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lunedì 27 ottobre 2014

Al ristorante con tanti bambini (caso 12)

Sono davvero simpatici i genitori dei bambini che frequentiamo. È bello prendere con loro un caffè dopo aver lasciato i pupi a scuola la mattina. Siamo anche andati al mare qualche volta, tutti assieme, ed è stato divertente. Allora accettate con slancio la proposta di quello che “Io conosco una pizzeria poco lontano, ideale per i bambini, che la fa con la lievitazione naturale, ha la scelta anche per i celiaci, i vegetariani e per gli allergici alla doppia Z. Organizzo per tutti questo venerdì sera?”

L’appuntamento è alle 8. Ti sembra già tardi per dei bambini di quest'età ma taci perchè per una volta vuoi essere compagnone anche tu. A parte voi, nessuno arriva al ristorante prima delle 8.45. 
Sono previsti 15 adulti e 17 bambini. I tavoli sono stati prenotati rigorosamente separati: da una parte gli over 30 dall’altra gli under 10. La cosa ha una logica che presto si manifesta non come "Così i grandi possono parlare tranquillamente" ma nella forma "Così i bambini possono fare quello che vogliono e i grandi passare il tempo a sparlare degli insegnanti che non lasciano fare ai bambini quello che vogliono". 

Quello che poi tipicamente accade dalle mie parti si articola in Fasi.

Fase 1: l’attesa dei ritardatari. Siamo già oltre le 9. I bambini sono nervosi e eccitati: si sono visti poche ore prima a scuola ma è come se si rincontrassero dopo un anno si leva a Kandahar. Manca ancora qualcuno; tu lo lasceresti al blocco del traffico, al rapimento alieno e ordineresti di corsa ma qualcuno lo giustifica con parole poco convincenti, altri spizzicano pane e grissini. Arrivano acqua, coca, vino scadente che neanche alle nozze di Cana, e nessuno sa esattamente da chi sono stati ordinati.
I bambini stanno ancora seduti e si limitano a urlare senza necessità 

Fase 2: ordinazioni e attesa della pizze. È l’unico momento in cui i genitori ammettono di avere procreato e si attivano per definire quello che i bimbi si porteranno alla bocca (che pare l'unica vera preoccupazione dell'adulto contemporaneo). È un fiorire di “Tesoro, lascia perdere la Capricciosa che poi non la mangi tutta”, “Caro, non l'acciuga che ti viene sete, no le olive che potrebbero avere il nocciolo, no le verdure che non ti piacciono”, “Facciamo che prendi una margherita e poi vediamo…”. Il grosso dei genitori sbraca poi ogni disciplina su pizze con wurstel e patatine, o salciccia e ketchup.
All’improvviso si materializzano due vassoi di olive all’ascolana, supplì, fritti di varia natura ordinati da sconosciuti, che hanno l’effetto di togliere ai nostri piccoli commensali ogni appetito e sono propedeutici al prematuro abbandono di almeno tre quarti delle pizze che verranno.

Fase 3: consumo del pasto. È il momento più bello, quello per cui siamo stati progettati e durante il quale l’egoismo può farla da padrone senza sensi di colpa.
Finita la propria capricciosaconrinforzodiprovolaeuovosodo i padri possono alzare lo sguardo verso i figli per pronunciare con tono asettico l’interessato “Non la finisci, vero?” prima di impossessarsi del farinaceo del minore. C’è un po’ di trambusto causato da quarti di pizza planati su abitini firmati o pavimenti piastrellati. Manca sempre una margherita con ananas, mentos e patate fritte che il pizzaiolo si è rifiutato di fare ma che il genitore esige come diritto dell’infanzia.

Fase 4: la coda lunga dell’evento. Le pizze sono finite. L’orologio doppia le 22. L’ammazzacaffè dei genitori sgrassa l’intestino e cola sui dolci confezionati o gli ancora peggiori tiramisù fatti dal pizzaiolo. I bambini sono ormai alla deriva nelle cucine, impazzano tra i tavoli, hanno elevato il livello acustico a quello del reparto carrozzeria della Fiat.
Hanno già indisposto il tavolo dell’addio al nubilato della procace Flaminia che si farà legare le tube, fatto rimandare la passione alla coppietta che è lì per la prima volta, causato lo spegnimento volontario dell’apparecchio acustico a nonno Mario accompagnato al tavolo di fronte per celebrare qualche remota ricorrenza.

Al ristorante con tanti bambini? E' contronatura.


Per chi volesse approfondire alcuni casi precedenti:                     

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