1.
Il bambino sul treno accanto a me solleva gli occhi dal cruciverba e chiede al papà “Chi è
l’indimenticato Troisi?”
“Massimo!” esclama
quest’ultimo associando al nome risate, dolcezza e limonate nel buio del cinema
parrocchiale.
“E chi è?” lo
gela il bambino a cui ‘indimenticato Troisi’ pare al più un ossimoro.
2.
Entro in
libreria mentre Veltroni presenta un libro di Proietti esaltandone la capacità
d’innovare nella tradizione del teatro. Poi lo accosta a altri ‘mostri sacri’
fino a citare l’immenso Sordi. Lì, quasi scosso, racconta che il giorno prima davanti a 400
ragazzi di una scuola romana che stentavano a tenere il filo delle sue memorie ha
chiesto quanti conoscessero Sordi e solo 5 o 6 alzarono la mano. Sordi chi?
3.
Troisi e Sordi passano, vabbé,
forse ce ne faremo una ragione, ma la settimana tra il 25 aprile e il 1° Maggio è così densa di storia e memoria da non poter passare senza dare stimoli.
Sette giorni racchiusi tra
l’anniversario della Liberazione dalla dittatura fascista, sconfitta con la sua
prospettiva di guerra e ingiustizie, e la festa dei Lavoratori, anniversario
simbolico delle lotte per la liberazione da una vita che non sia solo sangue e sudore
ma anche comunità, soddisfazione e costruzione di futuro.
Sarebbero centinaia gli spunti e i
significati con ricadute attuali. Il messaggio di Mattarella che sottolinea
come “E’ sempre tempo di Resistenza” ne è buona sintesi.
Democrazia e Lavoro sono al centro di qualsiasi discussione sul
nostro destino, sulla riforma della nostra Costituzione, sulle regole del
vivere civile. Fanno filotto col destino del pianeta e credo appropriato che l’Earth
Day sia il 22 Aprile, così vicino alle altre date.
Un po’ mi rode che tutto questo non
abbia domicilio nei talk show e forse anche poco nelle aule o nelle famiglie.
Un’idea positiva e costruttiva che
nasca dalla memoria, anche dalle peggiori, non era di certo al centro delle
intuizioni dei copywriter annegati negli Spritz e sfondati di apericene che hanno concepito l’immagine barbara qui accanto
(da Il Venerdì di Repubblica del 22
aprile) in cui il povero Il Quarto Stato
di Pellizza da Volpedo viene hackerato per promuovere un primo maggio sugli sci
per chi vive nel cachemire distaccato dalle miserie del popolo da cui al
massimo può estrarre qualche figa per allietare il doposci.
Un messaggio
costruito su una vena creativa aderente ai canoni di Made in Sud e Colorado Café
sintetizzabile con “’fanculo a tutti i lavoratori, ai loro diritti, alle loro
lotte pulciose: io sono io perché scio a Cortina e voi godetevi pure il picnic con
fave e salame.”
Non so se gli eredi di Pellizza
da Volpedo abbiano concesso i diritti di violenza sull’immagine.
Davanti a cose così mi sento piuttosto inerme: non posso invocare vergogna in chi pensa, produce, vende, compra forme svuotate di senso come questa se in loro non c’è capacità
di indignazione.
"Cosa c'è di male a scherzare?" mi aspetto, con lo stesso tono di chi dice "Cosa c'è di male a non pagare le tasse? A lasciare il frigo usato accanto al cassonetto? A consentire ogni nefandezza sociale a mio figlio? A votare XY che mi ha garantito il lavoro?"
Tutto è ritenuto ugualmente possibile perché non c’è memoria di conseguenze a gesti simili, se non di quelle poche e meschine accadute
a se stessi, non c’è senso della Storia né dunque di Futuro.
Nessun commento:
Posta un commento