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venerdì 6 settembre 2013

Ecco un'altra lista di prodotti sul mercato che dovrebbero temere l’ira dei consumatori.

Siamo consumatori, è vero, ma anche esseri pensanti. Ritengo doveroso ribadire ai produttori che non ce le beviamo tutte, che non tutti ossequiamo la pubblicità, che coi soldi non si riesce a asfaltare tutta la pubblica opinione.
Per qualche motivo che ancora non comprendo appieno, il mio post con la Lista dei Prodotti che Spazzerei dai Supermercati dopo oltre un anno continua a avere decine di visite al giorno. Ciò un po' mi turba ma mi incoraggia anche a allargare la riflessione a altre categorie di prodotti e servizi facenti parte del nostro quotidiano.
Lo faccio attendendo commenti, critiche  e condivisioni.
  1. I carburanti: essi devono solo carburare rispettando le leggi. Punto. Nella scelta del distributore l’unica variabile logica di confronto può essere il prezzo. Al rogo le raccolte a punti, le tessere fedeltà. Io il diesel non lo voglio Blu, Up, Blitz, o Race. Lo voglio per andare di qui a là. Poi vorrei che ai distributori che truccano le colonnine o aggiungono acqua al prodotto (sono circa il 10%)  venga ritirata la licenza,  mi parrebbe il minimo.
  2. Le carte igieniche: sceglierle è un incubo. Non potendole provare lì sul posto, né tastare, Le guardi come Amleto fece col teschio. Ti chiedi soprattutto quanto ti dureranno cioè il loro fattore C ( numero cagate * rotolo). L’unico indicatore che vorresti sul pacco è la lunghezza del rotolo che invece non c’è. Non mancano mai invece aggettivi più appropriati per un cuscino che per un pezzo di carta da culo. Il vertice della cacofonia lo raggiunge la ‘Morbistenza’ di Tempo (che per questa ragione specifica e sintattica invito a boicottare duramente, checché ne dicano le vostre chiappe).
  3. Le insalate in busta: un prodotto luciferino. Si tratta della stessa insalata che costa 1 euro al chilo al mercato venduta a prezzi di filetto di sogliola. Mi pare un’offesa prima di tutto al buonsenso. Anche il palato non è che ne gioisca molto: sanno sempre un po’ di gas inerte, pare che abbiano sudato a lungo per uscire dal sacco, e trasmettono ai contorni una certa tristezza inconsolabile.
  4. I Giochi: lo sapete vero che in Italia ci siamo giocati più di 80 Miliardi di Euro nel 2012? Diciamo più di mille euro a testa inclusi i neonati e i clandestini. Il gioco è un prodotto di Stato molto sofisticato, che si presta alla perfezione per arricchire le mafie, evadere le tasse, rovinare le famiglie, ammalare le persone, spegnere la vita nei giovani, prosciugare le rimesse degli emigranti. Il costo per la collettività è enorme e include la cura delle ludopatie e le altre dannate patologie inevitabili. Invece che curare chi gioca occorrono campagne imponenti affinché i ragazzi capiscano che con quella roba si perde sempre.  
  5. La telefonia e le sue tariffe: un bel settore senza nessuna concorrenza reale. Andate in Germania o Austria e fatevi un abbonamento illimitato verso tutti, estero UE incluso, a 10 Euro al mese, magari con 3 o Vodafone che operano anche qui, e capirete come ci trattano da popolo bue anche in questo settore. Le tariffe sono alte, i profitti spaventosi e le società riescono pure a essere in difficoltà di mercato. I manager: o banditi o incompetenti.
  6. Il Calcio come prodotto: di cosa parliamo? Di un prodotto fasullo e pericoloso, che proietta sui ragazzini la propria mediocrità e quella dei propri interpreti dicendogli che quella è la cifra dei vincenti,  che cambia simboli e divise ogni anno per vendere più magliette, popolato da personaggi di uno spessore morale tale che sarebbero reali solo se fossero fumetti, che spende più tempo e soldi a rifarsi l’immagine che calciare la palla. Su, siamo seri, lasciamo perdere, parliamo d'altro.
  7. Le mostre acchiappagonzi: hanno quei titoli tipo "Van Gogh e la neve" o "Raffaello e l'ipotesi del viaggio", "Da Leonardo ai sofficini", "La Pop Art e la cucina leccese", "Il silenzio nello sguardo di Giotto". Di solito hanno un unico quadro disponibile del un grande autore ed è messo sui poster in quadricromia che tappezzano la città e sulla copertina catalogo. La mostra è una rassegna di croste, di copie di autori minori, testimonianze, gossip, pezzi di pittori parenti (di Leonardo ma anche dell'Assessore comunale che patrocina la mostra mostruosa). L'ingresso costa da 8 a 10 euro, nessuna riduzione studenti, sempre parenti esclusi. Lasciano il mal di pancia.
  8. La pasta integrale: ne ho parlato con un grande produttore. Ora vi spiego: la farina integrale costa poco di più di quella normale. Ma in fase di lavorazione quella integrale incorpora più l'acqua e rende di più e ha mano scarto. Alla fine la pasta, al produttore, costa uguale se non di meno. A noi molto di più perché fa figo e fa cagare con regolarità. 
  9. Il Satellite: prossimo a affermazioni luddiste, e in linea col mio conterraneo genovese, mi viene da dire forte che il satellite è una cagata pazzesca anche quando trasmette la Corazzata Potemkin. Un normale digitale terrestre ti dà quello che serve ogni occhi e alla testa e anche molto di più. I canali digitali in chiaro della Rai valgono fin il canone per chi proprio ama il palinsesto. Non hai lo sport e i canali Disney? Meglio per te e i tuoi figli che svilupperanno meno dipendenze. Hai meno filmissimi? Esci di più, vedi gente, e vattene al cinema e al teatro.


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