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martedì 5 marzo 2013

Su Barbara Palombelli, le lingue sempre a sinistra e i portafogli ben a destra.

Si può fare un post ad personam? Quanto è intellettualmente onesto?
Non mi piacciono gli sfogatoi ma analizzare esempi pessimi per la collettività può dare chiavi di lettura del contemporaneo. Che poi è l'obiettivo di un blog come il mio
Poi, in molti mi dicono che sono troppo sempre contro Silvio B. e dunque adesso: sotto un altro. Più donna e più a sinistra, per un simulacro involontario di par condicio.
Forse oggi, 5 marzo, c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il contenitore di sciocchezze che posso ascoltare da una singola persona, soprattutto se pubblica, soprattutto se è pure considerata un’opinion leader (e dunque le sue sciocchezze sono per molti legittimate dal ruolo).
Lei, l’impresentabile, è Barbara Palombelli, giornalista radiofonica di una qualche gloria che da decenni ammorba di banalità e falso moralismo chi ha l’incautezza di leggerla o ascoltarla.
La signora si colloca in quella sinistra col portafoglio tutto a destra, più moderata della curia vaticana, sprofondata nel cachemire della vita, ispirata da Karol Wojtyla, Berlinguer e Dolce&Gabbana.



Oggi, commentando il fatto che i neoeletti M5S hanno dichiarato di poter andare il parlamento in bici e dunque di voler rinunciare alle auto blu, ha subito portato all’attenzione del Paese il dramma degli autisti che così perderebbero il lavoro, dei meccanici messi in mezzo alla strada e tutto l’indotto che ne soffrirebbe. Roba da matti…
Tra le sue indimenticabili perle ricordo anni fa una risposta su La Repubblica a un tipo che scriveva indignato perché durante una vacanza in Puglia di due settimane nessuno gli avesse mai rilasciato ricevuta fiscale, specie gli affittacamere che si erano presi la fetta più grossa dei soldi. La saggia giornalista rispose che quei poverini andavano capiti, che lavoravano solo un mese l’anno e dunque quello di evadere per loro era uno stato di necessità su cui si potevano chiudere due occhi per occuparsi di cose più serie.
Un’altra perla, parente della precedente, fu quando si espresse sul tema della compravendita di tesi di laurea sottolineando come fosse prassi normale scrivere tesi conto terzi. Chi di voi non l’ha fatto? Anzi meno male che esiste questo simpatico mercato di truffe che può garantire a studenti capaci un po’ di soldini integrativi per pagarsi la vita da fuori sede.
È una poveraccia, non meriterebbe commento alcuno se le Palombelli non fossero migliaia, di entrambe i sessi e di ogni censo, accoccolate nella loro bambagia, sorrette da piccole e grandi furbizie e colossali giustificazioni ai propri comportamenti che quando non sono illegali sono perlomeno immorali.

Via! Diamo aria a quelle stanze molto prima che sia natale (cit.)

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