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giovedì 24 gennaio 2013

Quando arriva il secondo figlio: Complementi di educazione per genitori adulti (caso 7)

“Aspettiamo il secondo”, mi scrive l’amico Dino. “Hai suggerimenti?”

Mi congratulo subito con chi decide di raddoppiare la presenza di infanti in casa: con uno, la famiglia cammina a tre ruote, diciamo è come una divertente Apecar furgonata; con due si va a quattro ruote e la stabilità del mezzo guadagna visibilmente, crescono però i consumi e la necessità di bagagliaio.
Siccome il tema ‘figli’ è infarcito di luoghi comuni, anche col secondo figlio mi pare appropriato approfondire alcune  profezie che vengono diffusamente citate perché si autoavverino come:
  • “Al primo servirebbe davvero un fratellino o una sorellina”: lo dicono i nonni, i vicini, gli impiccioni in presenza di figli unici che sfraccicano i cabbasisi oltre misura. Lo si prescrive ai bambini viziati e egocentrici, come se si trattasse di un antibiotico.  Nessuno si preoccupa di un ipotetico secondo usato come pungiball o gingillo antistress.
  • Il secondo figlio nasce imparato. Oddio, anche il primo lo nasce ma i genitori non lo capiscono per parecchi anni perché sono loro a essere impreparati. (per questo vedi post: la nascita del primo figlio)
  • “Non è importante la quantità del tempo che si dedica a un bambino ma la sua qualità”. E mentre lo dici intorno a te tutti annuiscono indipendentemente dal numero dei bambini che hanno; il tasso di sensi di colpa collettivo si abbassa e la metà dei presenti continua a messaggiarsi con What’s Up mentre i figli si scartavetrano sul marciapiede immerdato. Ovviamente non è vero ma è bello crederci. I piccoli apprendono per emulazione, anche i secondi nati, e se non emulano te, emuleranno qualcun altro (che magari ti va bene e crescono davvero meglio).   
  • “I secondi figli sono diversi”. Che è un altro modo per scaricarsi del fatto che prima di tutto quelli diversi siamo noi. Col secondo siamo: meno spaventati, più occupati, più stanchi, più scafati, più anziani, meno ricattabili con un colpo di tosse o una lacrimuccia. Darwin ha spiegato bene come le specie si adattino per sopravvivere, non perché gli piaccia la situazione. Se i secondi non fossero svegli e intraprendenti verrebbero spesso e volentieri dimenticati all’autogrill.
  • I secondi sono meno viziati”. Questo è vero anche perché le aspettative dei genitori su se stessi sono minori. Evidenti sono i tracolli delle madri: il primo mangia solo bio, il secondo si agganascia sugli avanzi; il primo aveva i pannolini lavabili, il secondo usa quelli cinesi del discount; il primo aveva i suoi capolavori esposti sui muri di ogni stanza, del secondo si usa il retro dei disegni per la lista della spesa; il primo era un testimonial dell’omeopatia, il secondo deve sbrigarsi a guarire con medicine dopanti.
  • Se ne fai due, poi te li dimentichi perché giocano assieme”. Vero finché le loro azioni non sono rubricabili nel reato di associazione a delinquere.  E vero anche perché se ne hai due sei naturalmente portato a volerli dimenticare.
  • I secondi crescono più velocemente”. È una percezione legata al fatto che con l’ingresso del secondo figlio nella vita improvvisamente rientrano in testa anche tutte le altre cose che col primo avevi dimenticato: pare quasi sia lì per ricordarti che hai lasciato il coro, il calcetto, lo yoga, la sauna, lo sci, la poltrona. Intuisci di colpo che esiste un ‘dopo’, valide babysitter,  e che rincoglionirsi nel ruolo esclusivo di papà o mamma non fa bene a te e neanche ai pupi.

Chi volesse confrontarsi con altri temi:

Le feste di Compleanno (caso 4)

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