Mi sono concesso quattro ore per un’infilata di mostre al
Maxxi di Roma culminate con: “Zerocalcare
– Scavare fossati, Nutrire coccodrilli” e “La Strada – Dove si crea il mondo”.
Andateci, è la
parola definitiva.
Perché “Zerocalcare”
vi terrà incollati per ore sul senso, le domande, la rabbia di un autore che è quella
di tutti noi. Erede di Andrea Pazienza, integro e ironico assieme,
modesto e sognatore, di un’intelligenza citazionista riscontrabile solo in
Caparezza. L’allestimento poi è magnifico, luminoso e avvolgente. Ricco di centinaia
di tavole/poster/striscioni e – soprattutto – con una lettura per storie degli
ultimi 20 anni dell’Italia che nessun altro si è permesso di fare. Da tutto si
sente il bisogno che Michele ha di comunicare e la sua fede per la sincerità;
tutto è così personale da risultare universale. Erano anni che non vedevo tanto
interesse del pubblico per le didascalie e le introduzioni, veri pezzi d’arte
letteraria anch’essi.
Poi c’è “La Strada”,
una mostra che ti sembra di essere all’estero. Finalmente una mostra prodotta a
Roma con la dignità di un pubblico internazionale dove Hou Hanru e il team
curatoriale del MAXXI hanno fatto un capolavoro. C’è un’idea forte e
semplice assieme (La strada, appunto, come luogo dove il contemporaneo nasce e
muore) poi opere d’arte, progetti di architettura, fotografie, performance,
interventi site specific e video che ti accolgono in un allestimento sontuoso
esaltato dall’architettura del MAXXI con una successione di gallerie che
formano una strada lunga centinaia di metri. Ridi, pensi, ti turbi, ti
stupisci, ti poni domande: cosa volere di più.
Entrambe le mostre
dovrebbero essere rese obbligatorie alle scuole superiori e agli universitari perchè si abituino alla complessità; ai politici perchè scendano dal seggiolone e si confrontino con analisi concrete e soluzioni possibili; alle elite vere e presunte e agli intellettuali perchè smettano di raccontare l'ombelico e guardino alla luna; ai
curiosi che gongoleranno; ai dubbiosi che ne usciranno ribaltati; ai coraggiosi che ne verranno esaltati; agli innamorati che cementeranno i loro progetti per il futuro di tutti.
Quattro ore sono il minimo per godere più
volte.
Mi è capitato di rado di pensare subito ‘Qui ci devo tornare! E lo devo raccontare a tutti.’
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