Nel post precedente ho raccontato cosa mi affascina, piace e
stupisce positivamente di questo Paese. È facile fare i complimenti perché
tutti quelli che leggono si sentono chiamati in causa. Ora, per non sembrare uno
che si vende per qualche chilo di biscottini natalizi, vi racconto cosa non convince
di questo bel posto. Ovviamente, non riguarda tutti gli austriaci, ma solo
quello che sento:
In Austria c’è troppa
Tradizione: è bella la tradizione, quando non diventa un alibi per la chiusura
mentale e un ostacolo allo sviluppo delle intelligenze. In Austria ogni anno sono
più ricchi e hanno meno problemi reali. Ma hanno più paure e allora diventano più
conservatori, chiusi in una torre di cristallo perfetta. L’unica paura vera è
quella di perdere ciò che hanno anche se la sensazione è che spesso nemmeno lo
comprendano. La loro stampa, ad esempio, è di una superficialità e vuotezza
imbarazzante. Allora ecco che l’ordine, il fare gruppo, magari tutti coi pantaloni
di cuoio o vestiti da bambola di ceramica, pericolosamente vicini all’autarchia
culturale, diventano la via più facile per affrontare il mondo.
In Austria rischiano di diventare presto berlusconiani senza saperlo: Sono preoccupato per loro. L’involuzione
politica li sta portando all’Italia negli anni ’90. Forse il crollo è
cominciato con la morte di Haider, il superconservatore razzista che si è
stampato in autostrada tornando da un bordello omosessuale. La mancanza di un vero
leader ha aperto crepe nel sistema che hanno portato alla luce giri vorticosi
di mazzette milionarie. I partiti tradizionali che hanno governato negli ultimi
50 anni hanno allora perso ogni credibilità... Questa storia l’avete già
sentita? Ora vi dico anche che la settimana scorsa è pure ‘sceso in campo’ il multimiliardario ottantenne Stronach, padrone
della Magna (colosso industriale che
ha conteso la Chrysler alla Fiat) e andrà a occupare uno spazio nel centro-destra
che molti valutano già tra il 20 e il 25%. Non si sa se il partito verrà
chiamato Forza Austria (sempre che
Berlusconi non ne abbia registrato il copyright).
In Austria si beve
troppo: ci danno dentro con vigore, pure troppo. Uomini e donne. Coppie che
conosco si tirano regolarmente una bottiglia di rosso ogni sera. Dicono che aiuti
a sciogliersi. Mi viene raccontato che se gli uomini ti corteggiano e non
bevono non arrivano mai al punto, e se invece bevono ci arrivano troppo
velocemente. Lo so, non sono i soli a bere molto, ma è triste vedere come se ne
compiacciano. Sembra quasi che nell’alcool cerchino di realizzare una ‘realtà aumentata’ che non gli appartiene
perché sono comunque troppo timorosi nel muoversi nella realtà concreta.
In Austria hanno la
Red Bull: stavolta non riuscirei a trovare un equivalente in Italia. La Red
Bull è il dominus ideologico-commerciale del paese. È una bevanda al sapore di
medicinale che serve a stare svegli. Sponsorizza ogni tipo di quasi sport venga
bene in televisione e se ne inventa pure decine di nuovi senza alcun senso.
Gli austriaci sono tristi perché non hanno vinto nessuna
medaglia alle Olimpiadi. Non hanno capito che il loro Ministero dello Sport è
una fabbrica di caffeina con le bolle che smercia una filosofia di vita che
spinge i giovani a trasgressioni che non cambino nulla, una specie di ‘famolo strano’ applicato allo sport e
alla vita in generale. A mio avviso quella roba lì corrode anche le menti oltre
che i fegati. Non è però gradito che se ne parli male, proprio come capita
della carne di balena in Norvegia (che fa schifo pure quella).
In Austria i bambini
sono spesso non benvenuti: In molti ristoranti non vogliono i bambini.
Secondo me è perché i minori di dieci anni non sono in grado di garantire gli
stessi standard di ordine, silenzio, formalità e pulizia che sono certi di
trovare in un adulto. È pieno di Familien
Hotel, Familien Therme, Familien Restaurant, non so più se sono davvero per
le famiglie o per dire chiaramente che negli altri posti le famiglie non le
vogliono proprio. In Italia (specie a Roma), i bambini in società sono un po’
di tutti, qui non tanto.
In Austria la Chiesa
Cattolica è un club: lo so, è difficile trovare posti in cui il rapporto della
Chiesa con lo Stato sia più malato che in Italia ma qui se la giocano con noi.
Ad esempio se vuoi essere nella
Chiesa devi pagare una tassa che se non paghi finisce pure che ti pignorano i
mobili. Puoi però cancellarti dagli elenchi ufficiali dei credenti e da quel
momento in poi non paghi ma non puoi sposarti in chiesa, far fare la Comunione
a tuo figlio e usufruire dei vari servizi e sacramenti, proprio come in un Golf
Club. Un bel po’ di vescovi e preti pedofili e le sciagurate posizioni
antiecumeniche di Wojtyla hanno fatto scendere di parecchio il numero di quelli
che questa tassa la pagavano con gioia.
In Austria hanno cucine
anti-italiane: questo – lo ammetto - è un problema solo mio. Qui hanno
piastre elettriche nel 95% dei casi (le restanti sono a induzione magnetica) e
questo mi fa impazzire quando devo cucinare seriamente. Questi attrezzi hanno
tempi di riscaldamento/raffreddamento incompatibili con la gastronomia italiana
e non sono omologabili per soffritti e cotture veloci.
Spero di non aver urtato nessuno degli amici austriaci che
leggono e commentano i miei post. So benissimo che l’essere un italiano mi dà
pochi titoli per criticare, ma è l’istinto dello scrittore che mi fa sempre
vedere le cose dall’esterno, anche quando ci sono immerso fino al collo.
Con affetto. Prost!
Ah ecco,l'Austria insomma e' come la California quando il governatore era Schwarzenegger.
RispondiElimina1) Concordo con il disastro delle piastre elettiche che non sono un'esclusiva austriaca (UK e USA per ricordarne due che mi hanno fatto dannare).
RispondiElimina2) Regali. Io penso ogni Natale a chi mi ha regalato il tagliabiscotti perfetto che mi permette di preparare le frolle con la marmellata di albicocche. E ci penso con trasporto e commozione e ricordo anche il fiocchetto oro con il quale era abbellito. Devo avere anche io un pò di Austria nel sangue ...