Con Piero ho diviso un letto matrimoniale in un piccolo
B&B in un bel paesello sulla costa occidentale della Sardegna. (… del
perché eravamo nello stesso letto vi racconto magari un’altra volta J)
Del proprietario sapevamo solo che era di origine veneta e
che la sera prima era andato a ascoltare la guru ambientalista indiana Vandana
Shiva che teneva una conferenza in un paesino poco lontano dal nostro. Di per sé la cosa era interessante, anti Expo
quanto basta, e non vedevamo l’ora di farne argomento di conversazione davanti
a un caffè sulla sua splendida terrazza. Per colazione era vestito come il
tipico Guru: pantaloni in seta cotta blu e una maglia rosa antico con una
scritta verticale in qualche lingua orientale il cui significato era
accessibile a pochi. Capello lungo e aria vissuta.
“Come è stato l’incontro di ieri sera con Vandana Shiva?” Fu
la nostra prima domanda, buona per rompere il ghiaccio.
“Non male,” sentenziò. “Lei è certo un po’ una star. C’era
gente che mentre l’ascoltava piangeva, degli svitati. Quello che dice però è
identico a quello che le senti raccontare su Youtube. Secondo me non sapeva
neppure di essere in Sardegna.”
“Di certo è una specie di testimone e fa del racconto un
modo per rompere l’indifferenza di molti. Comunque è una coraggiosa,” dissi io.
“Tanti dei suoi amici sono morti o spariti per difendere le
loro terre dalle speculazioni e dagli OGM,” aggiunge Piero
assertivamente.
“Già, quella è l’India,” era l’opinione del Guru.
“Fosse stata in Russia, neanche lei sarebbe più qui a girare
la Sardegna,” ammiccò ancora Piero.
“No, questo no!” si inalberò il Guru. “Non credeteci! Non è
mica come ci dicono: Putin è un grande e i russi non hanno mai amato tanto un loro
capo. Anche sull’Ucraina ci raccontano un sacco di palle. Io mi informo e so
per certo che c’è un complotto internazionale nei suoi confronti, tutto quello di
buono che fa viene boicottato.”
Ci prese in contropiede. Come poteva un veneto affittacamere
trapiantato nell’isola essere così filorusso e avere una passione così
spassionata per Putin?
Accanto a me, Piero, mister resilienza in persona,
boccheggiava in difficoltà a incassare il colpo. Io deglutivo Lavazza bollente.
Il totale silenzio ci sembrò la migliore forma di blando rispetto verso il
padrone di casa.
Che sproloquiava ancora la gloria di Putin quando,
d’improvviso, apparve La Risposta alle nostre domande.
Dalla stanza accanto, con le unghie laccate e gli occhi blu
ghiaccio, si manifestò una figa spaziale degna del ruolo di gnocca cattiva nei
migliori film di 007. Curve mozzafiato, lunghi capelli biondi, sorriso perfetto
e origine moldava russa.
Avevamo davanti l’altra metà del Guru, colei che ne
possedeva pensieri e opinioni e elargiva in cambio di abbastanza sostanza da
tirare ben più di un’intera mandria di buoi.
Annuiva a quello che lui affermava; non aveva bisogno di
parlare. A favore di Putin avrebbe potuto parlare per ore ma il suo linguaggio
non verbale diceva tutto.
Ci trovammo insaccati peggio che un sottomarino americano
prigioniero in Crimea. Nessun argomento razionale poteva batterla. Anche dimostrare
come i russi mangiassero i bambini, i giornalisti e gli attivisti sarebbe stato
fiato perso nel vento della steppa.
Piero tentò un approccio morbido: “Certo che a Sochi per organizzare
le Olimpiadi non hanno certo rispettato l’ambiente…” che suonava come l’accusa
di evasione fiscale a Al Capone.
“Voi italiani non rispettate certo l’ambiente quando vi fa comodo,”
sentenziò lei, “chi lo fa poi?”
“Forse nei paesi nordici, sia i diritti delle persone che
dell’ambiente sono più tutelati, rispettati, per esempio,” osai dire io.
“Quelli ammazzano e mangiano le balene!!” urlò il Guru come
se quella balena di sua cugina fosse tra gli esemplari minacciati. “Sono popoli
incivili! Gente come i norvegesi rovina il mondo,” era livido di rabbia.
Di nuovo la discussione pattinava sul ghiaccio e applicare la
logica diventava del tutto inutile.
“Però sono posti fantastici. Io andrò in vacanza con la
famiglia alle Lofoten quest’anno. Proprio dove si fa lo stoccafisso, sapete?”
dissi a mio rischio e pericolo, ed era pure vero.
Piero lì, aggiunse un carpiato fenomenale e affondò
sull’unico altro argomento capace di unire i popoli oltre alla gnocca: “Però il
baccalà come lo fate voi in Veneto… una vera goduria.”
Anche La Risposta convenne: “Eccezionale anche sulla
polenta!”
Fu come aver fumato assieme il calumet della pace.
Uscendo dalla porticina che dava sul vicolo diretto verso il
centro storico avevamo solo il desiderio di allontanarci abbastanza per ridere
sguaiatamente e raccontarci infinite volte ogni dettaglio.
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