Lo stupore per quelle telefonate si è trasformato presto in
agghiacciante silenzio e poi in urla, lacrime, abbracci, parole e parolacce, crolli
sulle sedie e brividi di paura: due donne, due lavoratrici, ben conosciute e amiche
di molte delle presenti, dipendenti della Regione Umbria, erano appena state
uccise a sangue freddo da uno squilibrato entrato nei loro uffici con una
pistola carica e la voglia di uccidere e uccidersi.
In quegli stessi uffici gran parte delle presenti si recavano più volte la settimana per sbrigare normali pratiche legate al loro
lavoro. Delle due funzionarie conoscevano i sorrisi, la professionalità, e qualche
nota personale scambiata con la dolcezza di cui voi donne siete così più capaci
di noi.
Eravamo tutti lì, bloccati, e dopo una decina di minuti le tv
locali e poi nazionali hanno riportato la diretta dal palazzo della strage a
poca distanza da dove eravamo. Le ho viste: guardavano lo schermo che parlava
di stragi, di donne morte ancora sdraiate sul pavimento al quarto piano, riconoscevano i funzionari sotto shock, e si
guardavano tra di loro, quasi per capire quale e dove fosse la realtà.
Mentre facevano e ricevevano telefonate per dire ai cari che
loro no, non erano sul luogo della strage
e che, sì, stavano bene, abbastanza, decine di domande senza risposta
rimanevano aperte sul baratro della follia spalancato da quei proiettili. Io mi
sono appiattito alla parete e non volevo si scusassero con me per l’interruzione come continuavano a fare: avrei
voluto essere un pilastro di cemento per non ingombrare quel lutto collettivo
di cui ero indegno e inaspettato testimone.
Sono successe altre cose nelle ore successive, in loro, me, in un’intera città, e forse ne scriverò ancora.
Oggi i miei pensieri oggi vanno da soli a Margherita Peccati
e Daniela Crispolti, vittime di una strage insensata, ai loro familiari, e allo splendido staff di Forma.AZIONE
per il quale d’ora in avanti tutto sarà
diverso (e che spazzando via i cocci
dell’innocenza perduta troverà la forza per reagire e continuare a dare
risposte ai tanti che grazie a loro possono cambiare le proprie vite, in meglio).
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