsoNormal">
Siamo nel 2014, in una relazione si dice che il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Ponte Morandi</b> è in <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">condizioni critiche</b>, che vi sono segnali di debolezza, che forse è
a rischio. Alti dirigenti pubblici e privati non affermano le stesse cose,
perlomeno non con la stessa urgenza. Alcuni tecnici sono d’accordo con loro, per
altri bastano i lavori che si stanno facendo. Qualcuno vuole costruire una
strada alternativa per sgravare il traffico sul ponte, utile magari il giorno
che il ponte andrà rifatto, tra qualche decina di anni; alcuni comitati di
cittadini si oppongono con forza. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Oggi eccoli in migliaia a berciare che qualcuno avrebbe dovuto
chiuderlo per 2-3 anni di lavori, bloccando e stravolgendo la logistica in
città. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Chi lo avrebbe chiuso?</b> Con
quali coraggio e diritto? Lo avessero davvero fatto, voi che oggi fate i
censori e i mugugnoni avreste detto che la chiusura era esagerata, che bloccava
l’economia, che i ponti non crollano, che serve solo a far lavorare le aziende
amiche della politica e a bruciare denaro pubblico, etc. <o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-HvrZJK7Zpio/W4039Iv1a9I/AAAAAAAABLY/P5_8oulvS_4xymx0iYAiWI4jpwvUwTjTwCLcBGAs/s1600/Vulca.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="167" data-original-width="301" height="176" src="https://2.bp.blogspot.com/-HvrZJK7Zpio/W4039Iv1a9I/AAAAAAAABLY/P5_8oulvS_4xymx0iYAiWI4jpwvUwTjTwCLcBGAs/s320/Vulca.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Intervenire... si dovrebbe.<br />
<br />
A <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Napoli</b> decine
di migliaia di cittadini abitano follemente in zona a <a href="http://contropiano.org/news/ambiente-news/2018/07/30/perche-e-ancora-senza-piano-di-emergenza-larea-vesuviana-e-flegrea-0106269">rischio
eruzione del Vesuvio</a>. Da decenni la politica oscilla tra fasulli piani di
evacuazione, ipotesi di spostamento, scientifiche preghiere a San Gennaro e ampie
di distribuzioni di tarallucci e vino. A <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Messina</b>
centinaia di persone sono in <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/01/messina-il-sindaco-de-luca-annuncia-le-dimissioni-a-due-mesi-dallelezione/4596373/">abitazioni
provvisorie e malsane</a> nate dopo il terremoto di inizio ‘900; molte trasformate
abusivamente e oggetto di compravendita, eredità; il nuovo sindaco ha
minacciato le dimissioni perché a nessuno in consiglio comunale interessa
sistemare la cosa. A <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Taranto</b> l’Ilva produce
più tumori che utili, va superata ma nessuno ha la forza e le idee per imporre un
modello alternativo, anche solo di dire la verità. A <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Roma</b>, decine
di ordinanze hanno sancito l’obbligo di abbattimento di decine di ville abusive
sull’Appia Antica, non è però una priorità per l’amministrazione che si caga
sotto solo all’idea di scontentare qualcuno. La <b>Calabria </b>è una regione persa, e solo una extradose di realismo, unione e coraggio potrà farla tornare in questo mondo, sempre che a qualcuno interessi davvero. Da sempre un lavoratore <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in cassa integrazione o mobilità</b> a cui
venisse offerto un lavoro e rifiutasse, perderebbe il suo sussidio; è una
clausola mai applicata: chi dovrebbe farlo, l’operatore precario dei centri per
l’Impiego col rischio di trovare le gomme della sua auto bucate all’uscita dall’ufficio?
Quando un sito di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">previsioni meteo</b>
scrive che a Rimini o Sanremo pioverà nel weekend, e poi non capita, i comuni e
il <a href="http://www.ilgiornale.it/news/life/codacons-contro-previsioni-meteo-se-sbagliate-danneggiano-1273523.html">Codacons
minacciano</a> denunce ai siti per aver sbagliato e aver dirottato altrove i
turisti. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Affrontare l<b>a realtà comporta decisioni impopolari</b>.<br />
Le decisioni impopolari sono possibili solo ai politici di
grande spessore, sostenuti da cittadini che non pensino solo al proprio culo e portafoglio e abbiano <b>visione di lungo periodo. Perchè</b> la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">scienza spesso nelle sue conclusioni è probabilistica e indifferente ai
meccanismi della democrazia</b>, alle statistiche di gradimento, agli umori
della piazza, ai like. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Se vuoi credere che si possa <b>tutt’assieme</b> diminuire le
tasse, dare reddito a tutti, far funzionare scuole, autostrade e ospedali
pubblici, tollerare l’evasione fiscale e il lavoro nero, chiudere un occhio su
criminalità e inefficienza della pubblica amministrazione, allora dobbiamo provare a ragionare assieme passo passo su quello che è reale, sui sogni e gli incubi, sulle somme, le sottrazioni, le divisioni. Se non riusciamo a spostare l'attenzione da noi, la nostra felicità, al massimo dai nosti figli, alla <b>felicità dei figli degli altri </b>non avremo chance di un futuro migliore ma solo solitudine e paura da proiettare contro i più deboli.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Tu avresti nel 2014 chiuso
il ponte?</b> Per favore, parliamo d’altro… <o:p></o:p></div>
<br />Andrea Pugliesehttp://www.blogger.com/profile/03038434631216465580noreply@blogger.com1