Pagine

lunedì 17 dicembre 2012

La festa di compleanno: Complementi di educazione per genitori adulti (caso 4).


Sono partecipe a questi riti da abbastanza anni da poterne scrivere con una certa competenza.
Se avete figli piccoli, che non sono ancora in grado di gestirsi da soli le feste degli amici vi tocca sovrintendere alle incombenze che si celano dietro la partecipazione a una festa di compleanno.
Per me, ignavo e di memoria autoreferenziale, una festa di compleanno per bambini si riassume in “Invita i tuoi amichetti del cuore a casa, che giocate un po’, i loro genitori si godono un pomeriggio libero, e poi ti faccio una torta con le candeline”. Essenziale, logico direi. Datato, eversivo, destabilizzante, secondo i moderni canoni della socialità minorile che prevede innanzi tutto la logica dell’Evento Memorabile, condizionata da volontà emulative della casa reale, rinforzata da sensi di colpa genitoriali che acconsentono la cessione del fondoschiena già alla richiesta del dito.
Si tratta ormai di format veri e propri di cui si possono esaminare gli elementi fondamentali con una certa facilità:
  • Gli invitati: devono essere tutti quelli a cui si deve rendere conto (definiamoli pure gli azionisti di riferimento). Si intende come minimo tutta la classe, incluso quei 3 o 4 di cui il pupo neppure ricorda il nome, dei 5 che non sopporta, più i fratellini e le sorelline degli invitati, più le maestre. Poi non sia mai che l'esclusione di un teppistello egocentrico oggi comporti minori opportunità lavorative tra venti anni quando il teppista di cui sopra sarà senz'altro consigliere provinciale o dirigente di municipalizzata.
  • La location: il business delle location per le feste dei bambini è in continua espansione. Ludoteche, paninoteche, altroteche, associazioni, sale parrocchiali multifunzione, tutto è buono e tutto va quotato dai 200Euro in su a secondo degli optional richiesti. Siccome parecchi di questi spazi sono anonimi e al piano strada, è escluso che un genitore responsabile lasci il suo pupo lì per andare a fare qualcosa di più adatto alla propria età e gli spazi stessi devono dunque prevedere luoghi e intrattenimenti per papà e mamme,
  • L’animazione: un obbligo masochista. Un esercito di professionisti precari  opera  rigorosamente in nero per animare l’accozzaglia di minorenni coinvolti in questi eventi. Sono necessari, anche perché metà degli invitati non ha relazioni reali col festeggiato e l’altra metà si annoia perché da lì sono stati banditi i videogiochi. Gli animatori sono giovani e meno giovani con nozioni di teatro e giocolieria. I più bravi fanno bolle di sapone del diametro di Giuliano Ferrara o sanno a memoria i nomi di tutti i 27 bambini al quinto minuto di festa. I migliori se li consigliano tra le mamme come si fa con le diete e le gelaterie. Li guardi e hai la sensazione ti faranno anche da badanti precari tra una ventina d’anni.
  • I regali: in media si risolvono in un’accozzaglia di banalità viste in spot televisivi o acquistati per autodefinire lo status del regalante. Da un po’ di anni si è instaurata la tradizione di aprire i regali tutti assieme, in pubblico, in un rito tribale di cattivo gusto in cui tutti ripetono all’unisono  “Scarta la carta!”. Di ogni pacco è annunciato il donante e l’apertura è seguita da commento dell’animatore che cerca così di distrarre il festeggiato dalla insulsaggine del dono. Tale pratica crudele oltre a mettere in concorrenza diretta chi fa i regali, evidenzia a tutti le 3 identiche bamboline ricevute e il libro riciclato dal regalo di natale ricevuto da uno dei presenti. Una nuova piccola follia che sta prendendo piede è quella di regalare agli invitati qualcosa, un ricordo, una specie di bomboniera (che da sé dimostra come tali feste siano da inquadrare nella logica dell’evento familiare e non della festa tra bimbi).
  • Il cibo: è progettato per degli esseri ritenuti incapaci di intendere e volere, condizionati dalla tv e vogliosi di affetto non corrisposto. C’è normalmente tutto ciò che in condizioni normali vieteresti ai tuoi figli: patatine, pizzette gommate, popcorn, coca, fanta, e caramelle colorate di evidenza inquinante. Non c’è altro di commestibile e la torta il più delle volte è la proiezione ipertrofica dei sogni infantili di una madre lasciata sola nell'impresa di organizzare l'evento e a cui solo gli zuccheri fanno ormai svolazzare gli ormoni.
  • I genitori: non potendo eclissarsi, approfittano della presenza degli educatori per dimenticarsi all’istante del  figlio, negarne la paternità se il frugolo spacca lo zigomo alla festeggiata, chattare su What’s Up con l’amica che si è appena rifatta naso e fianchi, sparlare delle maestre, strafogarsi di pizzette di gomma come antidoto alla depressione, guardare nel vuoto sapendo che fuori di lì è possibile un mondo migliore.

In casa mia, a ogni compleanno, c’è la conta tra me e mia moglie per chi debba accompagnare i pupi sul luogo del fattaccio. Si sprecano i “Vai tu, stavolta?” e gli occhi da cane bagnato, si millantano le più improbabili scadenze lavorative, il tutto per arrivare a qualche compromesso. Si lo so, alla fine va un po’ più spesso lei, ne prendo atto. So che la vita la premierà perché, come ha dimostrato Darwin, si salveranno solo coloro che hanno maggiori capacità di adattamento.


Ultimi in materia:

2 commenti:

  1. Anche a San Francisco piu' o meno e' cosi'.
    Ma se dopo quattro figli ho imparato qualcosa e' questa:
    La figlia #4 non solo non e' mai andata ad un compleanno di amici, non ha mai neanche festeggiato il suo. Pura e semplice.

    RispondiElimina
  2. "Vai tu, stavolta?" è bellissimo.
    Aahahahah!!

    RispondiElimina