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giovedì 22 maggio 2014

Votate, perché solo in Europa l'Italia si può coniugare al futuro.

Non avrei mai pensato di sedermi un giorno per scrivere un appello al voto europeo.
Per certi aspetti l’avrei giudicato inutile perché ovvio (siamo Europei? Mica devo ricordarlo io!), dall’altra è talmente evidente che senza l’Europa saremmo spacciati che l’affluenza dovrebbe essere fin maggiore di quella legata alle nostre elezioni politiche nazionali. Scrivo però perché in queste settimane ho colto un livello del dibattito infimo e disinformato, lunghe diatribe che nulla hanno a che fare con la UE, capipopolo ignoranti e supponenti.

Io sono cittadino europeo e solo grazie a questo posso avere un’opinione sul mio paese, posso capire cosa vi succede, posso fare confronti amarlo odiarlo, impegnarmi nel cambiamento. 

In Europa viaggio e passo confini ormai invisibili, mi alimento di conoscenza, sapori, informazioni e idee che germogliano in stati e lingue diverse dalla mia. Sorrido della Generazione Erasmus che ha scoperto se stessa grazie all’Europa unita. Provo orgoglio per l’amore incondizionato che gli altri Stati hanno per l’Italia e mi si ghiaccia il sangue a ascoltare le loro analisi su di noi, lucide e informate più della media di noi italiani. Vedo spesso opportunità (per me e per tutti) che l'Italia non dà e, sentendomi cittadino europeo, non vedo l'approfittarne come emigrare ma solo come coglierle. Mi godo inoltre la pace che l’Europa ci garantisce e comprendo quanto sia costata.

Come cittadino europeo ho passato venti anni a cercare di non vergognarmi quando tutta l’Europa vedeva bene come il nostro Re fosse nudo, non solo davanti alle minorenni ma davanti alla Storia, al buon senso, al progresso.
Negli stessi 20 anni ho mille volte ringraziato chi ha lottato perché fossimo nell’Unione e nell’Euro perché è solo grazie alla nostra appartenenza europea che abbiamo avuto un minimo di leggi, regole, politiche. 
Non sono state tutte perfette per noi? Può darsi, ma la colpa è nostra: siamo da tempo l’ultimo vagone del treno (per scelta e decisione nostra) ma meno male che al treno eravamo attaccati.

Votare è di fondamentale importanza perché è puerile dire che tutto fa schifo e tutti rubano. Anche io sono contro l’Europa delle banche ma solo votando si può fare qualcosa per costruire diritti (e doveri) comuni, servizi sociali diffusi e democratici, opportunità e innovazione, un superamento dei criteri di austerità che in mancanza di altre idee ci bloccano qui, al palo.       

Vedo con terrore l’ipotesi che ci sganciamo dal convoglio proprio ora che il sistema di potere che ha cariato il Paese forse è alle corde (per motivi anagrafici e giudiziari).

È il momento di  guadagnare posizioni sul treno, di avvicinarsi fino a unirsi ai piloti e ai navigatori. 

Per farlo occorre competenza, positività, toni pacati e idee chiare. 
Prima di tutto occorre votare.

1 commento:

  1. condivido pienamente; solo 60 anni fa gli sfasci ed i nazionalismi ci hanno portato alla guerra mondiale e solo 30 anni fa lo sfascio incontrollato dell'URSS e dell'Iugoslavia (sia chiaro non le sostenevo come tali) hanno portato alle fughe nazionalistiche ed alle guerre civili ed ai massacri; non sono realtà lontane da noi, sono Europa!

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