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mercoledì 17 dicembre 2014

Cosa vedo nascere in questo Natale

Mi piace il Natale con la sua atmosfera  allegra. Non mi interessa molto la sua dimensione religiosa, sono però toccato dalla celebrazione di una nascita. Come ogni nascita proietta la mia attenzione al futuro. Lo so, c’è tanta morte attorno, la vedo bene, però in queste settimane voglio provare a stupirmi di quanti fenomeni nascenti stiano modificando la mia vita, la società attorno a me, i mercati, le comunità. 
Provo a metterli in fila:
  • Sui muri delle città si diffonde una nuova forma di arte popolare: mi riferisco ai murales, forme di espressione artistica  e narrazione di grande forza, in grado di cambiare l’autopercezione delle periferie, di  attrarre nuovi turismi, di raccontare le storie di zone che hanno perso le radici col passato. Non sono nuovi ma è diverso il modo in cui vengono pensati, guardati, adottati dai quartieri come schegge di bellezza democratica. Se passate per Roma, potete capirmi se andate in giro per quelle gallerie diffuse che sono il Quadraro con le sue viuzze, Ostiense dove ammirare la forza di Blu e Co. e Rebibbia col nuovo elefante di Zerocalcare
  • Tra le persone si sviluppano nuove forme di fiducia: il patto millenario tra Stato e cittadini è in pezzi. Lo scambio che prevedeva la cessione di potere in cambio di sicurezza è collassato nell’impossibilità di garantire sicurezze fisiche, lavorative, alimentari, economiche. La fiducia nelle istituzioni è al minimo. Per reazione si sviluppano nuove dinamiche di fiducia tra persone che, con un approccio quasi tribale, si rappropriano di spazi e poteri prima delegati. Le dinamiche sono molto legate al territorio ma, giovando della potenza della rete, si alimentano tra loro a migliaia di chilometri di distanza confrontando domande e scambiando soluzioni. Nascono dunque anche forme di fiducia e collaborazione tra sconosciuti.
  • Ecco allora la nascita di una economia collaborativa che muta alla radice gli assunti di quella capitalistica tradizionale basata sulla creazione del bisogno. Si tratta di processi, prodotto e servizi in cui il ‘possesso’ è legato ai tempi e alle necessità dell’ ‘uso’. Che si tratti di tempo, soldi, case, auto, trapani, banda larga il valore viene percepito attraverso la relazione, la reputazione, il risparmio di risorse, l’efficientamento dei processi. È un mondo dove si intravede cosa stiamo diventando, dove crescono nuovi consumatori che vogliono mettere voce in capitolo nei prodotti e servizi di cui sono destinatari.
  • Da qui la nascita di nuove competenze e professioni che facciano della dimensione social e collaborativa uno strumento di sviluppo volto a creare mercati più efficienti e consapevoli, che della potenza del codesign e della partecipazione fanno i loro. Si tratta di competenze umanistiche purtroppo ancora aliene al nostro sistema formativo, acquisibili spesso solo ‘sul campo’ nei luoghi e contesti in cui l’innovazione sociale si sviluppa. Perché l’innovazione abbia ricadute reali si sviluppa anche una nuova governance dell’apprendimento dove gli scambi di competenze avvengano in team, tra peer, e la cui certificazione stessa sia fatta da pari.
  • Vedo poi l’emergere con forza di una generazione nomade che segue le occasioni che portano qualità della vita, reddito e soddisfazioni. E' figlia dell'Erasmus, bramosa di futuro, competente, vogliosa di partecipare al banchetto ovunque sia servito. L’accelerazione che ho visto in questi ultimi due anni nella mobilità di singoli, famiglie, start up mi stupisce ancora. Non sono fughe ma  eplorazioni, sono inseguimenti a quella linea d’ombra che separa l’età adulta dall'eterno presente.

Insomma, per qualche giorno mi balocco con l’immagine di un bicchiere che se non è mezzo pieno contiene almeno qualche goccia di spumante di qualità capace di dare al 2015 speranza di frizzantezza.

Buone Feste e Buon 2015 a tutti voi!

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