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lunedì 21 luglio 2014

Quando la professoressa è lesbica.

È una storia che non ho mai raccontato, che era finita nel magazzino ordinato dei ricordi assieme a tanti aneddoti, che era lì forse per essere inserita nella vita di un personaggio dei miei romanzi futuri. L'episodio dell’insegnante di Trento inquisita in ragione del proprio orientamento sessuale l’ha fatta tornare a galla e, nell’umidità appiccicosa di questa estate romana, ve la propongo come raccontino della sera.

Stella viveva ad Anversa, la sua città natale. Insegnante di Scienze e Matematica in una scuola superiore, aveva da parecchi anni anche l’incarico di coordinare per l'istituto l'orientamento dei ragazzi nelle scelte di studio e professionali. Come me, aveva vinto una visita di studio per comprendere come la Norvegia si impegnasse per combattere l’abbandono scolastico.
Era lesbica e non ne faceva mistero. Amava l’Italia, parlava un discreto italiano e mi aveva raccontato che ci era stata “con la mia fidanzata”.
In quel periodo stavo scrivendo un racconto per la mia raccolta People from Ikea che aveva come protagonista proprio una donna omosessuale. La simpatica Stella che leggeva in italiano mi parve un’occasione imperdibile per chiedere un’opinione sulla trama e le atmosfere create. Lei ne fu lusingata; trattò l'inedito con delicatezza senza però nessuna remora nello stroncare le mie ingenuità e forse anche pregiudizi in materia. Le due serate passate con lei, con una birra sotto le stelle, a parlare, prima del mio libro e poi delle nostre vite mi sono ancora preziose.
“Insegno in una scuola ebraica di Anversa. È frequentata da figli di famiglie fondamentaliste. Meno male che ho a che fare solo con numeri e formule…  Sai, da noi la musica non religiosa è del tutto proibita, niente Beatles, Madonna né U2. I programmi di storia non sono allineati con quelli ufficiali olandesi. Niente Shakespeare o Jane Austin e altra letteratura moderna”.
Davanti alla mia mandibola incredula e penzolante ha aggiunto “I matrimoni sono ancora combinati e le ragazze dell'ultimo anno non parlano d'altro.”
“Ma, possono comportarsi così?” la interrompevo io.
“Sono venuti gli ispettori del ministero e hanno abbastanza realizzato la situazione, senza però approfondire né intervenire."
"Li hanno pagati per farli tacere?" chiedo io con ottusa mentalità italiota.
"No, la comunità ortodossa ha detto chiaramente che se vogliono che il mercato dei diamanti resti a Anversa e non migri, ad esempio, a New York, su cose come questa devono chiudere due occhi e una bocca.”
“Come fai a stare in un posto così?” le chiesi, sottintendendo anche, ma non solo, al suo orientamento sessuale.
Rise, amaro. “Devo pagare il mutuo…” Poi aggiunse: “Comunque lo sanno che sono lesbica, da pochi mesi, credo tramite una ragazza che si è diplomata alcuni anni fa e che mi ha visto in un locale”. Finì la birra, “Non ne hanno mai parlato direttamente ma mi hanno messo all’angolo: i genitori non vengono più al ricevimento parenti, alcuni ragazzi cambiano marciapiede se mi vedono per strada. Anche i colleghi sono diventati gelidi; molti sono indifferenti alla mia omosessualità ma, diciamo pure, parlare con me non è consigliabile.”
“Una situazione difficile…”
Sorrise, “Mi spiace solo per i miei ragazzi. Per come saranno, per come alcuni soffrianno. Per le gioie della vita che sono destinati a perdere. Io ora voglio solo arrivare alla fine dell’anno scolastico per non dargliela vinta: di scuole ad Anversa ce ne sono tante... poi ho insegnare lì mi impediva di prendere una decisione serena in merito alla proposta di matrimonio che mi ha fatto Marja.”

NdA: il racconto è vero e si riferisce alla situazione specifica di una scuola e una comunità locale non a un popolo o a un paese. In Israele iI diritto garantisce ai gay la maggior parte dei diritti matrimoniali riconosciuti alle coppie eterosessuali, inclusa l’adozione. Anche se la piena ufficialità del matrimonio omosessuale non è ancora stata sanzionata, vengono riconosciuti i matrimoni omosessuali contratti all'estero.
Israele ha anche una delle più alte percentuali di popolazione favorevole all'equiparazione completa delle coppie gay a quelle etero, col 61% che sostiene l'introduzione del matrimonio civile per le coppie dello stesso sesso (dati 2011).

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