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domenica 7 marzo 2021

Se la pandemia fosse un film.

Non si può continuare a dire che l’emergenza giustifica la disattenzione al Fattore Umano in questa pandemia. Si riconduce la perdita di lavoro, le morti, l'anafettività, la mancanza di libertà personali a fattori tecnici. Da mesi, tutti gli interventi si concentrano su fondi, ristori, vaccini, mascherine, sussidi, banchi: tutte dimensioni economiche, logistiche e sanitarie legittime ma insufficienti a sostenere la coesione sociale.


Già, la coesione sociale è la forza  che ci unisce nelle avversità, che mantiene i più sfortunati in relazione con la comunità e con le opportunità, che non spegne la speranza, che alimenta sogni e motivazioni. È il motore che muove a risolvere i problemi e non solo a competere per il proprio pezzo di pane.

Occorre una politica che riconsideri il ruolo della compassione, dell'empatia, il sostegno morale e psicologico, il corpo inteso non solo come oggetto da salvare dal virus ma patrimonio, protagonista, luogo della psiche.

Mi pare di vivere in un brutto film tutto muscoli e scazzottate, dove la regia non presta nessuna attenzione alle emozioni, e se non cambia la trama non prevedo lieti fine. Nella migliore delle ipotesi: saremo tutti vaccinati e arrabbiati perchè impauriti e soli.  

A volte mi sembra un film dove ciascuno decide quale genere debba avere la trama.

  1. Se amate il film d’Azione, vi consiglio di trovarvi a Roma ogni sabato verso le 18. In Piazza del Popolo va in scena la rissa tra bande adolescenti ben vestite e gioiosamente desiderose di far qualcosa di fisico, fico, instagrammabile e raccontabile nei fuori onda della didattica a distanza. Sono ragazzi isolati, impauriti, assenti dal discorso politico. Sembra quasi che nei talk show vi sia un dictat che imponga di non parlare mai di loro, del fallimento del sistema educativo, della solitudine. L’intero fondo Next Generation EU da noi è stato ribattezzato Recovery Fund, perché la parola ‘Generazione Futura’ suona forse scandalosa. Sono lì, senza scuola, palestre, serate, spazi propri, scoperte, sessualità. Stanno cambiando, come noi adulti ma senza la memoria sul passato: alcuni si interrogano sul futuro e attivano strategie di resilienza; altri scelgono l’isolamento, alcolico e virtuale; c’è chi viola le regole; chi si organizza per dire no; chi vuole solo essere ascoltato.
  2. Se amate il genere Paradossale invece fate finta di essere un alieno messo di fronte alla DAD in una scuola impreparata, abbandonata, non formata, non tecnologica, isolata da anni di politiche scellerate, corporazioni antistoriche, dove tutto è scaricato su alcuni professori volenterosi avviluppati da regole folli. Un mondo incapace di organizzarsi, che ha buttato l’estate a comprare banchi monoposto invece di dotarsi di infrastrutture e competenze digitali, che ha blaterato di uso di musei, parchi, cinema e teatri per far lezione e poi si è arresa e lascia cadere gli ultimi nel baratro dell’abbandono scolastico.
  3. Se comprendete il Surrealismo osservate da vicino quei musei e teatri e cinema che sono stati chiusi nonostante si fossero ben attrezzati per garantire servizi in maniera conforme, a differenza di autobus, negozi e centri commerciali insicuri e affollati. In Canada e in Inghilterra i medici possono prescrivere arte e musei per curare ansia e solitudine con la bellezza; da noi è stato avvilente sentire che senza turisti non serve tenerli aperti, offendendo la Storia dell’Arte, le migliaia di persone che lavorano nel settore e i milioni di italiani che credono che la cultura serva a trovare risposte, a godere, e non solo a fatturare tramezzini e cartoline made in China.
  4. Se sbavate per l’Horror invece provate a pensare cosa potrà succedere alla fine del blocco dei licenziamenti e alla fine della cassa integrazione: misure di certo doverose che hanno sospeso in una bolla centinaia di migliaia di persone e non si sono poste il problema di mantenerne accesi i cervelli, formarli alla transizione digitale, ai temi della sostenibilità. Migliaia di negozi chiudono e noi vediamo solo le merci spostarsi su Amazon, perdendo di vista chi le vendeva, chi presidiava il territorio, chi ha ceduto il progetto di una vita alle offerte delle mafie e degli usurai.
  5. Se amate la Distopia, buttate un occhio critico alla diffusione dello smart working senza regole. Con la fine dell’orario di lavoro, il controllo a distanza, la distanza dal senso delle proprie attività, l’assenza dello scambio, la mortificazione dell’innovazione, la ricerca delle scuse per andare ogni tanto in ufficio. Un mondo muore e mille micromondi cercano di trovare un equilibrio. Il sindacato boccheggia perché la perdita della relazione annulla la corporazione, e l’immaginazione è stata anestetizzata da decenni. 
  6. Se non disdegnate il genere Romantico, infine, immaginate come la fine del contatto stia influendo sulle nostre capacità affettive. Ovviamente è l’ambito in cui le regole sono meno rispettate e quello di cui non si parla, per pudore e ipocrisia. In Austria e Francia il governo ha proprio detto: se siete soli individuate due persone che decidete di frequentare, la vostra ‘bolla’. In tre per parlare, sostenersi, ridere, litigare e fare l’amore: perché siamo umani e non bisogna dimenticarlo.
Tanto è impossibile cambiare canale.

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